Clickr X9: L’anacronismo digitale ed una nuova esperienza fotografica

Clickr X9 -ph by @iphotox ©2025 crono.news

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Nel frenetico universo della tecnologia fotografica, dove la corsa ai megapixel sembra non conoscere sosta, c’è chi rema controcorrente.

In questo scenario inaspettato si inserisce la Clickr X9, una piccola e leggera, (ca. 100gr.), fotocamera digitale che fa una scelta radicale e quasi provocatoria per il 2025: Eliminare lo schermo posteriore. Nessuna anteprima immediata, nessuna ossessiva revisione dello scatto appena fatto. Solo l’essenziale: un piccolo mirino (ottico), un pulsante di  accensione, il pulsante di scatto, un piccolo luminoso, display monocromatico che ricorda più un orologio digitale vintage che un moderno pannello di controllo, Un Led Flash con cursore di controllo auto e attivazione, tre tasti sul fondello per la regolazione della data e ora, una porta di connessione e caricamento USB-C e uno slot TF che contiene di serie una micro SD da 4GB.

Dietro questa idea, che potrebbe sembrare un azzardo commerciale o una trovata nostalgica fine a se stessa, c’è la visione di un giovane imprenditore olandese, Lucas Kroes. Egli, appassionato di fotografia analogica e del “feeling” grezzo e autentico delle vecchie apparecchiature, scommette su un bisogno latente: quello di staccarsi dalla dittatura dello schermo, di riscoprire l’intenzione e l’attesa nel processo fotografico.

Clickr X9 – Una fotocamera dal design iconico. – Ph. by @iphotox ©2025 Crono.news

“Un sussurro, per ora, che però inizia a farsi sentire con insistenza: il ritorno a un’esperienza più pura, meno mediata, quasi analogica pur rimanendo nel reame digitale.”

La fotocamera Clickr X9 non vuole sfidare i colossi sul loro terreno, ma ritagliarsi una nicchia ben precisa, parlando a chi cerca non solo un dispositivo per catturare immagini, ma uno strumento per riconnettersi con il momento presente. È una scommessa audace, un anacronismo digitale che potrebbe rivelarsi sorprendentemente in sintonia con i tempi. L’idea di una fotocamera digitale senza schermo, come la Clickr X9, potrebbe sembrare un fulmine a ciel sereno, un’eccentricità destinata a rimanere confinata a una nicchia di puristi o nostalgici. Eppure, a ben guardare, si inserisce in un filone carsico, una sorta di contro-rivoluzione silenziosa che sta prendendo piede nel mondo della fotografia consumer e non solo. Non si tratta di un rifiuto totale della tecnologia, ma piuttosto di una ricerca di alternative all’iper-connessione e alla gratificazione istantanea che dominano la nostra era digitale. La dipendenza dagli schermi, la cosiddetta “screen fatigue“, è un fenomeno sempre più discusso, e inizia a influenzare anche le scelte di consumo tecnologico.

“In questo contesto, l’assenza dello schermo su una fotocamera smette di essere vista solo come una mancanza e diventa una “caratteristica distintiva” che promette un’esperienza diversa.”

Non è un caso che negli ultimi tempi siano emersi prodotti come la Camp Snap o la Retrosnap cameras, fotocamere digitali volutamente minimaliste, spesso con risoluzioni modeste e, appunto, prive di schermo LCD posteriore. Queste macchine, spesso vendute a prezzi accessibili, puntano a replicare la semplicità e l’immediatezza delle vecchie usa e getta, ma con la sostenibilità del digitale. Il loro successo, specialmente tra i più giovani e sui Social media (paradossalmente), dimostra che esiste un mercato per un approccio più “lento” e intenzionale alla fotografia. Si ricerca l’autenticità, l’imperfezione calcolata, il piacere dell’attesa nel vedere il risultato finale, elementi che le fotocamere tradizionali, con la loro enfasi sulla perfezione tecnica e sulla revisione immediata, hanno in parte sacrificato. La Clickr X9, quindi, non nasce nel vuoto, ma si inserisce in questo trend emergente, proponendosi forse come un’interpretazione leggermente più evoluta o stilisticamente definita di questa filosofia “screenless“, grazie anche all’introduzione di filtri creativi da noi valutati superiori alla media e selezionabili direttamente e comodamente sul corpo macchina. È il segnale che la tecnologia, a volte, per innovare davvero, deve saper fare anche un passo indietro, riscoprendo il valore dell’essenziale.

