Campi flegrei- I luoghi -Art by @iphotox ©2025 crono.news
Campi flegrei- I luoghi -Art by @iphotox ©2025 crono.news

I Campi Flegrei: Vivere all’ombra del vulcano, tra bradisismo e piani di emergenza.

Convivere con l'incertezza, questa è la sfida quotidiana!

I Campi Flegrei, una vasta caldera vulcanica situata a ovest di Napoli, rappresentano uno dei complessi vulcanici più monitorati e studiati al mondo.

I Campi Flegrei. Un’area, caratterizzata da un paesaggio suggestivo e una storia geologica millenaria, è anche il luogo dove centinaia di migliaia di persone convivono quotidianamente con la costante attività sismica e il fenomeno del bradisismo, un lento ma inesorabile movimento del suolo. La recenti scosse di magnitudo intorno al 4.0 registrate di recente, ha riportato l’attenzione sulla complessa realtà di vivere ai piedi di un vulcano attivo, sollevando interrogativi sulla sicurezza e l’efficacia dei piani di emergenza.

I Campi Flegrei una caldera viva e pulsante, non sono un vulcano nella forma classica a cono, ma una caldera, ovvero una depressione del terreno formatasi in seguito al collasso di un’antica struttura vulcanica dopo eruzioni di grande portata. La sua storia eruttiva è complessa e risale a oltre 80.000 anni fa, con eventi significativi come l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, l’eruzione esplosiva conosciuta più violenta avvenuta nel Mediterraneo. Il centro eruttivo era ubicato nei Campi Flegrei si é stimato siano stati emessi 150 km3 di magma ricoprendo con le ceneri amesse un’area di circa 5 milioni di km2 che si estende dal Tirreno, al Mediterraneo orientale, fino alla Russia.

Campi Flegrei - L'Ignimbrite Campana. Fonte (IGV)
Campi Flegrei – L’Ignimbrite Campana.  Fonte (IGV)

Ciò che rende i Campi Flegrei un’area unica è il fenomeno del bradisismo, un movimento verticale del suolo che alterna fasi di sollevamento e abbassamento. Questo fenomeno, legato alla dinamica vulcanica sotterranea, è la causa principale della sismicità che interessa l’area. Periodi di intenso bradisismo, come quelli registrati tra il 1969-72 e il 1982-84, hanno causato sollevamenti del suolo di diversi metri, provocando danni agli edifici e rendendo necessarie evacuazioni, come quella del Rione Terra di Pozzuoli nel 1970. 

La scosse telluriche recenti e costanti di questi ultimi tempi, registrate in queste località, sono un promemoria costante. Esse hanno riacceso i riflettori sulla vulnerabilità dell’area e sulla necessità di una costante attenzione. L’attività sismica è un indicatore dell’attività del vulcano e il monitoraggio da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è fondamentale per valutare lo stato di allerta, attualmente di livello giallo (attenzione).

Campi Flegrei Piani di evacuazione.- Art by @iphotox ©2025 crono.news
Campi Flegrei -Piani di evacuazione.- Art by @iphotox ©2025 crono.news

La convivenza con il rischio: popolazione e piani di emergenza. L’area dei Campi Flegrei è densamente popolata, con circa 500.000 persone residenti nella cosiddetta zona rossa, l’area a maggior rischio vulcanico che comprende interamente i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, e in parte i territori di Marano, Giugliano e alcune municipalità di Napoli (Soccavo, Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta, e porzioni di San Ferdinando, Posillipo, Chiaia, Arenella, Vomero e Chiaiano). Nella zona gialla, che potrebbe essere investita dall’emergenza in misura minore, vivono circa 800.000 persone, residenti nei comuni di Villaricca, Calvizzano, Casavatore, Melito, Mugnano, oltre a parti di Napoli e Marano.  La gestione di un’eventuale emergenza vulcanica in un’area così densamente popolata rappresenta una sfida enorme. Per questo, la Protezione Civile ha elaborato un piano di emergenza nazionale che prevede diverse fasi e modalità di evacuazione. In caso di dichiarazione di ‘allarme‘, la popolazione ha 72 ore per lasciare la zona rossa: le prime 12 ore sono dedicate alla preparazione, le successive 48 ore alla partenza scaglionata e le ultime 12 ore fungono da margine di sicurezza.

Il piano prevede due modalità di evacuazione: assistita e autonoma. Per l’evacuazione assistita, è stato definito uno schema di ‘gemellaggio‘ tra i comuni della zona rossa e diverse Regioni e Province autonome italiane, dove la popolazione verrebbe trasferita. Lo spostamento avverrebbe tramite pullman, treni o navi, a seconda delle destinazioni. Chi sceglie l’evacuazione autonoma, invece, deve seguire percorsi stradali specifici per uscire dalla zona rossa
Campi Flegrei - Fumarole -Art by @iphotox ©2025 crono.news
Campi Flegrei – Fumarole -Art by @iphotox ©2025 crono.news

Convivere con l’incertezza, questa è la sfida quotidiana. La vita ai Campi Flegrei è una costante lezione di adattamento e consapevolezza. La popolazione locale è abituata a percepire i ‘segnali’ della terra, dalle piccole scosse di terremoto al sollevamento del suolo. Questa convivenza, tuttavia, non è priva di ansie e preoccupazioni, soprattutto in periodi di maggiore attività sismica. La memoria delle crisi bradisismiche passate, con le evacuazioni e i disagi che ne sono conseguiti, è ancora viva.

Le autorità e gli enti di ricerca, come l’INGV, svolgono un ruolo cruciale nel monitoraggio costante dell’area e nella comunicazione con la popolazione. L’informazione e la preparazione sono gli strumenti fondamentali per affrontare un rischio così complesso. Nonostante la vicinanza del ‘gigante addormentato‘, la vita ai Campi Flegrei continua, con la speranza che la scienza e la prevenzione possano garantire un futuro più sereno a chi ha scelto di vivere in questo luogo affascinante e imprevedibile.

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