I friarielli, una gustosa specialità culinaria tutta partenopea dal sapore un pochino amarostico, tuttavia molto saporita. In realtà si tratta di verdure che si cucinano soffritte nell’olio d’oliva con l’aggiunta di aglio, sale ed un pizzico di peperoncino. Essi vanno a braccetto con le salsicce.
Napoli, come è noto, ha una tradizione culinaria invidiabile che attira i buongustai di tutto il mondo. Quest’oggi parliamo dei friarielli, una gustosa specialità tutta partenopea dal sapore un pochino amarostico ma assai saporita. In verità si tratta di verdure che vengono soffritte nell’olio d’oliva con l’aggiunta di aglio, sale ed un poco di peperoncino. Come dicono i napoletani, la morte dei friarielli sono le salsicce; infatti il classico panino più mangiato è proprio quello con salsicce e friarielli, una tipica colazione che molti lavoratori portano con sè, in particolare nella stagione invernale, per gustarla durante la pausa pranzo.
Molti sostengono che il termine friarielli derivi dalla lingua castigliana “frio-grelos” che sta per broccoletti invernali, mentre altri credono che provenga dal verbo napoletano frijere cioè friggere. Questa sembra la versione più attendibile. I friarielli, come detto, un tipo di verdura, vengono coltivati nelle terre della regione Campania in special modo nella zona nord-est di Napoli, ossia nei comuni di Acerra, Aversa, Afragola, Caivano, Cardito, Casoria e Sant’Antimo, però moltissimi anni addietro erano coltivati pure nella zona collinare del quartiere Vomero, che veniva chiamata per l’appunto “o’ colle d’ ‘e friarielle”.
A Napoli i friarielli sono leggendari, tanto è vero che ogni anno viene organizzata dagli abitanti della zona di Materdei la “Festa del Friariello”. Una tradizione che si tramanda dal 1694, come riportato nella celebre “Historia della vulgata” scritta da un monaco di cui non si conosce il nome del Convento dei Frati Crocefissi e Cappuccini della zona est dei Decumani Maggiori e dalle “Facezie e Minuzie” delle monache Addolorata e Piangenti dei Miracoli dei Decumani Minori.
Secondo una leggenda la ricetta dei friarielli venne alla luce nel corso dei festeggiamenti in onore del boss del quartiere Materdei. A quanto pare una donna che abitava in un “vascio”, un basso, durante la preparazione delle sue famose pizze fritte nella sugna, si accorse di aver finito il pomodoro, quindi per ovviare a questa mancanza, immerse nel grasso bollente delle verdure, i cosiddetti friarielli. L’inebriante profumo che proveniva dalla sua abitazione riempì tutto il vicolo di Sant’Agostino degli Scalzi, e da quell’epoca i friarielli furono sempre preparati nella sugna bollente.