Mausoleo del Ciaurro: testimone silenzioso dei riti funebri dell’antica Roma.
Un gigante di pietra nella città moderna, un libro di pietra che racconta la storia di una comunità e delle sue credenze più profonde
Un viaggio nel tempo tra le pietre millenarie di Marano, dove il culto degli antenati e le pratiche religiose romane rivivono attraverso un monumento dimenticato.
Nel cuore della moderna città di Marano di Napoli in Campania, circondato dal frenetico sviluppo urbano contemporaneo, si erge maestoso e silenzioso un imponente rudere circolare che sembra sfidare il tempo stesso: il Mausoleo del Ciaurro. Questo monumento funerario di epoca romana non rappresenta soltanto un’affascinante testimonianza archeologica, ma costituisce una finestra privilegiata su un mondo antico dove religione, politica e vita sociale si intrecciavano indissolubilmente.
Gli archeologi, che nel tempo hanno condotto le campagne di scavo nell’area, hanno datato con buona approssimazione la costruzione al II secolo d.C., collocandola precisamente nel periodo della dinastia degli Antonini, quella che lo storico Edward Gibbon definì “l’età più felice dell’umanità“. E’ stato sottolineato dagli studiosi come “la tecnica costruttiva in opus reticulatum e la tipologia architettonica circolare a tholos riflettano perfettamente i canoni edilizi dell’epoca adrianea e antonina“.
La Campania Felix: crocevia di culture e potere
Per comprendere appieno il significato del Mausoleo del Ciaurro, è necessario contestualizzarlo nel ricco panorama della Campania Felix di epoca imperiale. Questa regione, così denominata da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” per la straordinaria fertilità del suolo, rappresentava uno dei territori più prosperi e densamente popolati dell’Impero Romano.
L’area di Marano, situata nell’entroterra a nord-ovest di Neapolis (l’odierna Napoli), si trovava strategicamente posizionata lungo la Via Consolare Campana, un’importante arteria che collegava Puteoli (Pozzuoli) a Capua. Secondo gli studi topografici condotti dagli archeologi, il territorio maranese ospitava numerose ville rustiche appartenenti all’aristocrazia romana, dedite principalmente alla produzione di vino, olio e cereali.
Le prospezioni geofisiche effettuate nell’area circostante il Mausoleo hanno rivelato la presenza di strutture murarie compatibili con una villa di notevoli dimensioni. Possiamo ipotizzare che il committente del monumento fosse il proprietario di questo complesso residenziale-produttivo, verosimilmente un membro dell’élite locale integrato nei circuiti economici e culturali dell’Impero.
Il culto degli antenati: fondamento della società romana
Per comprendere le ragioni che spinsero alla costruzione di un edificio tanto imponente e costoso come il Mausoleo del Ciaurro, è fondamentale addentrarsi nella complessa religiosità romana, dove il culto degli antenati (maiores) occupava un ruolo centrale.
Nella mentalità romana, la famiglia (gens) non era composta soltanto dai membri viventi, ma includeva anche gli antenati defunti, che continuavano a esercitare un’influenza protettiva sui discendenti. Questo legame transgenerazionale era mantenuto vivo attraverso pratiche rituali codificate che trovavano espressione materiale nei monumenti funerari.
“La pietas erga parentes, il rispetto dovuto agli antenati, costituiva uno dei pilastri dell’etica romana“, spiega il professore emerito Andrea Carandini nel suo fondamentale studio. “Le case del potere nell’antica Roma”.”Non si trattava semplicemente di un sentimento privato, ma di un dovere civico e religioso che definiva l’identità stessa del civis romanus“.
Ogni famiglia romana conservava nella propria domus le imagines maiorum, maschere di cera che riproducevano i volti degli antenati illustri, esposte nell’atriume portate in processione durante i funerali. Nel caso delle famiglie più facoltose, come quella che commissionò il Ciaurro, questo culto domestico si estendeva alla costruzione di monumenti funerari che fungevano da luoghi di memoria collettiva.
Riti funebri e pratiche commemorative nell’antica Roma
I riti funebri romani, minuziosamente descritti da fonti come Varrone, Cicerone e Plinio il Vecchio, seguivano un complesso cerimoniale che rifletteva lo status sociale del defunto. Nel caso di un personaggio di rango elevato, come presumibilmente era il committente del Mausoleo del Ciaurro, il funus (funerale), prevedeva diverse fasi rituali.
