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Il Cavallo Corsiero del Sole: un mito millenario a Napoli

Un'eredità culturale indelebile.

Il Cavallo Corsiero del Sole: un mito millenario a Napoli. Straordinaria eredità culturale di una vera e propria icona.

Il cuore pulsante di Napoli, prima ancora del ciuccio, era un maestoso cavallo di bronzo: il Corsiero del Sole. Un tempo, svettava in piazza Sisto Riario Sforza, all’incrocio tra via Duomo e via Tribunali, incarnando lo spirito indomito e fiero del popolo partenopeo.

Un mito dalle radici antiche

Le origini del Corsiero sono avvolte nel mistero. La tradizione vuole che sia stato opera del poeta Virgilio e che fosse posto di fronte all’antico Tempio di Apollo. Leggende affascinanti gli attribuivano poteri quasi magici: si diceva che potesse guarire i cavalli malati che gli girassero intorno. Questa credenza, comprensibilmente, suscitò le ire dei maniscalchi locali!

Sebbene la paternità artistica di Virgilio sia più una leggenda che un fatto storico, è innegabile che il Corsiero sia stato legato fin da subito al mito e alla spiritualità. La sua collocazione di fronte al tempio di Apollo, dio del sole e delle arti, ne faceva un simbolo di potere, conoscenza e bellezza.

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Un simbolo che unisce

Cavallo Corsiero del Sole. Il Corsiero divenne rapidamente un’icona della città. Immagini del cavallo rampante apparvero su monete medievali e lo stemma del Sedile di Nilo, una delle più antiche e prestigiose corporazioni nobiliari napoletane, lo adottò come proprio simbolo. Anche il Napoli Calcio, nelle sue prime vesti, scelse il Corsiero come emblema, prima che l’ironia popolare lo trasformasse nel più noto “ciuccio”. Ancora oggi, il cavallo campeggia sul vessillo della città metropolitana di Napoli.

Il nome “Corsiero del Sole” deriva dall’antica denominazione di via Duomo, un tempo chiamata “Via del Sole”. La sua importanza era tale che divenne protagonista di numerosi eventi storici. Si racconta, ad esempio, che Corrado IV di Svevia, al suo ingresso trionfale a Napoli, fece aggiungere un morso alla bocca del cavallo, in segno di sottomissione del popolo.

La fine di un’era e una nuova nascita

Purtroppo, il destino del Corsiero fu segnato. Nel 1322, l’arcivescovo Matteo Filomarino, preoccupato dalle superstizioni legate alla statua, ne ordinò la fusione per ricavarne il metallo necessario alla costruzione della nuova campana del Duomo. Così, il simbolo pagano del Corsiero si trasformò in un elemento cristiano, chiamando i fedeli alla preghiera.

Nel luogo dove un tempo sorgeva il Corsiero, nel 1631, fu eretto l’obelisco di San Gennaro, in seguito alla miracolosa liquefazione del sangue del santo patrono. Questa nuova opera divenne il nuovo punto di riferimento religioso della città.

Un’eredità indelebile

Il Corsiero del Sole, sebbene distrutto, ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo dei napoletani. Il cavallo rampante è diventato un simbolo di forza, libertà e orgoglio, rappresentando lo spirito indomito del popolo partenopeo.

La sua trasformazione da simbolo pagano a elemento cristiano riflette i cambiamenti culturali e religiosi della città nel corso dei secoli. Tuttavia, il suo significato più profondo è rimasto inalterato: il Corsiero è un’icona di Napoli, un legame tra passato e presente, un simbolo di un’identità forte e radicata.

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