World of dinosaurs: Scipionyx, dinosauro scoperto nel 1981 in Italia

Scipionyx risale a 113 milioni di anni fa.

World of dinosaurs: Scipionyx, dinosauro scoperto nel 1981 in Italia. Il ritrovamento avvenne vicino a Pietraroja, a circa 50 chilometri da Benevento.

World of dinosaurs: Scipionyx è un piccolissimo genere di dinosauro teropode del primo Cretaceo italiano, circa 113 milioni di anni fa. È stato scoperto un solo scheletro, che si distingue per la conservazione dei tessuti molli e degli organi interni. Si tratta del fossile di un giovane di pochi centimetri di lunghezza. La dimensione dell’adulto è stimata in 2 metri. Scipionyx Samniticus:  Il nome Scipionyx deriva dal latino Scipione e da Onyx (in greco “grande artiglio” per sottolineare le unghie del dinosauro); e per Scipione Breislak, il geologo che ha scritto la prima descrizione della formazione in cui è stato trovato il fossile. Il nome specifico Samniticus significa “Dal Sannio”, il nome latino della regione intorno a Pietraroja. L’esemplare è anche popolarmente soprannominato “Skippy”. Scipionyx è stata scoperto nella primavera del 1981 da Giovanni Todesco, un paleontologo dilettante (scomparso nel 2019), vicino a Pietraroja, a circa 50 chilometri da Benvento.

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Cranio di Scipionyx Samniticus.
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I fossili sono stati conservati nella formazione calcarea di Pietraroja, ben nota per i fossili insolitamente ben conservati. Il Todesco pensava che i resti appartenessero a quelli di un uccello fossile. Ignaro dell’importanza dei suoi ritrovamenti, tenne lo strano fossile nel seminterrato della sua casa fino al 1992 quando incontrò due paleontologi, Cristiano dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano e Marco Signore dell’Università di Napoli Federico II, che lo identificò come il primo dinosauro italiano. La rivista Oggi ha dato al piccolo dinosauro il soprannome “Ciro”, tipico nome napoletano. Nel 1998, la scoperta di Scipionyx occupò la copertina della prestigiosa rivista Nature.

 

Copertina di “Nature” del 1998.

World of dinosaurs: Le proporzioni del corpo indicano che questo animale è poco più di un cucciolo. Il rapporto cranio/presacrale è più alto che in qualsiasi noto teropode adulto, tra cui Tyrannosaurus; inoltre, il la regione antorbitale è corta, e l’orbita è grande e circolare. Molti elementi scheletrici (scapulo-coracoide, placche sternali, vertebre sacrali) e diversi archi neurali sono separati dal loro centro. La simmetria dello sviluppo dei denti in entrambi i rami mascellari suggerisce che la prima sostituzione del dente non era avvenuta; inoltre, il basso conteggio dei denti può essere correlato all’età giovanile. Una caratteristica unica e sorprendente dell’esemplare è la conservazione di parti morbide. I muscoli sono presenti nella zona pettorale, con fibre aciculari sparse chiaramente visibili con relativi ingrandimenti. Il sito dell’intestino è sorprendentemente corto e profondo in sezione, il che suggerisce un’alta tasso di assorbimento. La sua parete muscolare ha pieghe trasversali. Un grande parte rossastra viene interpretata come traccia di fegato, principalmente a causa della sua posizione post-sternale. I gastralia, ancora in posizione di vita, permettono di stimare la profondità addominale e rivelano il loro contributo ad un’efficace supporto per il tratto intestinale posteriore. La presenza di una forcula in questo articolato esemplare elimina ogni dubbio sulla interpretazione di strutture simili in altri teropodi. Scipionyx samniticus appartiene al Museo Civico di Storia Naturale, a Milano. Ora è esposto presso il Convento di San Felice, a Benevento.

Ricostruzione museale di Scipionyx Samniticus.

World of dinosaurs:”(…) Il primo pezzo che liberai dalla matrice mi lasciò di stucco, mi aspettavo di vedere i resti di un pesce ma da quello che si vedeva non aveva niente a che vedere con un pesce, era il moncone di una coda e delle zampe posteriori. Poi lavorando delicatamente si presentò l’intestino e si vedeva benissimo che era pieno dell’ultimo pasto fatto 110 milioni di anni fa. Il lavoro procedeva molto lentamente perché aspettavo sempre con ansia di avere qualche ora di calma prima di mettermi al lavoro sotto gli occhi attenti di mia moglie. Poi si presentarono gli arti anteriori e seguendo le ossa arrivai alle mani, era splendido vedere quei ossicini perfetti al loro posto come si fosse appena adagiato sulla roccia. Le unghie poi, non ne avevo mai visto di così belle e perfette, erano lunghe, ricurve e appuntite come quelle dei rapaci. La pulizia proseguì lungo il collo, anche lì le ossa erano perfettamente al loro posto e arrivai alla testa. Era grossa, mi sembrava sproporzionata rispetto al corpo,l’occhio era molto grande come negli uccellini quando sono piccoli, la bocca aperta aveva una impressionante fila di denti lunghi, affilati e ricurvi con due canini molto più lunghi, erano denti di un predatore. Sulla cresta della testa cera una apertura a forma di V, seppi più tardi che era la classica fontanella, le ossa del cranio che si devono ancora saldare, come nei nostri bambini. Al vederlo tutto liberato dalla matrice era qualcosa di indescrivibile, così piccolo e con quell’aria così feroce (...)”

(Giovanni Todesco)


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