Clickr X9 –  il set di alcuni dei colori disponibili della livrea del corpo macchina.

L’ideatore: Lucas Kroes, nostalgia analogica e pragmatismo Digitale.

Ma chi è l’uomo dietro la Clickr X9? Non aspettatevi un magnate della Silicon Valley o un ingegnere con decenni di esperienza nei laboratori di ricerca dei giganti giapponesi. Lucas Kroes è un giovane imprenditore olandese, un volto nuovo che incarna perfettamente lo spirito della sua creazione. Stando alle sue stesse parole, Kroes è un appassionato, prima che un uomo d’affari. Un amante della fotografia “vecchio stile“, del cinema su pellicola, persino della musica su vinile. Egli ricerca attivamente, quella texture imperfetta ma autentica che la tecnologia digitale moderna, nella sua corsa alla perfezione levigata, sembra aver dimenticato. La sua fascinazione per le fotocamere usa e getta non è solo un vezzo nostalgico; è la scintilla che ha acceso l’idea di Clickr, il nuovo brand dietro X9.

Lucas Kroes – Clickr

Lucas ha individuato un paradosso: l’esperienza unica e irripetibile delle fotocamere usa e getta, con l’attesa dello sviluppo, era affascinante ma insostenibile economicamente ed ecologicamente. Da qui, l’intuizione: perché non creare una fotocamera digitale che “mimasse” quell’esperienza, eliminando lo schermo e mantenendo la semplicità, ma offrendo la possibilità di riutilizzarla all’infinito? La Clickr X9 nasce da questa sintesi tra amore per il vintage e pragmatismo moderno. Kroes non demonizza la tecnologia digitale, anzi, la sfrutta per rendere la sua visione accessibile (pensiamo alla facilità di trasferimento dei file via USB-C), ma la piega a un’esigenza diversa, più emotiva ed esperienziale. La sua scommessa è che ci sia spazio per un prodotto che non urla specifiche tecniche da capogiro, ma sussurra la promessa di un modo diverso di catturare e vivere i ricordi. Un approccio che mette al centro non l’hardware, ma l’utente e il suo rapporto con l’atto fotografico. È presto per dire se la visione di Kroes avrà successo su larga scala, ma l’idea ha certamente il fascino delle intuizioni che colgono uno Zeitgeist nascosto, un desiderio inespresso di autenticità nell’era dell’artificiale.

Clickr X9 – il cavetto USB C gemello che occorre sia per scaricare le foto oppure per ricaricare la batteria interna.  – Ph. by @iphotox ©2025 crono.news

Dentro la Clickr X9: minimalismo ragionato e scelte controcorrente.

Scendiamo ora nel dettaglio di questa intrigante piccola fotocamera, analizzando le scelte di design e le caratteristiche tecniche che definiscono la sua identità abbastanza unica. Come suggerisce il nome e la filosofia “screenless“, l’aspetto esteriore è dominato dalla semplicità. Un corpo macchina compatto, discreto, forse con un richiamo estetico alle fotocamere compatte a pellicola degli anni ‘80 o ‘90, ma realizzato con materiali moderni, robusti e leggeri. L’assenza del display LCD posteriore non è solo una dichiarazione di intenti, ma un elemento chiave del design che ne riduce ingombro e peso, rendendola estremamente portatile e poco appariscente oltre che economica, ideale per chi non vuole attirare l’attenzione mentre scatta.

