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Recensione di Soldati del Re di Carlo Alianello: libro appassionante

Carlo Alianello è straordinario nel dipingere affreschi storici dettagliati.

Recensione di Soldati del Re di Carlo Alianello: libro appassionante ma forse di sovrabbondante ricchezza stilistica.

Recensione di Soldati del Re. Ho appena concluso la lettura de “Soldati del Re” di Carlo Alianello (Hacca Edizioni) e confesso che l’esperienza mi ha lasciato con sentimenti contrastanti. Avevo grandi aspettative, alimentate dal ricordo vivido de “L’alfiere”, che mi aveva completamente rapito con la sua narrativa avvincente. Purtroppo, questo nuovo lavoro non ha suscitato in me lo stesso entusiasmo.

“Soldati del Re” è indubbiamente un’opera di valore letterario. Alianello dimostra ancora una volta la sua straordinaria capacità di dipingere affreschi storici dettagliati e di scrutare le profondità dell’animo umano. La sua prosa è ricca, a tratti sontuosa, e rivela una padronanza linguistica invidiabile. Tuttavia, è proprio questa ricchezza stilistica che, paradossalmente, finisce per appesantire la narrazione.

Mi sono trovato spesso a lottare con il testo, rileggendo passaggi non per il piacere di assaporarne la bellezza, ma per decifrarne il significato nascosto sotto strati di preziosismi linguistici. Alianello sembra aver sviluppato un culto della parola quasi d’annunziano, che rende la lettura faticosa e a tratti artificiosa. Questa ricercatezza eccessiva, sebbene dimostri l’abilità dell’autore, ostacola il fluire naturale della narrazione.

Carlo Alianello – Soldati del re – Hacca Edizioni

Stuttura tripartita

La struttura tripartita del romanzo, che offre tre diverse prospettive su un periodo storico cruciale, è interessante concettualmente. Tuttavia, nella pratica, ho avvertito una discontinuità che ha minato il mio coinvolgimento emotivo. Ogni volta che cominciavo a sentirmi immerso in una narrazione, mi ritrovavo catapultato in un nuovo scenario, con nuovi personaggi da comprendere.

Recensione di Soldati del Re. C’è un’altra sensazione che mi ha accompagnato durante tutta la lettura: “Soldati del re” mi è sembrato un ricco e variegato antipasto in attesa di un primo piatto che non arriva mai. Ogni capitolo, ogni scena, ogni descrizione sembrava promettere l’arrivo imminente di qualcosa di grandioso, di un momento culminante che avrebbe dato senso a tutto. Ma questo momento non è mai arrivato, almeno non nel modo che mi aspettavo.

Questa continua attesa ha attivato in me una sorta di modalità “Aspettando Godot”, lasciandomi alla fine con una sensazione di incompiutezza, quasi di fame non saziata. È come se Alianello avesse preparato un banchetto elaborato, mi avesse fatto assaggiare mille prelibatezze, ma alla fine mi avesse negato il piatto principale, lasciandomi a bocca asciutta.

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Meriti

Nonostante queste criticità, sarebbe ingiusto non riconoscere i meriti del libro. Alianello dimostra una sensibilità rara nel rievocare lo spirito di un’epoca tumultuosa. I suoi personaggi sono complessi, sfaccettati, con motivazioni credibili che vanno oltre i semplici stereotipi. La sua capacità di intrecciare le vicende personali con il grande affresco storico è innegabile e, in alcuni momenti, davvero magistrale.

Il periodo scelto da Alianello, quella grande stagione rivoluzionaria che chiude la Restaurazione, è affascinante e ricco di potenziale narrativo. L’autore riesce a catturare l’intensità politica di quei mesi, carichi di attese e attraversati da un forte vento di speranza. In questo, “Soldati del re” brilla davvero, offrendoci uno spaccato vivido di un momento cruciale della storia italiana.

Ho apprezzato anche la riflessione sottile ma costante sulla caducità umana. Alianello usa sapientemente simboli militari non solo come testimonianze di una gloria passata, ma come memento della fragilità della condizione umana. Questo sottotesto filosofico aggiunge profondità al romanzo e invita a una riflessione che va oltre la semplice narrazione storica.

 

E…quindi?

Consiglio la lettura di “Soldati del re”, ma con una premessa importante: approcciatevi a questo libro come a un’opera da meditare, non da divorare. È un testo che richiede pazienza, riflessione e, forse, anche una certa predisposizione alla frustrazione. Non aspettatevi l’immediatezza e il coinvolgimento emotivo de “L’alfiere”. Qui, Alianello ci offre un’esperienza di lettura più cerebrale, più impegnativa.

Se decidete di leggerlo, vi suggerisco di farlo in parallelo o immediatamente dopo “L’alfiere”. Il confronto tra le due opere vi permetterà di apprezzare appieno la versatilità di Alianello come scrittore, pur riconoscendo le peculiarità e i limiti di ciascuna opera.

“Soldati del re” è come un piatto gourmet particolarmente elaborato: apprezzabile per la sua complessità, per la ricercatezza degli ingredienti e per l’abilità dello chef, ma non necessariamente appagante per tutti i palati. Alcuni lo troveranno un capolavoro di raffinatezza, altri potrebbero sentirsi un po’ delusi, desiderando qualcosa di più sostanzioso e immediato.

In definitiva, questo libro mi ha lasciato con sentimenti contrastanti: ammirazione per l’indubbia maestria di Alianello, frustrazione per le promesse narrative non completamente mantenute, e una strana nostalgia per la scrittura più diretta e coinvolgente de “L’alfiere”. Ma forse è proprio questo il segno di un’opera che, nel bene e nel male, non lascia indifferenti.

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