Cuccumella l'emozione e la convivialità - Art by @iphotox ©2025
Cuccumella l'emozione e la convivialità - Art by @iphotox ©2025

Cuccumella: la mitica caffettiera che fa ancora emozionare Napoli.

Il rito del caffè e della convivialità...

È l’alba a Napoli e da una finestra aperta fuoriesce il profumo inconfondibile del caffè preparato con la Cuccumella.

Nonostante l’avvento delle macchine espresso, delle cialde e delle capsule, nei vicoli del centro storico, tra San Gregorio Armeno e via dei Tribunali, ma in tutta Napoli ancora si usa la “Cuccumella” per celebrare il rito del caffè, che a Napoli è di casa. La Cucumella, conosciuta anche come “napoletana” o “caffettiera napoletana”, Un oggetto, una caffettiera a goccia inventata nel 1819 dal parigino Jean-Louis Morize, un lampista e lattaio di Parigi. Nonostante le sue origini francesi, è a Napoli che ha trovato la sua patria spirituale, diventando un simbolo della cultura locale. “È un oggetto che è cultura, non solo un utensile”,  ci spiega Elena, Avvocato napoletano, che da una vita prepara il caffè con la sua Cuccumella in alluminio. Tramandata dalla nonna insieme alla “ricetta ” per usarla correttamente. “Ogni gesto è un atto d’amore, dal riempire l’acqua nel serbatoio inferiore, al capovolgere la caffettiera quando bolle, fino al momento in cui il caffè inizia a gocciolare lentamente nel contenitore superiore”.

Cuccumella - La ricetta della Nonna per utilizzarla correttamente. ©2025 crono.news
Cuccumella – “La ricetta” della Nonna di Elena per utilizzarla correttamente. ©2025 crono.news 

“Cuccumella Il rito lento del caffè che unisce”

A differenza della Moka, che usa la pressione del vapore, la Cuccumella si basa esclusivamente sulla forza di gravità. Il processo è lento, contemplativo, e richiede attenzione: quando l’acqua é giunta appena alla bollitura, la caffettiera deve essere capovolta (“girata”) con un gesto deciso ma delicato, per permettere all’acqua calda di filtrare lentamente attraverso la polvere di caffè. “È un momento di convivialità”, racconta Achille Munari, responsabile del Cuccuma Caffè a Napoli “I clienti attendono pazienti, chiacchierando, mentre il caffè si prepara. Non è un espresso da sip-and-go, ma un rito da condividere”.

Negli ultimi anni, la Cuccumella ha vissuto un revival. Dopo essere stata soppiantata dalla Moka Bialetti negli anni ’30, è tornata a galla grazie al design reinterpretato dal maestro Riccardo Dalisi per Alessi nel 1987, e oggi è possibile trovarla anche in acciaio inox. “I giovani la scoprono come un oggetto vintage, ma poi se ne innamorano per la qualità del caffè e per il gesto rituale”, dice Giuseppe Schisano, ideatore di Don Cafè Street Art Coffee, che gira per la città di Napoli con una cargo-bike attrezzata per preparare caffè con la Cuccumella offrendolo in cambio di offerte libere.

Cuccumella qui con il mitico Cuppetiello di Eduardiana memoria - Ph @iphotox ©2025 Crono.newsCuccumella qui con il mitico Cuppetiello di Eduardiana memoria - Ph @iphotox ©2025 Crono.news
Cuccumella qui con il mitico “Cuppetiello” di Eduardiana memoria – Ph @iphotox ©2025 C.N. 

La Cuccumella è anche simbolo di ospitalità napoletana. Come il caffè sospeso, la tradizione per cui si paga al bar un caffè in più per chi non può permetterselo, la preparazione con la cuccumella è un gesto di cura. “Quando arriva un ospite, la prima cosa che fa una napoletana è dire: ‘T’aggia fa’ ‘nu cafè?’”, sorride Elena. “E… il caffè deve essere fatto con la Cuccumella, altrimenti non è vero caffè napoletano!” In un’epoca di frenesia, la Cuccumella rappresenta un’isola di lentezza. “Il suo caffè è più delicato dell’espresso, ma ha un corpo e un aroma unici”, spiega Achille. “È un caffè che si beve in compagnia, che si gusta con calma. È un rito che non morirà mai, perché è parte dell’anima di Napoli”.

Cuccumella è famiglia e tradizione - Art @iphotox ©2025 crono.news
Cuccumella è famiglia e tradizione – Art @iphotox ©2025 crono.news

E mentre il sole si alza sul Golfo, il profumo del caffè continua a diffondersi tra le strade, un invito a fermarsi, a chiacchierare, a condividere. Perché a Napoli, il caffè non è solo una bevanda, è un atto d’amore.

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