Renato Caccioppoli, autentico genio partenopeo della matematica

Renato Caccioppoli, autentico genio partenopeo della matematica. Nato a Napoli nel 1904 da padre chirurgo e madre russa, si è dimostrato un altro grande figlio del capoluogo campano, mettendosi in luce sin da subito nel campo dei numeri. Il suo estro, il suo ingegno, influenzò e continua ad influenzare, ancora oggi, il pensiero matematico mondiale.

Renato Caccioppoli rappresenta un altro grande personaggio che ha dato lustro alla città di Napoli, una figura assai celebre non solo in Italia ma anche nel mondo, che si distinse nel campo della matematica. Nacque a Napoli da padre chirurgo e da madre russa nel 1904. A soli 17 anni prese il diploma ad Avella, in provincia di Avellino, e si avvicinò sin da principio al mondo della matematica, prima frequentando la Facoltà di Ingegneria, quindi, passando, qualche anno dopo, alla Facoltà di Matematica. Appena conseguita  la laurea divenne assistente in Analisi Matematica del docente, ed illustre  matematico italiano, Mauro Picone.
Renato Caccioppoli si mise in luce come un autentico genio della matematica, al punto tale da scrivere in soli cinque anni una trentina di libri che gli valsero un premio ministeriale per il suo immenso ingegno sotto forma di numeri ed analisi matematica. All’età di 27 anni fu nominato docente di Analisi Algebrica all’Università di Padova. Ritornato nella sua città natale nel 1934, ottenne la cattedra di Teoria dei gruppi, poi quella di Analisi superiore e infine quella di Analisi matematica all’Università Federico II.
Il suo estro, il suo genio influenzò e continua ad influenzare ancora oggi  il pensiero matematico mondiale. Renato Caccioppoli, peraltro molto famoso tra gli studenti di scuola superiore o università, visto che tutti i libri di matematica portano la sua firma, fu insignito di numerosi  riconoscimenti nel corso della sua lunga carriera. Nel 1931 ebbe la nomina di socio corrispondente dell’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli poi, nel 1938, socio onorario della stessa. Ancora, nel 1944 diventò socio onorario dell’Accademia Pontaniana, quindi nel 1947 fu socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ed in seguito, nel 1958 fu nominato  socio nazionale della stessa. Contemporaneamente  fu riconosciuto come socio onorario  dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti.
In poche parole una sfilza di prestigiosi riconoscimenti che danno ampia dimostrazione della sua genialità, oseremmo dire che Renato Caccioppoli fu l’Albert Einstein napoletano. C’è da dire, però, che la sua vita non toccò solo il campo della ricerca e della matematica  ma fu anche caratterizzata dalla lotta e dalla sua indole anticonformista: durante l’era  nazi-fascista, infatti, con coraggio denunciò i soprusi commessi dal nazismo e dal fascismo. Per questo motivo fu imprigionato ma grazie ad una zia Maria Bakunin, insegnante di Chimica nell’Ateneo napoletano , fu liberato  con l’attenuante di essere incapace di intendere e di volere. Malgrado questo episodio il matematico napoletano continuò ad osteggiare il regime fascista, ridicolizzandolo addirittura. Infatti essendoci il divieto di passeggiare per le strade  con cani di piccola taglia al guinzaglio, Caccioppoli camminò per Napoli trascinando un gallo. Gli ultimi anni della sua esistenza furono assai difficili, abbandonato dalla moglie si diede all’alcolismo, gettandosi nello sconforto totale al punto che nel maggio del 1959 decise di farla finita, sparandosi un colpo di pistola alla testa nella sua abitazione sita al quartiere San Ferdinando.
Tuttavia il genio incontrastato di Renato Caccioppoli non morì mai; egli diede all’epoca un enorme contributo all’attività scientifica, influenzando, come anticipato, non solo le future generazione di matematici ma fu anche  d’ispirazione per il mondo del cinema e della letteratura dei nostri giorni. Nel 1992 il personaggio Renato Caccioppoli  fu protagonista del film diretto da Mario Martone, “Morte di un matematico napoletano”.

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