Nicola Porpora "Cosmico" - Immagine di proprietà di Crono.news.

Barocco Napoletano: Straordinarie sinfonie interstellari

"Alto Giove" — Una Maestosa Aria dal Polifemo di Nicola Porpora.

Barocco Napoletano: Straordinarie sinfonie interstellari. “Alto Giove” — Il Capolavoro Vocale dal Polifemo di Porpora.

Il Barocco napoletano esplode di creatività, una stagione irripetibile in cui l’arte del suono raggiunge vette di raffinatezza uniche al mondo. La scuola musicale napoletana dominava le corti europee, ridisegnando i confini della musica occidentale attraverso contrappunto, virtuosismo e passione.

Le note di “Alto Giove” — estratte dall’opera Polifemo di Nicola Antonio Porpora, Atto III, Scena 5 — erompono come un universo sonoro liquido e infinito. Porpora non componeva musica; creava universi.

Con una profondità che trascende i confini del suo tempo, anche se distinto nell’arena della musica barocca, il suo nome rimane nell’ombra di Händel, quel compositore tedesco che respirò le stesse atmosfere musicali napoletane. Entrambi frequentarono gli stessi ambienti, assorbendo influenze che avrebbero poi tracciato traiettorie artistiche diverse, con le circostanze storiche che favorirono la fama di Händel.

Strumenti di estrema bellezza

Napoli nel XVIII secolo. Porpora plasma le voci come un dio scultore, trasformando giovani corpi in strumenti di estrema bellezza. I suoi castrati sono astronavi musicali, macchine vocali che attraversano dimensioni sonore impossibili. Farinelli, il suo allievo più famoso, diventa una leggenda: una voce che avrebbe fatto tremare le corti europee, esistente al confine tra umano e divino.

Avrei voluto che la maestosa aria “Alto Giove” di Nicola Porpora risuonasse in “Interstellar”. Immagino la potenza della sua vocalità fondersi con le evocative immagini cosmiche, creando un’intensa esperienza sensoriale. L’emotività del pezzo, con le sue sfumature di solennità e spiritualità, avrebbe potuto amplificare le scene cruciali del viaggio di Cooper, rendendole ancora più toccanti. Penso in particolare all’attraversamento del wormhole, il tunnel spazio-temporale che collega punti distanti dell’universo.

Interstellar

L’immagine del wormhole in “Interstellar” è potente: un vortice di luce e spazio distorti che rappresenta un passaggio verso l’ignoto. In questo contesto, la solennità di “Alto Giove”, con la sua vocalità quasi divina, avrebbe potuto sottolineare la portata trascendentale dell’evento, trasformando il passaggio attraverso il wormhole in un viaggio spirituale, al confine tra scienza e metafisica. L’aria di Porpora avrebbe potuto dar voce all’incommensurabile mistero nascosto dietro quella breccia spazio-temporale, amplificando il senso di meraviglia e timore reverenziale che permea la scena.

Porpora non è un compositore minore, ma un architetto di universi sonori che ha intuito ciò che la fisica ora conferma: ogni frammento contiene il tutto, e ogni vibrazione è potenzialmente creativa.

Spero di leggere presto maggiori dettagli sulla storia dei cantanti castrati napoletani nel libro “La voce degli Dèi. Gli evirati cantori e la Scuola vocale napoletana” di Enzo Amato.

Chiudo gli occhi. La musica continua. Nascono stelle.

E Porpora, da qualche parte, sorride.

“Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.
La forma universal di questo nodo
credo ch’i’ vidi, perché più di largo,
dicendo questo, mi sento ch’i’ godo.”

(Dante, Paradiso, XXXIII)

barocco napoletano

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