Al posto dello schermo, troviamo un minuscolo display Oled monocromatico a due righe, molto leggibile. Niente anteprime, solo le informazioni strettamente necessarie: il contatore degli scatti (un richiamo diretto al rullino), lo stato della batteria, l’indicazione dello speaker attivo (disinseribile), l’indicazione del doppio Led Flash, abbastanza potente, (automatico, attivabile o disattivabile con un piccolo selettore a tre vie sul fronte della fotocamera) e, dettaglio cruciale, il filtro creativo attualmente selezionato. Accanto al mini-display, un piccolo pulsante dedicato permette di selezionare tra le diverse opzioni stilistiche previste, trasformando la scelta del filtro da operazione di post-produzione a decisione creativa presa sul campo, prima ancora di premere il pulsante di scatto.

 

 

 Le tre opzioni Filtro creativo selezionabili direttamente sulla fotocamera   –  (Le immagini non sono post prodotte) –  ph. by @iphotox ©2025 Crono.news 

 

Sotto il cofano, la scelta più discussa: un sensore piccolo ma efficace da 1/3.2”. (pollici), da soli 8 megapixel.  La fotocamera è inoltre equipaggiata con un obiettivo con lenti in resina, a fuoco fisso dichiarato di 4.2 mm. F2,8 quindi, la lunghezza focale equivalente su full-frame, il fattore di Crop per un sensore di queste dimensioni è approssimativamente 7.62. (35: ≈ 4.2mm * 7,62 ≈) sarà di 32mm. Nell’era degli smartphone che sfoggiano sensori da 48 o 108 MP, quindi gli 8MP di questa fotocamera sembrano un’eresia tecnologica. Ma è proprio qui che si cela la filosofia della X9. Non si punta alla risoluzione estrema, ma a un’immagine che abbia carattere.

Otto megapixel sono più che sufficienti per stampe di piccole-medie dimensioni e, soprattutto, per la condivisione sui social media (l’habitat naturale per cui macchine come questa sembrano pensate, nonostante l’approccio “lento”.) Il vero cuore creativo, però, risiede nei filtri selezionabili, accessibili tramite il pulsante dedicato.

La X9 originale menziona tre opzioni: Retro“, “Mono (Monocromatico) e “Classic. Come analizzato in precedenza, non si tratta di semplici preset, ma di vere e proprie interpretazioni stilistiche che definiscono l’immagine fin dalla cattura. “Retro” per evocare atmosfere passate con colori molto caldi; “Mono” per costringere l’occhio a vedere in termini di luci, ombre e texture in bianconero “Classic” per una resa più equilibrata e tradizionale, ma sempre con un’impronta specifica data dalla X9 realizzata attraverso una leggera desaturazione dei colori che appaiono leggermente freddi. Questa scelta progettuale sposta l’enfasi dalla post-produzione all’intenzione pre-scatto, un cambiamento radicale rispetto al flusso di lavoro digitale convenzionale. La profondità di campo è ottima su tutto il fotogramma e non presenta nessuna sfocatura ai bordi rendendo tutto molto nitido.

Il mini display di controllo posteriore, lo speaker, il mirino ottico – ph by @iphotox ©2025 Crono.news

L’esperienza d’uso, infine, è il vero punto di rottura. Fotografare con la Clickr X9 significa abbandonare la sicurezza dell’anteprima. Bisogna fidarsi del proprio istinto, della propria capacità di comporre (attraverso un mirino, si spera ottico e semplice), e accettare un elemento di sorpresa. Lo scatto torna ad essere un atto di fede, seguito da un’attesa che amplifica il valore dell’immagine quando finalmente la si scarica e la si visualizza su un computer o un altro dispositivo. È un ritorno all’essenza, un invito a concentrarsi sul soggetto e sul momento, liberandosi dall’ansia del risultato perfetto e immediato. Un’esperienza che può essere limitante per alcuni, ma incredibilmente liberatoria e gratificante per altri.

