Marcus Venerius Secundio la tomba ritrovata a Pompeii

Marcus Venerius Secundio: da schiavo a sacerdote, la sua tomba a Pompei.

Nuove scoperte emerse durante gli scavi in corso e l'analisi degli artefatti e dei resti.

Marcus Venerius Secundio. La storia di uno schiavo divenuto liberto e poi sacerdote di Venere e del culto del Divino Augusto. 

Gli archeologi attivi nella vasta zona di scavi di Pompei hanno rivelato nuovi dettagli sulla tomba del liberto Marcus Venerius Secundio. Il cui ritrovamento,  avvenuto l’anno scorso nell’antica necropoli di Porta Sarno, fuori dalla porta orientale delle mura di Pompeiane.  La complessa analisi dei resti mummificati del defunto ha confermato che è stato deliberatamente imbalsamato, non accidentalmente, e conservato dall’ottimo sigillo della camera sepolcrale. Era avvolto in un sudario che era impregnato di resina o miele. Questo semplice metodo di imbalsamazione si combinava con il sigillo ermetico della camera di sepoltura per mummificare parzialmente i tessuti molli.

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Scavi di Pompeii
Scavi di Pompeii

La tomba è una camera rettangolare all’interno di un recinto rettangolare più grande. La facciata è sormontata da un frontone triangolare, la targa con l’iscrizione è al centro di esso, dipinta con un affresco colorato di un giardino con alberi, cespugli e una piccola fontana nel mezzo. Mentre i dettagli sono sbiaditi, un esame ravvicinato ha rilevato che questa immagine rappresenta i Campi Elisi dove le anime dei morti virtuosi risiedono per sempre nell’eterna primavera dei suoi boschetti pacifici. La posizione della sua tomba era definita prestigiosa, la Porta Sarno conduceva infatti, direttamente alla Via dell’Abbondanza, la strada principale di Pompeii. Marcus Venerius Secundio fu inumato in una piccola cella dietro la facciata. La camera era sigillata ermeticamente da blocchi di tufo e muratura, poi ricoperta da un rivestimento di gesso di argilla rossa. Le sepolture per inumazione erano rare nel I° secolo, e infatti i resti cinerari di altri due individui sono stati trovati all’interno del recinto più ampio. Quello di Marcus è risultato uno degli scheletri meglio conservati ritrovati nella città antica. Una columella funeraria con l’iscrizione “Novia Amabilis” indicava inoltre, che una delle persone cremate era la moglie di Marcus. Una lastra quadrata di marmo bianco nel terreno di fronte alla columella sarebbe stata usata per contenere le offerte.

 Scheletro Marcus Venerius Secundio - Porta Sarno -Pompeii
Scheletro di Marcus Venerius Secundio – perfettamente conservato nella tomba a Porta Sarno -Pompeii

Una lastra di marmo iscritta identificava il defunto come Marcus Venerius Secundio. Un ex schiavo (liberto) salito di status sociale ed economico sino a divenire un Augustale, ovvero membro del collegio di sacerdoti dediti al culto imperiale, sacerdote di Venere e del culto del Divino Augusto dove aveva servito una volta come impresario teatrale, per promuovere quattro giorni di giochi sia in lingua greca che in latina. Questa un’altra tessera di un grande mosaico, ovvero la Pompeii multietnica della prima età imperiale, dove accanto al latino è attestato il greco, all’epoca la lingua franca del Mediterraneo orientale. Una curiosità. Non si conosce il tipo di giochi e di attività teatrali e ludiche che egli promuovesse, ma sicuramente molto diversi da quelli a cui ci ha abituato la civiltà moderna e soprattutto i giochi online.

Al di fuori dell’Egitto, la mummificazione nell’Impero Romano era estremamente rara nel I secolo d.C., poiché la cremazione era diventata la pratica funeraria predominante e sarebbe rimasta tale fino all’epoca imperiale. Solo una manciata di esempi sono noti dalla documentazione storica e archeologica, e quelle sepolture erano di persone del più alto rango e potere, compresa la famiglia patrizia Cornelia che idiosincraticamente continuò l’antica tradizione dell’inumazione molto tempo dopo che altre famiglie antiche l’avevano abbandonata, la moglie di Nerone, Poppea (nativa di Pompei) e Priscilla, moglie di un parente di Domiziano.

Marcus Venerius Secundio era un liberto, non era un membro di una famiglia romana d’élite, ma solo lui fu imbalsamato mentre gli altri due membri della famiglia, ritrovati sepolti nella tomba, furono cremati. Gli archeologi ritengono che si possa aver adottato la pratica egizia/ellenistica dell’imbalsamazione per seguire le ultime mode di morte dell’élite, legandosi nell’aldilà alle persone più ricche e potenti della sua epoca. Nel suo ruolo di sacerdote al Tempio di Venere di Pompei, si cita potrebbe aver incontrato Nerone che visitò il tempio di persona e lasciò un’enorme offerta di monete d’oro.

Marcus Venerius Secundio -Urna Cineraria in vetro -@crononews
Marcus Venerius Secundio -Urna Cineraria in vetro

Altre nuove scoperte fatte attualmente durante gli scavi ancora in corso oltre l’analisi degli artefatti e dei resti recuperati includono una moneta di bronzo risalente al 65 d.C. trovata all’interno dell’urna cineraria di Novia Amabilis e un grande chiodo di bronzo tra l’urna di vetro e la scatola di metallo accanto alla sua columella che si ritiene abbia simbolicamente sigillato l’urna. Una bottiglia di unguento di vetro è stata trovata accanto a un’anfora sormontata da un coperchio rotondo; anch’essa era usata nelle offerte rituali. L’urna di vetro è stata trovata per contenere un liquido rossastro scuro, resti di piante e ossa bruciate. Lo studio dei resti cinerari ha identificato le ossa di almeno quattro persone, un adulto e tre bambini piccoli. Uno dei bambini aveva tra i sei e gli otto anni, il secondo tra i quattro e i sei anni, il terzo tra i tre e i cinque. Trovare le ceneri di più individui all’interno di un’unica urna è anche eccezionalmente raro.

 

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