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I Messapi del Salento: Un popolo di guerrieri e coloni

Origini, cultura e vicende di un popolo indomito che resse per secoli all'urto di Romani e altre genti.

I Messapi del Salento: Un popolo di guerrieri e coloni. Origini, cultura e vicende di un popolo indomito che resse per secoli all’urto di Romani e altre genti.

Messapi del Salento. I Messapi costituirono uno dei gruppi etnici primigeni che popolarono l’Italia meridionale in epoche remote, parallelamente a stirpi come i Dauni e i Peucezi. Questo antichissimo popolo ebbe il suo fulcro vitale e la sua patria d’origine nell’odierna regione salentina, all’estremo lembo sud-orientale della Puglia, là dove lo sperone del tacco d’Italia si protende tra le acque del mar Ionio e l’ingresso settentrionale del Canale d’Otranto. I Messapi furono tra i primi abitatori storicamente documentati di quel territorio che ancora oggi conserva forte la loro impronta e memoria.

Origini e migrazioni.

Le radici etniche dei Messapi sono avvolte in parte dalla nebbia del mistero e del dubbio. Secondo la tradizione, essi discenderebbero da un ramo degli Illiri, gente proveniente dai Balcani. Alcuni studiosi ipotizzano una loro migrazione in Puglia tra il XV e il XII secolo a.C., con spostamenti dall’area balcanico-meridionale e dall’Epiro verso la nostra penisola. Altri respingono la pista illirica, ritenendo i Messapi diretti discendenti delle tribù italiche autoctone dell’Età del Bronzo, senza alcun legame con oltralpe.

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I Messapi rientrarono comunque nella grande ondata migratoria di popolazioni indoeuropee che dal II millennio a.C. in poi si riversarono dall’Europa centro-orientale verso il Mediterraneo occidentale, stabilendosi in zone un tempo occupate dalle genti pre-indoeuropee della civiltà appenninica.

Cultura e insediamenti.

La civiltà dei Messapi fiorì tra il VII e il VI secolo a.C., nel pieno della tarda Età del Ferro. I loro principali insediamenti sorsero lungo la costa adriatica del Salento, dove edificarono città fortificate come Rudiae, Ugento e Otranto. Questi centri, detti “agri” o “iduppia”, erano arroccati sulle alture collinari e difesi da possenti cinte murarie in opera poligonale o megalitica.

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I Messapi eccellevano nell’agricoltura, coltivando estese pianure a grano, ulivi e vigneti. Erano abili artigiani, capaci di erigere raffinati templi e palazzi in blocchi squadrati di pietra. Ci hanno lasciato splendidi tamburi di colonna istoriati, oggi conservati al Museo Archeologico di Lecce, nonché statue, ceramiche, monete ed altri manufatti che testimoniano il loro alto livello culturale.

Contrasti con le popolazioni limitrofe.

I Messapi del Salento ebbero per secoli un rapporto conflittuale con i vicini Dauni, popolo stanziato nella valle dell’Ofanto e nelle Murge, e con i Lucani, di etnia osca. Si scontrarono ripetutamente con entrambi per il controllo di territori di confine e vie commerciali.

Verso la fine del VI secolo a.C., subirono la pressione territoriale dei Greci di Taranto, che fondarono una serie di colonie nel Salento per garantire il controllo delle coste e delle rotte navali. Con i Tarantini i Messapi strinsero alleanze ma anche accordi commerciali, grazie alla comunanza di credenze religiose e rituali.

L’esploratore Polibio li descrive come un popolo “guerriero e rapace”, interessato prevalentemente a razziare le ricchezze dei popoli vicini. Al tempo stesso, riconosceva la loro abilità nel governare le città e nel coltivare la terra.

L’arrivo dei Romani

Il controllo romano sulla Puglia si impone in due fasi distinte. Nel III secolo a.C. i Romani sconfiggono i Tarantini e occupano i loro territori, giungendo però solo marginalmente nel Salento. Sarà solo nel corso delle guerre sannitiche, tra il IV e il III secolo a.C., che i Romani riescono ad espandersi definitivamente anche nelle zone messapiche.

Dopo aspri scontri contro gli eserciti romani, i Messapi finirono per allearsi con loro contro le popolazioni daune e sannitiche. La loro cultura sopravvisse tuttavia con molte tracce ancora nel periodo imperiale, come dimostrano la lingua e i culti religiosi autoctoni perpetuati per diversi secoli.

Con l’avvento del dominio romano il Salento fu pian piano latinizzato. Numerose città messapiche, come Ugento, Otranto e Brindisi, mantennero tuttavia una certa autonomia amministrativa, soprattutto sul piano fiscale e giurisdizionale. I Messapi del Salento furono assimilati gradatamente all’ambiente culturale italico e latino, senza però perdere del tutto la loro identità etnica ed il loro spirito guerriero e indipendentista.

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