Hasse Jeppson, calciatore azzurro anni 50, croce e delizia dei tifosi napoletani. L’amore per il mare lo portò nella stagione 1951/52 a sbarcare a Napoli, acquistato dal presidente Lauro, dall’Atalanta per 50.000 dollari, pari a 105 milioni di lire, una somma elevatissima per quei tempi. Quando andò a terra travolto da un difensore avversario, durante una partita, dagli spalti, qualcuno esclamò: E’ carute o’ banche e Napule.
Oggigiorno nel mondo del calcio girano fior di milioni di euro tra i cartellini e gli ingaggi dei giocatori, cifre che fanno rabbrividire al solo pensiero che ci sono persone che vivono con 600/700 euro al mese di pensione. Ma quest’andazzo, a Napoli, già c’era anche negli anni 50, allorquando la società sportiva calcio Napoli mise a segno due grandi colpi di mercato in pochi anni, sborsando cifre astronomiche per quei tempi, per l’acquisto dello svedese Hasse Jeppson e del brasiliano Luis Vinicio.
Hans Jeppson, detto Hasse fu acquistato nell’annata calcistica 1951/52 dall’allora presidente del Napoli Achille Lauro, dall’Atalanta, per la “modica” cifra di 50.000 dollari, vale a dire 105 milioni di vecchie lire, mentre al giocatore gli fu proposto un ingaggio triennale di 30 milioni a stagione. Parliamo di cifre elevatissime per quell’epoca. In virtù di ciò l’attaccante svedese, capigliatura bionda ed occhi azzurri, 27 anni, che sembrava più un guerriero vichingo che un calciatore, fu soprannominato il Banco di Napoli, “o’ Banche e Napule é carute!“, appellativo che un tifoso azzurro esclamò dagli spalti, quando Jeppson cadde a terra travolto da un difensore avversario.
Hasse Jeppson, per la cronaca, disputò con la maglia azzurra 112 partite realizzando 52 reti. Lo svedese era famoso per le forti bastonate che dava e prendeva in campo; talvolta usciva dal terreno di gioco, dopo la gara con le caviglie completamente insanguinate, così come i suoi rivali, che giocavano nel ruolo di stopper. Dopo due grandi stagioni, nelle quali mise a segno complessivamente 34 gol, nella terza, ovvero nel torneo ’54-’55 si fermò ai box per 10 giornate a causa di un lieve infortunio. Il presidente Lauro lo definì allora “sfaticato”, rifilandogli multe a non finire.
Quell’anno Jeppson, il Banco di Napoli, realizzò solo 7 reti. Il feeling con i tifosi e la società si ruppe quando la sua fama di play boy, anzi, sciupafemmene, come fu chiamato a Napoli, a causa di una storia extra-coniugale con la bella campionessa di tennis Silvana Lazzarino, si diffuse. Benchè lui volesse andar via il presidente lo confermò ancora un altro anno e nella stagione 55/56 gli mise a fianco il brasiliano Luis Vinicio, detto o Lione, tuttavia, quest’accoppiata non ebbe il successo sperato da Lauro.
Hasse Jeppson fu, quindi, ceduto nel mercato di novembre al Torino dove realizzò sette reti. L’attaccante, tuttavia, capì che la sua parentesi italiana era ormai giunta al termine, pertanto alla fine di quella stagione, a soli 31 anni, tornò in Svezia, appendendo le scarpette al chiodo. Morì nel 2013 a Roma all’età di 87 anni per via di complicazioni renali e cardiache causate da un’operazione, per una precedente frattura al femore.