La filosofia del tempo. In un mondo ossessionato dalla misurazione, dalla pianificazione e dalla corsa in avanti, l’affermazione di un giovane africano risuona come un potente manifesto filosofico.
“Io non conosco il tempo, non conosco la mia età, mi regolo con l’alba il tramonto e le variazioni periodiche del clima, ma sono libero.” In queste poche parole, si condensa una visione del mondo radicalmente alternativa, che contrappone il tempo ciclico della natura al tempo lineare e segmentato dell’orologio.
Il Tempo come Evento, non come Misura. La concezione del tempo espressa dal giovane africano è profondamente radicata nelle filosofie tradizionali dell’Africa subsahariana, spesso riassunte nel concetto di “African Time“ (Tempo Africano), non inteso come semplice ritardo, ma come una diversa strutturazione della realtà.
Nella visione occidentale, il tempo è una linea retta, inesorabile, che procede dal passato al futuro, scandita da minuti, ore e anni. Questa linearità è la base del progresso, della pianificazione a lungo termine e, paradossalmente, dell’ansia per il futuro. Al contrario, il tempo indigeno è bidimensionale e orientato all’evento.
Il passato (o Zamani, il tempo esteso) e il presente (o Sasa, il tempo partecipato) sono reali e tangibili, mentre il futuro non è un’entità definita, ma una potenziale estensione del presente.
Per il giovane africano, “il tempo non è un contenitore vuoto da riempire“, ma è definito dagli eventi naturali e sociali:
L’Alba e il Tramonto. Non sono solo punti di riferimento orari, ma eventi che segnano l’inizio e la fine dell’attività, legando l’esistenza al ritmo cosmico.
Le Variazioni Periodiche del Clima: Sono i cicli delle stagioni, della semina e del raccolto, che definiscono la vita e l’economia della comunità.
Questa regolazione non è una mancanza di disciplina, ma una sincronizzazione con il mondo circostante. L’importanza non è data alla “esattezza cronometrica,” ma alla riuscita dell’evento e alla qualità delle relazioni che si sviluppano durante il suo svolgimento.
L’Età: Un Concetto Fluido e Sociale. L’affermazione “non conosco la mia età“ è la logica conseguenza di questa visione del tempo. L’età, nella cultura occidentale, è un numero preciso, un punto sulla linea del tempo che definisce diritti, doveri e aspettative.
Nelle società tradizionali, l’età è spesso un concetto fluido e sociale, legato non tanto alla data di nascita, quanto all’appartenenza a un gruppo d’età e al superamento di riti di passaggio.
L’identità non è definita da un numero anagrafico, ma dal ruolo che si ricopre nella comunità. Si è giovani finché non si è iniziati, si è anziani quando si acquisisce la saggezza e l’autorità necessarie per guidare. La maturità è un traguardo sociale, non un dato biologico. Non conoscere la propria età in termini assoluti significa liberarsi dal determinismo numerico che impone tappe fisse e scadenze.
La Libertà come Sincronia, non come Assenza di Regole. Il culmine dell’affermazione è la conclusione: “ma sono libero.” Questa libertà non è l’anarchia o l’assenza di regole, ma la liberazione dalla tirannia del tempo artificiale.
“La civiltà moderna ha scambiato la misurazione del tempo con la schiavitù del tempo.”
L’orologio, nato come strumento di liberazione e organizzazione, è diventato il padrone che detta il ritmo di ogni azione, trasformando il tempo in una risorsa scarsa e stressante.
La libertà del giovane africanorisiede nella sua sincronia con il tempo cosmico. Egli non è libero nonostante si regoli con l’alba e il tramonto, ma proprio perché si regola con essi. La sua vita è un flusso continuo e organico, non una serie di segmenti da ottimizzare.
Concezione del Tempo
Tempo Lineare (Occidentale)
Tempo Ciclico (Indigeno Africano)
Natura
Inesorabile, segmentato, misurabile
Fluido, orientato all’evento, ritmico
Focus
Progresso, pianificazione, efficienza
Relazioni, eventi, armonia sociale
Età
Numero preciso, deterministico
Ruolo sociale, traguardo, fluido
Libertà
Libertà nel tempo (gestione, ottimizzazione)
Libertà dal tempo (sincronia, assenza di ansia)
Una Sfida Filosofica. L’affermazione del giovane africano ci costringe a riflettere sulla nostra stessa condizione. Quanto siamo realmente liberi se ogni nostra azione è incatenata a un orario, a una scadenza, a un’età da raggiungere?
La sua filosofia non è un invito a regredire, ma a riformulare il nostro rapporto con il tempo. È un promemoria che la vera libertà non si trova nell’accumulo di minuti o nell’estensione della vita, ma nella capacità di vivere pienamente il presente, di essere in armonia con i cicli naturali e di dare priorità alle relazioni umane rispetto alla tirannia del cronometro. La sua vita, regolata dal sole e dal clima, è la dimostrazione che l’esistenza può essere ricca e significativa anche senza la gabbia dorata dell’orologio.