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Best microscopes in the world: Bresser rivela meraviglie microscopiche

Scoprendo la bellezza di un pomodorino.

Best microscopes in the world: Bresser rivela meraviglie microscopiche. Scoprendo la bellezza di un pomodorino.

Best microscopes in the world. Poco tempo fa, qui nella città di Napoli dove attualmente risiedo, ho deciso di dedicarmi a quel passatempo che più di ogni altro mi riempie di gioia – l’uso di un potente microscopio per ammirare le stupefacenti meraviglie della natura. In quell’occasione, il campione posto sotto la lente del microscopio era un minuscolo pomodorino ciliegino, uno di quei deliziosi frutticini tondi e succosi così emblematici della cucina mediterranea della mia regione di origine, la Campania.

Poco avrei immaginato che quel giorno, quel semplice pomodorino avrebbe innescato in me un trascendentale viaggio mentale, connettendo scienza, filosofia e spiritualità in modi illuminanti.

Sulla destra, si può distinguere la buccia più spessa e ruvida, mentre verso sinistra inizia la struttura più morbida e più traslucida della polpa interna del pomodorino ciliegino, composta da cellule di parenchima che immagazzinano acqua e nutrienti. Le aree arancioni brillanti corrispondono ai cromoplasti contenenti pigmenti carotenodi – Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Mondo in miniatura

Appena ho messo a fuoco l’obiettivo, un intero mondo in miniatura si è rivelato ai miei occhi stupefatti. La prima cosa che ho notato erano le microscopiche cellule vegetali del pomodoro, disposte in un ordinato reticolo a nido d’ape. Spesse e robuste pareti proteggevano queste minuscole camere, ognuna delle quali ospitava vari organelli cellulari, i “lavoratori” della cellula. I cloroplasti verdi del team della fotosintesi producevano nutrimento, mentre i vacuoli fungevano da dispense accoglienti per nutrienti e rifiuti.

Sulla destra, si può distinguere la buccia più spessa e ruvida, mentre verso sinistra inizia la struttura più morbida e più traslucida della polpa interna del pomodorino ciliegino, composta da cellule di parenchima che immagazzinano acqua e nutrienti. Le aree arancioni brillanti corrispondono ai cromoplasti contenenti pigmenti carotenodi – Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Aumentando il livello di ingrandimento, improvvisamente i semi hanno preso forma – vere e proprie capsule di vita nascoste nell’interno del frutto. Ogni minuscolo seme conteneva un embrione di pianta avvolto in una protezione chiamata testa. E tutto intorno c’era l’endosperma, un tessuto pieno di nutrienti per alimentare la germinazione di quell’embrione una volta risvegliato.

Continuando l’esplorazione, è diventata visibile la complessa rete di strutture vascolari che serpeggiavano all’interno del pomodoro. Queste microscopiche “vene” e “arterie” vegetali pompavano prezioso nutrimento in ogni angolo del frutto. Sono riuscito persino a intravedere il flusso di liquidi vitali attraverso questi minuscoli canali.

Sezione trasversale microscopica della polpa di pomodoro ciliegino a ingrandimento 150-180X, che mostra i cromoplasti ricchi di carotenoidi rossi, le strutture del seme e la matrice cellulare. Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Rosso brillante

Best microscopes in the world. Il rosso brillante che rende così accattivanti i pomodori è il risultato dei pigmenti carotenoidei stipati in speciali tasche all’interno di ogni cellula, i cromoplasti. Ma il pomodoro non è solo rosso – i pigmenti rosso-giallo-arancioni della famiglia dei flavonoidi aggiungono pennellate di colore all’arcobaleno vegetale.

Da un punto di vista chimico, quel piccolo pomodorino era una vera e propria miniera a cielo aperto di preziose sostanze. Vitamine C e B, potassio, acido folico e potenti antiossidanti come il licopene – una concentrazione di composti essenziali per la salute in un solo boccone.

Polpa di un pomodorino ciliegino. Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Aumentando l’ingrandimento fino a 180x, è successo qualcosa di sorprendente. Quei minuscoli semi non sembravano più innocue macchiette nere, ma corpi celesti immobili nel firmamento del pomodoro, vibranti di una forza vitale intrinseca. Questa visione evocativa mi ha riportato immediatamente alle antiche parole degli scritti Vedanta indù: “Tat Tvam Asi” – “Tu sei Quello”. Un promemoria che non siamo separati dall’universo che ci circonda, ma parte integrante di un’unica danza cosmica divina, così come quei semi sono parte integrante del pomodoro stesso.

