Alcides Arguedas Novela Indigenista: Bolivia, indigeni ed identità culturale

Scrittore boliviano, iniziatore del romanzo indigenista: "Il progresso della nazione deve essere prodotto dagli Indios."

Alcides Arguedas Novela Indigenista: indigeni, identità culturale e colonialismo.  Lo scrittore boliviano fu l’iniziatore del romanzo indigenista; uomini determinati da un’esistenza difficile in costante lotta contro un’organizzazione sociale gerarchica, razzista e ingiusta. Fu ispiratore di Miguel Angel Asturias (Premio Nobel per la Letteratura 1967).

Alcides Arguedas Novela Indigenista. Alcides Arguedas Díaz (La Paz, 15 luglio 1879 – Chulumani, 6 maggio 1946) è stato uno scrittore, politico e storico boliviano. La sua opera letteraria, che tratta temi legati all’identità nazionale, al meticciato e alle questioni indigene, ha avuto una profonda influenza sul pensiero sociale boliviano e non solo, nella prima metà del ventesimo secolo. Il suo romanzo cardine, “Raza de bronce”, è considerato un precursore della letteratura indigenista.

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Indubbiamente, si può affermare che il contributo più importante di Alcides Arguedas è stato quello di risvegliare e riattivare attraverso le sue opere una parte importante della coscienza nazionale sopita. In altre parole, quando tutti cercavano di dimenticare quella che era la vera essenza nazionale, Arguedas la riscoprì e lottò per recuperarla percependo che ciò che configurava realmente la vera identità della Bolivia era la sua alta percentuale di popolazione indigena. “Il progresso della nazione deve essere prodotto dagli Indios.” Senza dubbio, per questo autore, l’aspetto più importante e caratteristico della Bolivia era il fatto che fosse un paese costituito in prevalenza da indios. Questo fatto giustificherebbe il significato concreto e particolare della comparsa di questo gruppo sociale non solo in “Pueblo enfermo” e “Raza de bronce”, ma anche in tutta la sua opera letteraria. Infatti, per quanto riguarda i problemi che caratterizzavano la realtà boliviana, la figura e la situazione dell’indio erano senza dubbio una parte essenziale di essi.

Nel caso particolare di “Pueblo enfermo” (1909) e “Raza de bronce” (1919), la subordinazione degli indigeni alle ambizioni e agli appetiti personali dei loro proprietari terrieri è descritta in modo speciale. Francamente, se torniamo alle origini del liberalismo e agli anni in cui furono scritti i due sopracitati romanzi, possiamo notare che in tutto il periodo trascorso, la situazione vissuta dagli indios era praticamente la stessa. Erano tutti sottoposti a leggi tutelari e principi politici che erano stati creati durante il periodo liberista sotto lo slogan “ordine e progresso” con l’intenzione di proteggerli e incorporarli alla civiltà. Eppure, abbiamo visto che tali leggi e principi non erano che “la maschera con cui venivano mascherati gli interessi subalterni dei gruppi o degli individui al potere” (Francovich).

Gruppo di contadini guidato da Zarate Willka, che partecipò alla guerra federale del 1899.

Alcides Arguedas Novela Indigenista. Infatti, tra le classi dirigenti, è sempre prevalsa l’opinione che gli indios fossero degli ostacoli social. Un po’ più tardi, all’inizio del XX secolo, l’atteggiamento politico nei confronti degli indios cambiò leggermente con una chiara tendenza a paragonarlo al cittadino europeo. L’Europa, come è stato dimostrato sopra, nel caso degli scrittori e delle correnti letterarie, era un simbolo di perfezione. L’ideale era allora sostituire l’indigeno con uomini di sangue europeo (razza bianca) come stavano facendo Argentina, Cile e Brasile, tra gli altri. Tuttavia, nel caso specifico della Bolivia, nonostante il fatto che una moltitudine di misure politiche furono stabilite per attirare l’immigrazione, non si ottenne che un significativo flusso migratorio arrivasse nel paese, ma al contrario: “la popolazione indigena, lungi dallo scomparire, si sviluppò seguendo i suoi normali tassi di crescita” (Francovich 115). Perciò, quando Alcides Arguedas scrisse le sue opere, il crescente numero di indigeni esigeva la loro considerazione come parte integrante e inseparabile della realtà nazionale boliviana. In altre parole,” la Bolivia cominciò a capire che l’indio era il vero fondamento biologico della nazionalità e del carattere nazionale” (Rose-Green, Francovich).

Indios Boliviani.

Perciò, uno dei suoi rappresentanti, Alcides Arguedas ha argomentato in suo favore, invece di nascondere la sua presenza e importanza, l’ha scoperta e rivalutata in “Pueblo enfermo” y “Raza de bronce” attraverso l’introduzione di una descrizione dettagliata della sua cultura e del suo comportamento, ma soprattutto grazie alla descrizione e alla denuncia della drastica situazione di sfruttamento in cui tutti vivevano. È interessante notare che, a partire da Alcides Arguedas, l’indio cominciò a riapparire nuovamente in tutte le manifestazioni intellettuali del pensiero boliviano (Francovich). Infatti, Alcides Arguedas, non solo ha introdotto la figura e la dura situazione vissuta dall’indio all’interno delle sue opere, ma le ha anche trattate in un modo che oggi ci permette di considerarle come:

“Il motore di partenza del romanzo indigenista: uomini determinati da un’esistenza difficile in costante lotta contro un clima e una terra eccezionalmente duri, un’organizzazione sociale gerarchica, razzista e ingiusta, e una struttura economica ereditata e piena di favoritismi schiavistici”

(Borello).

Alcides Arguedas – “Raza de bronce”.

Alcides Arguedas Novela Indigenista. Così, in stretta relazione con questi aspetti, in “Pueblo enfermo” y “Raza de bronce” non ci interessa solo analizzare l’apparizione o la ricomparsa degli indigeni, il gruppo sociale più numeroso della Bolivia, dominato dalla potente forza della natura, ma anche la loro situazione di sofferenza dovuta all’influenza di una struttura o situazione socio-politica estremamente ingiusta. In relazione a tutto ciò che è stato stabilito finora, è importante sottolineare che, nelle opere di Alcides Arguedas, l’indio non rappresenta un ostacolo al buon sviluppo della nazione boliviana, ma il contrario. Infatti, per questo autore il progresso della nazione deve essere prodotto dagli Indios, l’etnia più rappresentativa della Bolivia, e, se non è prodotto è dovuto allo stato di fatale controllo e protagonismo che la natura ostile e potente esercita sulla vita di questa, dall’impotenza e incapacità di quest’ultima di porre fine a questo controllo e, soprattutto, da questa situazione di oppressione, inganno e sfruttamento che ha subito storicamente come conseguenza della sottomissione ai loro superiori.

Traendo grande ispirazione dall’opera “Pueblo enfermo” di Alcides Arguedas , lo scrittore guatemalteco Miguel Angel Asturias (Premio Nobel per la Letteratura nel 1967),  concepì il problema degli indigeni in termini di patologia sociale.  Basti pensare alle sue apprezzatissime opere “Hombres de Maìz” e “Leyendas Guatemaltecas”.

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