Il cinema italiano in lutto per la scomparsa del regista napoletano Pasquale Squitieri

Il cinema italiano è in lutto per la scomparsa del regista Pasquale Squitieri

Il cinema italiano è in lutto per la scomparsa del regista napoletano Pasquale Squitieri

Il mondo del cinema italiano piange per la scomparsa del noto regista napoletano, Pasquale Squitieri, morto, all’eta di 78 anni, sabato mattina presso l’ospedale Villa San Pietro di Roma dove era ricoverato. La camera ardente sarà allestita domenica dalle 11 alle 18. I funerali si svolgeranno a Roma nella chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. Pasquale Squitieri si è spento a causa di complicazioni respiratorie dovute ad un enfisema polmonare. Come noto il regista cinematografico era un gran fumatore. La sua seconda moglie, Ottavia Fusco ha però raccontato che il marito circa un anno fa era stato vittima di un incidente stradale da cui non si era mai ripreso. Le conseguenze erano state talmente gravi che, nell’ultimo periodo, Squitieri non riusciva più a camminare.

Pasquale Squitieri esordì nel cinema nelle vesti di regista e sceneggiatore con il film “Io e Dio” del 1969, prodotto da Vittorio De Sica. Si dedicherà, quindi, per un breve periodo al genere spaghetti western con famosi film quali “Django sfida Sartana” del 1970 e “La vendetta è un piatto che si serve freddo” del 1971. Film, tuttavia, da lui realizzati con lo pseudonimo di William Redford. In seguito abbandonò il suo nome d’arte e si diede a tematiche più attuali ed a realtà allora poco raccontate della società italiana. Il regista si dedicò ai fatti della vita dell’epoca, toccando realtà come la mafia e la droga. Pellicole come “L’ambizioso” del 1975, “Il prefetto di ferro” del 1977 e “Corleone” del 1978 riguardano infatti i contatti avvenuti tra mafia e politica; “Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene”del 1974 e “Atto di dolore” del 1990 hanno come tema principale la droga. Squitieri era noto soprattutto per i suoi film storico-politici.

Tra questi: “I guappi”, uscito nel 1973, “Claretta” nel 1984 e “Li chiamarono… briganti!” nel 1999. Quest’ultima è probabilmente la sua pellicola più discussa. Nel 2001 fu membro del comitato scientifico che organizzò la settima edizione della “Città del libro”, rassegna nazionale degli editori, a Campi Salentina (Lecce). Il regista è stato legato sentimentalmente dagli anni Settanta all’attrice Claudia Cardinale. Dal 2003, infine s è legato all’attrice e cantante Ottavia Fusco, che ha sposato, però, solo dieci anni dopo nel dicembre 2013.

Squitieri si diede anche alla politica, militando prima a sinistra e poi spostandosi a destra divenendo deputato con il partito di Gianfranco Fini Alleanza Nazionale. Nel 2013 criticò aspramente l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, paragonandolo ai nazisti del processo di Norimberga. Nel luglio 2015 gli fu revocato il vitalizio, insieme ad altri nove ex deputati e otto ex senatori. Il regista napoletano è stato commemorato dal ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il quale ha dichiarato: “Pasquale Squitieri, nato nel teatro e cresciuto nel cinema, ha attraversato autorevolmente con la sua opera quasi mezzo secolo di cinematografia italiana. Oggi la cultura italiana perde uno dei suoi autori più importanti.”

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