Polpa di un pomodorino ciliegino. Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Neruda

Il grande poeta cileno Pablo Neruda una volta definì il pomodoro “una stella terrestre”, e osservando quel piccolo frutto sotto il microscopio, ho finalmente potuto cogliere appieno la forza evocativa di quelle parole. All’interno di quel piccolo pomodoro si nascondeva un intero micro-universo, con galassie liquide che riflettevano lo splendore immenso del vero cosmos esterno. Un forte promemoria di come la vita, in tutte le sue forme grandi e piccole, sia interconnessa da legami profondi e imperscrutabili che hanno da sempre ispirato la filosofia e la spiritualità umana.

Questa è un’immagine microscopica della polpa di un pomodorino ciliegino, ingrandita circa 180 volte. Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

Mentre la scienza mi permetteva di analizzare e comprendere i dettagli fisici di quel mondo microscopico, è stata la filosofia a dare un significato più ampio a ciò che stavo vedendo. Un’osservazione microscopica banale si è trasformata in un’esperienza trascendentale che ha sollevato grandi interrogativi sulla vera natura della realtà e sul nostro ruolo in essa.

Etere e Atman

Best microscopes in the world. Anche lo spazio al centro del pomodoro, una volta rimossa la polpa, portava significati filosofici. Mi ha fatto riflettere sull’antico concetto di “etere”, una supposta sostanza onnipresente dello spazio agli albori della scienza. Questo mi ha portato alla mente i potenti versi del Vivekachudamani di Adi Shankara:

“133: Colui che conosce le modificazioni della mente, del sé, delle attività del corpo, dei sensi e del prana, sembra assumere la forma di queste, come il fuoco assume la forma di una palla di ferro incandescente; ma in verità, non agisce né si trasforma.

 134: Non nasce e non muore, non cresce e non diminuisce, non può subire cambiamenti perché è immutabile; quando il corpo si disintegra, continua a esistere, proprio come l’etere racchiuso in un vaso continua a esistere quando si rompe.”

L’Atman è la parte reale di noi.

Non cambia mai.

È sempre lì.

Vede tutti i cambiamenti ma non prende parte ad essi.

È come un fuoco che cambia forma per adattarsi a ciò che sta riscaldando, ma rimane pur sempre fuoco.

L’Atman è la vera parte di noi che resta la stessa, anche quando tutto il resto cambia.

Connessione

Osservando quel minuscolo pomodoro, ho compreso appieno il legame primordiale che unisce l’umanità alla natura di questo pianeta. Così come quei semi si annidano sicuri nell ventre del frutto, anche noi esseri umani troviamo rifugio nel grembo materno della Madre Terra, dipendenti dall’armonia degli ecosistemi naturali per la nostra stessa sopravvivenza. Una connessione elementare che filosofi e pensatori hanno celebrato da tempo immemorabile.

Ma forse la lezione più grande è venuta dall’apprezzare la bellezza e la meraviglia contenute in un oggetto umile e comune come quel piccolo pomodorino ciliegino. Troppo spesso tendiamo a cercare un senso di meraviglia in cose lontane, esotiche e costose, perdendo di vista le piccole magie quotidiane a portata di mano. Dedicare tanta attenzione a un frutto così ordinario è stato un potente promemoria dell’importanza di mantenere sempre uno sguardo curioso e pieno di meraviglia sul mondo che ci circonda.

Sulla sinistra, si può distinguere la buccia più spessa e ruvida, mentre verso destra inizia la struttura più morbida e più traslucida della polpa interna del pomodorino ciliegino, composta da cellule di parenchima che immagazzinano acqua e nutrienti. Le aree arancioni brillanti corrispondono ai cromoplasti contenenti pigmenti carotenoidei. Bresser DST-0745 dotato di una fotocamera microscopica Bresser MikroCam II da 12 MP – Foto dell’autore.

E… così?

Ciò che era iniziato come un’innocua osservazione scientifica di un semplice pomodorino, si è ben presto rivelato un illuminante viaggio dentro me stesso e verso il mio rapporto con l’esistenza. Più che mai, attraverso le lenti di quel microscopio, ho compreso quanto tutto nell’universo sia profondamente e magnificamente interconnesso – persino le viscere di un umile pomodorino ciliegino campano riflettono l’armonia e la complessità del cosmo infinito. Da quel giorno in poi, non guarderò mai più ai pomodori con lo stesso sguardo casuale di prima.

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