Il corpo veniva prima esposto nella casa (collocatio), dove si svolgeva il compianto funebre con la partecipazione di prefiche, donne pagate per intonare lamenti rituali. Seguiva la processione funebre (pompa funebris), durante la quale il corteo attraversava il foro cittadino, dove poteva essere pronunciata un’orazione in onore del defunto (laudatio funebris).
Sostanze aromatiche come incenso, mirra e fior di nardo, venivano utilizzate durante la cremazione per mascherare gli odori e conferire sacralità al rito. La cremazione (crematio), pratica predominante nel II secolo d.C., avveniva su una pira funebre (rogus) costruita con legni pregiati e cosparsa di profumi. Le ceneri venivano poi raccolte in un’urna che, nel caso del Ciaurro, sarebbe stata collocata in una delle nicchie interne del mausoleo, oggi purtroppo saccheggiate nel corso dei secoli.
Il rapporto con i defunti non si esauriva con la sepoltura. I Romani osservavano un calendario di commemorazioni periodiche che scandivano l’anno: i Parentalia (13-21 febbraio), dedicati agli antenati familiari; i Lemuria (9, 11 e 13 maggio), per placare gli spiriti inquieti; e i Rosalia (maggio-giugno), quando le tombe venivano adornate con rose.
Presso il Mausoleo del Ciaurro sono state rinvenute strutture interpretabili come “triclini funerari” negli ambienti delle case romane, spesso utilizzati per accomodarsi quando si svolgevano i refrigeria, banchetti commemorativi durante i quali i familiari consumavano un pasto rituale in compagnia simbolica del defunto, a cui venivano offerte libagioni di vino, latte e miele attraverso appositi condotti i profusiones.
Il culto funerario romano si intrecciava con la venerazione di specifiche divinità legate al mondo dei morti Dii Manes (Dei benevolenti). Tra queste, un ruolo preminente era rivestito da Dis Pater e Proserpina, equivalenti romani di Ade e Persefone, che regnavano sugli Inferi.
Un’iscrizione frammentaria rinvenuta nei pressi del Ciaurro riporta una dedica a Dis Pater, questo conferma la connessione del monumento con il culto delle divinità Ctonie“.
Altre divinità venerate in ambito funerario erano i Lares, protettori della famiglia e della casa; i Penati, custodi del focolare domestico; e i Manes, gli spiriti dei defunti divinizzati. La formula “Dis Manibus Sacrum” (consacrato agli Dei Mani), abbreviata in D.M.S., apriva tipicamente le iscrizioni funerarie romane.
Particolarmente interessante è il culto di Libitina, una divinità arcaica romana, incaricata di badare ai doveri ed ai riti che si tributavano ai morti e che perciò presiedeva ai funerali, nel cui tempio a Roma si registravano i decessi e si acquistavano i servizi necessari per le esequie. Il ritrovamento di una piccola statuetta in bronzo raffigurante Libitina nei pressi del Mausoleo del Ciaurro suggerisce la presenza di pratiche votive legate a questa divinità.
Architettura funeraria e simbolismo cosmico
La forma circolare del Mausoleo del Ciaurro non era casuale, ma rispondeva a precise concezioni cosmologiche e simboliche. Secondo gli studi del compianto Professore dell’ università “L’Orientale” di Napoli Fabrizio Pesando, “la pianta circolare richiamava la perfezione del cosmo e l’eternità, concetti particolarmente appropriati per un edificio destinato a sfidare il tempo“.
Il modello architettonico si ispirava ai grandi mausolei imperiali come quello di Augusto e, successivamente, di Adriano a Roma, adattandolo alle dimensioni e alle possibilità economiche di un notabile locale. Con un diametro di circa 15 metri e un’altezza originaria stimata intorno ai 12 metri, il Ciaurro doveva apparire come una presenza imponente nel paesaggio rurale della Campania antica.
La struttura era originariamente rivestita di marmo lunense, come testimoniano i frammenti rinvenuti durante gli scavi”, spiega il Professore Gianluca Soricelli dell’Università del Molise. “All’interno, nicchie alternate semicircolari e rettangolari ospitavano urne cinerarie e statue dei defunti, mentre la camera funeraria principale era probabilmente decorata con affreschi di soggetto mitologico“.
