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Knud Rasmussen e lo sciamano Inuit Anarqaq: disegni misteriosi

Sguardo unico nel mondo spirituale e culturale del popolo Inuit.

Knud Rasmussen e lo sciamano Inuit Anarqaq: disegni misteriosi. Una collezione che offre uno sguardo unico nel mondo spirituale e culturale del popolo Inuit.

 

Knud Rasmussen e lo sciamano Inuit Anarqaq. Nascosta in un remoto angolo del vasto Museo Nazionale di Copenaghen c’è una collezione di disegni che offre uno sguardo unico nel mondo spirituale e culturale del popolo Inuit. Queste rare opere d’arte sono il frutto di una collaborazione del 1923 tra l’esploratore e antropologo Knud Rasmussen e lo sciamano inuit Anarqaq.

Rasmussen, figlio di un missionario danese e di una donna inuit, dedicò la sua vita allo studio e alla documentazione dell’affascinante ma poco conosciuta cultura artica. Durante i suoi viaggi nell’estremo nord del Canada, Rasmussen fu particolarmente colpito dal ruolo centrale che la tradizione sciamanica ricopriva nella vita quotidiana degli Inuit. Decise quindi di documentare questo aspetto fondamentale della loro cultura attraverso i racconti e i disegni di Anarqaq, uno sciamano Inuit.

Rasmussen scrive nel suo libro “REPORT OF THE FIFTH THULE EXPEDITION 1921–24 — THE DANISH EXPEDITION TO ARCTIC NORTH AMERICA IN CHARGE OF KNUD RASMUSSEN PhD. VOL. VII. NO. 1 —
INTELLECTUAL CULTURE OF THE IGLOOLIK ESKIMOS”,

discutendo le fasi iniziali della formazione di uno sciamano, si dice che dopo aver ricevuto insegnamenti da uno sciamano più esperto, il giovane deve continuare ad allenarsi da solo in luoghi desolati. In questa fase, gli spiriti ausiliari possono abbandonarlo ma lui deve ottenere gli spiriti ausiliari. Per farlo deve “incontrare” spiriti animali, preferibilmente nello stato animato, ma può anche ottenerli attraverso amuleti consacrati dagli spiriti. Poco dopo, Rasmussen parla di come alcuni sciamani particolarmente potenti possono ottenere un accesso speciale alla dimora dello Spirito della Luna per i morti. Ciò può accadere attraverso amuleti consacrati dalle preghiere di uno sciamano.

Da giovane, lo sciamano Anarqaq aveva una corporatura esile, che lo rendeva meno capace degli altri come cacciatore. Era molto emotivo di temperamento e incline alle visioni. Anarqaq spesso viaggiava da solo nell’entroterra durante le battute di caccia. Le sue caratteristiche della personalità includevano nervosismo e una propensione a credere nelle sue visioni. Si avventurava frequentemente da solo nell’entroterra mentre gli altri inseguivano la selvaggina.

Quando Rasmussen invitò Anarqaq nella sua cabina per discutere più a fondo delle sue visioni, Anarqaq fornì descrizioni piuttosto confuse e incoerenti, dimostrando una conoscenza piuttosto superficiale dell’immaginario sciamanico tradizionale. Spesso, quando Rasmussen chiedeva maggiori dettagli, Anarqaq sembrava in difficoltà e ricorreva a invenzioni estemporanee per mascherare la sua ignoranza.

Tuttavia, Rasmussen rimase affascinato dalla convinzione con cui il semplice Anarqaq raccontava le sue presunte visioni ed esperienze mistiche. Decise quindi di incoraggiare Anarqaq a rappresentare visivamente alcune di queste visioni, credendo che i disegni sarebbero stati tra i primi del loro genere creati da un Inuit. Era convinto che catturare visivamente le visioni avrebbe potuto fornire approfondimenti inediti sulla complessa e sfaccettata spiritualità del popolo Inuit.