A chi si rivolge, dunque, questa simpatica fotocamera così particolare? Sicuramente non al professionista che necessita di controllo assoluto e massima qualità tecnica, né all’utente occasionale che cerca la comodità dello smartphone per scatti rapidi e senza pensieri. La Clickr X9 parla un linguaggio diverso, destinato a un pubblico specifico, forse di nicchia ma potenzialmente molto fedele. Possiamo tracciare un identikit:

Innanzitutto, c’è l’appassionato di fotografia “pura”, colui che magari ha iniziato con l’analogico o che semplicemente subisce il fascino di un approccio più ragionato e meno tecnologico. Per questa persona, l’assenza dello schermo e la risoluzione limitata non sono difetti, ma caratteristiche che stimolano la creatività e riportano l’attenzione sull’essenza dello scatto: composizione, luce, momento. È l’utente che apprezza il processo tanto quanto il risultato.

Poi c’è il nostalgico consapevole, chi ricorda con piacere l’era delle compatte a pellicola o delle prime digitali, ma non vuole rinunciare alla praticità del digitale (niente costi di sviluppo, facilità di archiviazione e condivisione). La X9 offre il “meglio dei due mondi”: l’esperienza d’uso che richiama il passato, ma con la tecnologia del presente.

 Il fondello della fotocamera con i vari controlli, la porta USB C T2, lo slot micro SD – ph by @iphotox ©2025 Crono.news

Un target emergente è rappresentato dai “disintossicatori digitali”, persone che cercano attivamente di ridurre il tempo passato davanti agli schermi e di vivere le esperienze in modo più diretto e meno mediato. Per loro, una fotocamera screenless è uno strumento coerente con uno stile di vita più consapevole, un modo per catturare ricordi senza cadere nella trappola della revisione compulsiva e della condivisione istantanea.

Non dimentichiamo i creativi e gli sperimentatori, fotografi (amatoriali o meno) che cercano una seconda o terza fotocamera diversa dal solito, uno strumento leggero e discreto per progetti specifici, per la street photography “invisibile“, o semplicemente per divertirsi con un approccio differente. I filtri creativi integrati e l’estetica potenzialmente “lo-fi” degli 8 megapixel possono essere visti come un valore aggiunto per chi cerca un look distintivo.

Infine, potrebbe attrarre anche un pubblico più giovane, cresciuto nell’era digitale ma affascinato dall’estetica vintage e dalla “autenticità” promossa da prodotti come questo (come dimostra il successo di app che simulano le usa e getta, oppure di fotocamere come la Camp Snap, Leasy, Retrosnap etc.). Per loro, la X9 potrebbe essere un oggetto di tendenza, un modo per distinguersi e per abbracciare un approccio “slow tech“, o semplicemente come fotocamera “da tutti i giorni” per chi sposa la sua filosofia minimalista.

Ogni proposta audace porta con sé un bagaglio di potenziali vantaggi e inevitabili compromessi. La Clickr  X9 non fa eccezione. Analizziamone i punti di forza e le debolezze intrinseche, elementi cruciali per capire le reali potenzialità di questa fotocamera controcorrente.

Clickr X9 – Legenda dei controlli della fotocamera.

Punti di Forza:

  1. Esperienza Fotografica Unica. L’assenza dello schermo costringe a un approccio più intenzionale, riflessivo e meno distratto. Riscopre il piacere dell’attesa e della sorpresa, differenziandosi nettamente dall’esperienza standard offerta da smartphone e fotocamere tradizionali.
  2. Design Minimalista e Discreto:Compatta, leggera e priva dell’ingombrante, costoso (e fragile) schermo posteriore, la X9 è ideale per essere portata ovunque senza dare nell’occhio. Perfetta per la street photography o per chi cerca un oggetto esteticamente pulito e funzionale.
  3. Stimolo alla Creatività Pre-Scatto: I filtri fisici selezionabili al momento dello scatto (Retro, Mono, Classic) non sono un orpello, ma un invito a pensare l’immagine in termini stilistici fin dall’inizio, spostando l’enfasi dall’editing successivo all’intenzione creativa sul campo.
  4. Potenziale Estetico “Vintage/likeAnalogico”: La combinazione del sensore da 8MP (con la sua possibile resa meno “perfetta”) e dei filtri dedicati porta a generare immagini con un carattere distintivo, molto piacevole, ricercato da chi apprezza un look meno patinato e più “autentico”.
  5. Semplicità d’Uso: Pochi controlli essenziali, nessuna interfaccia complessa da navigare. Si punta e si scatta, scegliendo al massimo il filtro. L’ampia profondità di campo, gli automatismi dei tempi di scatto e degli ISO abbastanza ampi, fanno il resto. Questo la rende la piccola fotocamera accessibile anche a chi non ha grande dimestichezza tecnica.
  6. Maggiore Durata della Batteria. L’assenza di un grande schermo LCD, componente notoriamente energivoro, si traduce in un’autonomia significativamente maggiore rispetto alle fotocamere digitali convenzionali.
  7. Sono distribuite in tutta Europa sulla piattaforma di e-commerce Vinted e quindi subito disponibili i pochi giorni.

