Nino Benvenuti

Nino Benvenuti, mito del pugilato italiano anni 60 festeggia il suo ottantesimo compleanno

Nino Benvenuti mito del pugilato italiano anni 60, oggi, festeggia il suo ottantesimo compleanno. Venuto alla luce a Isola d’Istria, infatti, il 26 aprile 1938, il nostro campione ha scritto pagine memorabili di storia della boxe. Dall’oro olimpico di Roma agli incontri  epocali contro Griffith e Monzon. Nino ha fatto sognare milioni di italiani durane l’epoca d’oro del dopoguerra.

Nino Benvenuti, autentico mito del passato del pugilato italiano, oggi 26 aprile, festeggia  il suo ottantesimo compleanno. Giovanni, questo il suo nome all’anagrafe, ha scritto delle pagine di storia indimenticabili della boxe nazionale ed internazionale del dopoguerra. Nino Benvenuti ha fatto sognare milioni di italiani; nel suo straordinario palmares troviamo due titoli mondiali, un oro olimpico ai Giochi di Roma del 1960, 120 incontri da dilettante con una sola sconfitta e 90 match come professionista nei quali ha conseguito 82 vittorie  un pari e sette sconfitte.
Queste cifre la dicono lunga sulla bravura di questo mito della boxe. Nino Benvenuti si è rivelato uno dei più grandi della storia del pugilato. La sua prima e straordinaria vittoria  fu la medaglia d’oro conseguita alle Olimpiadi nella capitale italiana, nei pesi superwelter. Oltre all’oro, il pugile triestino vinse il premio quale miglior boxeur dei Giochi. Inenarrabili e zeppe di  polemiche i due match con Sandro Mazzinghi. I due contendenti si scontrarono a San Siro, nel giugno del 65, con una cornice di ben  40mila spettatori per il mondiale superwelter.
Naturalmente non poteva che vincere Benvenuti per ko, ma il rivale non accettò la sconfitta e  protestò. Pertanto  il 17 dicembre dello stesso anno Nino Benvenuti incontrò nuovamente Mazzinghi a Roma, dove vinse ancora ma questa volta ai punti. Anche in questo caso lo sconfitto ebbe a ridire sul verdetto dei giudici di gara.
Il campione di isola d’Istria, tuttavia, perse il titolo nella sfida contro il coreano Ki Soo Kim. Si trattò di match-beffa disputato nel paese asiatico: al 14esimo round, con il pugile italiano nettamente in vantaggio, il ring andò giù. L’incontro, dunque, fu sospeso per diversi minuti, per poi riprendere con alla fine una vera sorpresa; infatti fu decretata, inaspettatamente, la vittoria del  pugile coreano. Un verdetto scandaloso che fece scalpore.
Assolutamente leggendari gli incontri tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith con in palio  il titolo mondiale. Sul ring del Madison Square Garden di New York, il 17 aprile del 1967 l’italiano, strappò il titolo al fortissimo rivale in una sfida che sarà ricordata  come il Combattimento dell’anno. In Italia tutti gli sportivi non dormirono pur di seguire in tv quello straordinario match. Alla fine si scatenò un vero tripudio di bandiere italiane tra l’entusiasmo di tutti, grandi e piccoli.
Nel settembre Griiffith si prese la rivincita, cosicché  il 4 marzo del 1968, nel terzo incontro, bella, il pugile italiano tornò campione ed il match gli valse la conquista del prestigioso titolo  di Fighter of the Year, ossia combattente dell’anno  La splendida carriera di Nino Benvenuti, purtroppo, si interruppe allorquando sulla sua strada si pose  l’argentino Carlos Monzon.
Bruciante sconfitta del pugile italiano, a Roma, nel novembre del 70; Monzon si aggiudicò l’incontro per ko al dodicesimo round. Nella rivincita dell’aprile del 1971, in quel di Montecarlo, il campione argentino si dimostrò ancora più forte, costringendo il manager Bruno Amaduzzi a gettare  la spugna, appena alla terza ripresa, mettendo fine all’incontro ma soprattutto alla carriera di Benvenuti.
Malgrado quest’ultima triste parentesi la International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall of Fame lo hanno celebrato fra i più grandi pugili di tutti i tempi e, ultimamente  il prestigioso ingresso  nella National Italian-American Sport Hall of Fame gli ha consentito si stare  accanto a glorie mondiali come quelle di Rocky Marciano e Joe Di Maggio, vere  leggende dello sport. Nino Benvenuti, intervistato a Roma, alla domanda cosa farà per i suoi 80 anni ha risposto:
Correrò i 100 metri! Scherzo, però l’atletica è sempre stata una mia grande passione. Se non avessi fatto il pugile avrei voluto essere un mezzofondista o magari un atleta del pentathlon moderno”.

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