Inizialmente riluttante, Anarqaq accettò finalmente di disegnare alcune delle sue apparizioni spirituali per Rasmussen, a condizione però che i disegni rimanessero riservati e non mostrati ad altri membri della tribù. Anarqaq temeva infatti che i suoi compagni di tribù, più scettici, potessero deridere quei disegni come frutti di allucinazioni. I disegni prodotti da Anarqaq erano piuttosto primitivi e ingenui, ma sembrava impiegarci ore, concentrandosi intensamente nel tentativo di trasporre sulla carta le visioni che sosteneva di aver realmente vissuto durante i suoi viaggi estatici.

Knud Rasmussen e lo sciamano Inuit Anarqaq. Anarqaq disegnò alcuni degli strani esseri dalle sembianze umane ma dalle dimensioni gigantesche che sosteneva di incontrare frequentemente durante i suoi solitari vagabondaggi sulla vasta tundra artica. Rappresentò anche altri spiriti animali come orsi, balene e caribù con tratti antropomorfici, secondo la tipica concezione animistica della spiritualità Inuit.

Disegni dello sciamano inuit Anarqaq. Museo Nazionale di Copenaghen. Immagine di proprietà di Crono.news.

Anarqaq spiegò a Rasmussen che le sue visioni più intense si verificavano quando era completamente solo nel vasto e desolato paesaggio artico. Sosteneva anche di essere in grado di sbirciare eventi lontani nello spazio e nel tempo e di leggere i pensieri degli altri grazie ai suoi poteri medianici.

In un’occasione, durante una violenta bufera di neve, Anarqaq persuase Rasmussen e altri membri della spedizione che la tempesta era opera dell’ira dello spirito arrabbiato di Sedna, la dea del mare e degli animali. Propose quindi di placare la sua ira attraverso un rituale apotropaico sciamanico.

Knud Rasmussen e lo sciamano inuit Anarqaq. Immagine di proprietà di Crono.news.

Oltre ai disegni, Rasmussen raccolse anche i racconti di Anarqaq riguardanti altre visioni ed esperienze mistiche. Tra questi, spiccava il racconto di quando lo sciamano disse di essere stato rapito dallo Spirito della Luna durante una cerimonia rituale e portato in un regno ultraterreno.

Anarqaq sosteneva di entrare regolarmente in contatto con varie entità spirituali durante i suoi stati estatici: dal potente Takanakapsaluk, protettore degli animali marini, agli spiriti vendicativi di orsi, lupi e cani, che potevano tormentare gli uomini se non placati con rituali appropriati. Ricorrenti nelle sue visioni erano anche gli spiriti dei nativi Chipewyan, una tribù che viveva più a sud del territorio Inuit.

Secondo le credenze Inuit, ogni animale possedeva un’anima che sopravviveva alla morte fisica. Uccidere un animale senza rispettare precisi rituali e divieti poteva scatenare l’ira vendicativa del suo spirito. Anarqaq sosteneva di essere in grado di comunicare con queste anime animali.

Anarqaq rappresentava un caso emblematico di uno sciamano Inuit primitivo: un uomo semplice di capacità limitate, eppure fermamente convinto di possedere poteri soprannaturali che gli consentivano l’accesso a una dimensione spirituale inaccessibile alla maggior parte delle persone.

Lo sciamano Inuit Anarqaq entra in contatto con le entità spirituali dei lupi.. Immagine di proprietà di Crono.news.

Tuttavia, l’incontro con Anarqaq permise a Rasmussen di comprendere più a fondo l’immaginario spirituale complesso che permeava la cultura Inuit, al di là delle reali capacità individuali di qualsiasi sciamano specifico. I suoi disegni ingenui e i suoi racconti offrivano uno sguardo unico in un sistema stratificato di credenze, volto a mediare il delicato equilibrio tra uomo e natura in un ambiente estremo.

Oggi questa collezione di opere costituisce una preziosa testimonianza antropologica e artistica, che ci permette di gettare uno sguardo privilegiato nel cuore della cultura Inuit attraverso gli occhi di uno dei suoi sciamani, permettendoci di comprendere meglio il loro complesso rapporto con il mondo spirituale circostante.

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