San Pietroburgo: Kamikaze si fa esplodere nella metropolitana, 14 morti e 47 feriti

San Pietroburgo: Kamikaze si fa esplodere nella metropolitana, 14 morti e 47 feriti

San Pietroburgo: attentato terroristico nella metropolitana, 14 morti e 47 feriti

Ancora sangue innocente si è sparso a San Pietroburgo, seconda città della Russia, dove un attentato terroristico ha mietuto 14 vittime e 47 feriti. Non si conosce, al momento, la matrice di questo ennesimo atto di terrorismo che ha portato fuoco, morti e feriti a San Pietroburgo. La dinamica dei fatti non è stata ancora del tutto chiarita: forse la bomba è stata lasciata sul treno oppure l’attentatore si è fatto esplodere in un attacco suicida. Al momento gli investigatori sembrano propendere per la prima ipotesi.

Sono stati autentici momenti di panico e terrore quelli vissuti dai presenti nel sottosuolo della famosa città russa, al momento della deflagrazione dell‘ordigno sul convoglio della metropolitana in transito tra le stazioni di Sennaya PloshchadTechnologičeskij institut, che sono state invase da un’intensa coltre di fumo.

La bomba, peraltro, fabbricata con elementi molto pericolosi e lesivi come schegge, chiodi, pezzetti di vetro e ferro, con la violenta l’esplosione poteva fare ancora più danni di quanti ne ha procurati. Grazie alla prontezza di spirito del conducente del treno metropolitano colpito si sono evitate, probabilmente, ulteriori vittime; il treno ha infatti continuato la corsa verso la stazione successiva, Technologičeskij institut, dove è stato possibile far evacuare i passeggeri e dare assistenza ai molti feriti. Il bilancio è comunque terribile: 10 morti nello scoppio, più altre quattro persone morte in ospedale. Tra i quarantasette feriti sembra che tredici di essi versino in gravi condizioni all’Ospedale di San Pietroburgo.

Alcuni minuti più tardi un secondo ordigno rudimentale, contenente quasi 1 Kg. di tritolo, è stata rinvenuta, nascosto all’interno di un estintore, in un’altra stazione della metropolitana: Piazza della Rivoluzione. L’ordigno, fortunatamente inesploso, è stato disinnescato in sicurezza dagli artificieri.

Dopo il vaglio dei filmati delle telecamere di sicurezza presenti nelle stazioni, nel pomeriggio di ieri, le indagini si sono indirizzate verso la presenza di un kamikaze che, si ipotizza, si sarebbe fatto esplodere all’interno del treno. Si tratterebbe di un giovane russo di origine kirghisa di 22 anni di nome Akbarzhon Jalilov il quale avrebbe, dapprima, nascosto la bomba inesplosa alla stazione di Ploshchad Vosstaniya e poco dopo, salito sul treno della linea blu, avrebbe fatto esplodere la bomba prima dell’arrivo alla fermata del Technologičeskij institut.

Per gli esponenti del governo russo, tra cui il presidente Putin, non ci sono dubbi che si tratti di un atto terroristico di cui, a breve, sarà rivendicato come di matrice jihadista. Difatti il giovane attentatore sarebbe stato legato a gruppi islamisti radicali vietati in Russia. Tuttavia l’agenzia Interfax ha tenuto a precisare che, per ora, si tratta di ipotesi ancora provvisorie, sulla base dei resti ritrovati sulla scena della violenta deflagrazione. Appena saranno disponibili i risultati dei test del Dna saranno diramate informazioni più dettagliate.

Intanto erano circolate delle immagini di un uomo possibile sospettato dell’attentato che si è in seguito presentato spontaneamente alla polizia dichiarando di essere totalmente estraneo ai fatti. Dunque il ventiduenne asiatico, da quanto risulta, sarebbe l’unico responsabile dell’attentato. Il comitato di stato kirghiso per la sicurezza nazionale, pertanto, sta cooperando nelle indagini con le autorità del governo russo.

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