Nzallanuto in lingua napoletana: inselenito, inebetito da Selene.

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Nzallanuto in lingua napoletana: “inselenito”, inebetito da Selene, la Dea della Luna. Per gli antichi Greci, la Luna era abitata dai Seleniti. 

Nzallanuto in lingua napoletana. La lingua napoletana è una delle più ricche di contaminazioni culturali, grazie alla sua storia. Napoli, infatti, è stata un crocevia di popoli e culture diverse, che hanno lasciato il loro segno nella parlata e nella cultura della città. Un esempio di queste contaminazioni culturali è la parola ‘nzallanuto, utilizzata per esortare una persona a tornare con i piedi per terra. Questo termine deriva dalla napoletanizzazione della parola “inselenito”, che risale alla mitologia degli antichi greci. Per gli antichi greci, la Luna era abitata dai Seleniti e governata dalla dea Selene. “Inselenito”, quindi, era colui che, quasi inebetito, era assorto nei pensieri su Selene, definita da Omero “la tutta splendente”.

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Tutto ciò è anche confermato da Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso, quando Astolfo, migliore amico dell’eroe impazzito, vola fino alla luna per recuperargli il senno perduto. Nel Canto XXXIV dell’Orlando Furioso, Astolfo si imbarca in un viaggio verso la Luna accompagnato da San Giovanni. La Luna rappresenta il luogo dove vengono raccolte tutte le cose perdute dagli uomini sulla Terra, sia beni materiali che morali. Astolfo, alla ricerca del senno perso da Orlando a causa dell’amore, si trova davanti a un monte dove sono accumulati tutti i tipi di senno perso dagli uomini. In questo luogo, Astolfo scopre che il senno si trova in ampolle, poiché si trova allo stato gassoso. Tra le tante ampolle, Astolfo nota una con scritto “Senno d’Orlando” e altre con i nomi di famosi personaggi noti per la loro mancanza di senno. Ariosto spiega poi che la causa principale di questa perdita di senno è l’amore, seguita dalla ricerca affannosa e dalle sciocchezze. Astolfo, con l’ampolla del senno di Orlando, può tornare sulla Terra per restituire al suo amico il suo senno perduto.

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Nzallanuto in lingua napoletana. La parola ‘nzallanuto, quindi, non solo richiama l’antica credenza che il senno perduto finisse sulla Luna, ma anche l’idea che la Luna fosse un luogo di ispirazione e di contemplazione. E proprio come Astolfo, che torna sulla Terra con il senno di Orlando, anche una persona ‘nzallanuta può tornare con i piedi per terra, ma senza dimenticare mai l’ispirazione e la contemplazione che ha trovato sulla Luna.

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