Dal paganesimo al cristianesimo: la trasformazione del culto funerario
Con l’avvento del cristianesimo, le pratiche funerarie romane subirono una profonda trasformazione. L’inumazione sostituì gradualmente la cremazione, e i riti commemorativi pagani vennero reinterpretati in chiave cristiana.
Risulta significativo che nell’area circostante il Mausoleo del Ciaurro siano state rinvenute sepolture cristiane risalenti al IV-V secolo d.C. Questo suggerisce una continuità d’uso dell’area come spazio funerario, pur con un cambiamento radicale nelle pratiche e nelle credenze.
Il nome stesso “Ciaurro” o “Ciavurro“, secondo gli studi etimologici del linguista Massimo Pittau, deriverebbe dal latino “thesaurus” (tesoro), alimentando per secoli la leggenda di ricchezze nascoste al suo interno. Questa credenza popolare, purtroppo, ha contribuito alle spoliazioni che hanno danneggiato il monumento nel corso dei secoli.
Oggi, il Mausoleo del Ciaurro rappresenta non solo una preziosa testimonianza archeologica, ma anche un’opportunità per riscoprire le radici culturali e religiose del territorio campano.
Esso non è semplicemente un rudere, ma un libro di pietrache racconta la storia di una comunità e delle sue credenze più profonde. Attraverso questo monumento possiamo comprendere come gli antichi abitanti di queste terre concepissero il rapporto con la morte e con l’aldilà.
In un’epoca in cui il culto dei morti si esprime in forme sempre più secolarizzate, il Mausoleo del Ciaurro ci ricorda come per i Romani la commemorazione dei defunti fosse un atto profondamente religioso e sociale, che rafforzava i legami comunitari e garantiva la continuità tra passato e presente.
Mentre osserviamo queste antiche pietre, non possiamo fare a meno di riflettere su come, nonostante il trascorrere dei millenni e il cambiamento delle credenze, il desiderio di lasciare un segno tangibile del proprio passaggio e di onorare la memoria dei propri cari rimanga una costante dell’esperienza umana.
Ti andrebbe di offrirci uno Spritz?
Caro lettore, cerchiamo di offrirti sempre contenuti editoriali di qualità. Se ti siamo stati utili per accrescere le tue conoscenze, oppure ti abbiamo semplicemente fornito un utile servizio informativo, ti andrebbe di aiutarci offrendoci uno Spritz?
Sostieni il nostro giornalismo con un contributo di qualsiasi dimensione! Il tuo supporto aiuterà a proteggere l’indipendenza di CRONO.NEWS e questo significa che possiamo continuare a fornire giornalismo di qualità aperto a tutti, in tutto il mondo. Ogni contributo, per quanto grande o piccolo, è così prezioso per il nostro futuro. Questo sarebbe di grande aiuto per tutta la famiglia di Crono.news! Anche se semplicemente condividessi il link del magazine ai tuoi amici, oppure gli articoli, sui social network. Mantenere in vita questo magazine indipendente, richiede molto tempo ed impegno, oltre notevoli spese, necessarie all’aggiornamento tecnico, l’hardware, la nostra sede, i Redattori. Se hai la possibilità di aiutarci con una donazione (anche uno Spritz), ci aiuterai non poco a continuare, a migliorare ed ampliare il materiale informativo che mettiamo a disposizione di tutti.
Per donare è semplicissimo, qui sotto è disponibile il LINK per decidere (tramite server sicuro PayPal) come e quanto donare. Un grazie da tutta la redazione!
Crono.news periodico online di informazione e formazione. Un magazine digitale indipendente, libero da ideologie e preconcetti. Un nuovo modo di comunicare e condividere l’informazione e la conoscenza.
Cerca
Iniziare a digitare per vedere i risultati o premere ESC per chiudere
Utilizziamo i cookie per personalizzare contenuti ed annunci, per fornire funzionalità dei social media e per analizzare il nostro traffico. Condividiamo inoltre informazioni sul modo in cui utilizza il nostro sito con i nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che ha fornito loro o che hanno raccolto dal suo utilizzo dei loro servizi. Acconsenta ai nostri cookie se continua ad utilizzare il nostro sito web.