Punti Deboli: (o Compromessi):

  1. Risoluzione Limitata: Gli 8 megapixel possono essere pochi per gli standard attuali. Sebbene più che sufficienti per molti usi (social, piccole stampe), essi limitano le possibilità di ritaglio spinto o di stampe di grandi dimensioni. Chi cerca il dettaglio tecnico estremo rimarrà deluso.
  2. Impossibilità di Revisione Immediata: È la caratteristica distintiva, ma anche il limite più evidente. Non poter controllare subito l’esposizione, la messa a fuoco fissa, anche se con notevole PDC, o la composizione può essere frustrante, specialmente in situazioni critiche o per chi è abituato al feedback istantaneo.
  3. Curva di Apprendimento Esperienziale: Abituarsi a scattare “alla cieca” richiede un cambio di mentalità e un po’ di pratica per imparare a fidarsi del proprio occhio e a prevedere il risultato, specialmente con i  filtri.
  4. Controllo Limitato (Presunto): La filosofia minimalista suggerisce controlli manuali limitati o assenti su parametri come esposizione, ISO, bilanciamento del bianco. Questo la rende meno versatile per chi desidera un controllo tecnico approfondito.
  5. Dipendenza da un Dispositivo Esterno per la Visualizzazione: Le foto esistono, ma per vederle serve un computer, un tablet o uno Smartphone a cui trasferirle. Manca l’immediatezza della condivisione diretta dalla fotocamera (a meno di future implementazioni Wi-Fi/Bluetooth per ora non menzionate).

Un altro punto interrogativo riguarda la distribuzione e il marketing. Siamo di fronte ad una startup giovane. Avrà la forza per imporsi su un mercato affollato, anche se di nicchia? Le voci parlano di una strategia molto focalizzata sui social media, influencer marketing mirato a community di appassionati di fotografia vintage, lifestyle e attraverso la vendita su piattaforme di e-commerce europee, vedi Vinted. L’obiettivo sarebbe creare un culto attorno al prodotto, un po’ come è successo con altri oggetti tecnologici dal design iconico o dalla filosofia controcorrente.

In definitiva, la Clickr X9 è una fotocamera di carattere, che fa dei suoi limiti percepiti la sua forza distintiva. Non è per tutti, e non pretende di esserlo. Il suo successo dipenderà dalla capacità di intercettare quel pubblico che cerca un’esperienza fotografica diversa, più emotiva e meno ossessionata dalla perfezione tecnica. In conclusione, la Clickr X9 per il suo comparto si presenta molto bene sulla scena, non come l’ennesima fotocamera digitale destinata a perdersi nel rumore di fondo del mercato, ma come qualcosa di più significativo: una dichiarazione d’intenti. È il manifesto di un approccio diverso alla tecnologia e alla creatività, un invito a rallentare, a osservare, a fidarsi del proprio istinto piuttosto che dell’anteprima su uno schermo.

La scommessa di Lucas Kroes e del suo brand Clickr è audace: dimostrare che nel 2025 c’è ancora spazio e forse un bisogno crescente, per un’esperienza fotografica che privilegi l’essenzialità, l’attesa e persino l’imperfezione calcolata.

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