Tapas and Yoga: sforzarsi di essere migliori, con intenzione ed autodisciplina. Tapas è il calore, in particolare il tipo di calore generato da pratiche yogiche.
Tapas and Yoga: Tapas è il calore, in particolare il tipo di calore generato da pratiche yogiche, o un certo approccio alla pratica yogica.
Nelle prime scritture, che ancora oggi danno forma alla maggior parte dello yoga praticato, tapas si riferisce alla combustione delle impurità. L’idea è che tutti noi arriviamo allo yoga seriamente macchiati da anni di vita dura, vino, donne e canzoni – i sette peccati capitali, il peccato originale, qualsiasi cosa. Quindi, pratichiamo per liberare il nostro corpo dalle tossine e la nostra mente e il nostro cuore dagli impulsi egoistici, lussuriosi e vendicativi. Ripuliamo la lavagna ed emergiamo puri come la neve appena caduta.
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Occorre che tutto il mondo, ora come non mai, si muova verso i modelli di purezza. Si noti l’ossessione del 21° secolo per la pulizia e la creazione di una casa senza germi, visibile oggi negli onnipresenti disinfettanti per le mani. Facciamo ammenda per l’indulgenza in diete malsane con le tendenze più recenti verso cibi organici e crudi e rigorose “pulizie” e digiuni, dove ci rifiutiamo di lasciare entrare qualsiasi cosa, una sorta di anoressia spirituale.
“Prima siamo Dio e poi aiutiamo gli altri ad essere Dei.. “Essere e fare”. Che questo sia il nostro motto. Non dite che l’uomo è un peccatore. Ditegli che è un Dio. Anche se ci fosse un diavolo, sarebbe nostro dovere ricordare sempre Dio, e non il diavolo.”
(Swami Vivekananda)
Tapas and Yoga. Lo yoga successivo, radicato nel Tantra, scarta la nozione che siamo “impuri”, ma salva la nozione di austerità. Ed è qui che tutto diventa un po’ torbido. Se siamo essenzialmente Divini in tutti gli aspetti della nostra natura, perché dovremmo avere bisogno di liberarci di qualcosa?
La risposta si trova in un altro significato di tapas, che è l’attrito generato dall’andare contro la molle inerzia dell’abitudine, della compiacenza, del fare ciò che è più facile, del farla franca. Tapas è il fervore di sforzarsi di essere il meglio possibile, il che può significare cambiare ciò che si fa e come lo si fa. Personalmente sento un calore intenso durante i primi minuti di meditazione; stare seduto immobile è una tale sfida per me che mi occorre un vero tapas per restare fermo.
Tapas and Yoga. Swami Satchidananda ha detto che il tapas è autodisciplina, non autotortura. Il che solleva la questione del perché si sta praticando lo yoga, dell’intenzione. I buddisti parlano di giusto pensiero e giusta azione. Il giusto sforzo non è la stessa cosa di un maggiore sforzo. Non si diventa uno yogi migliore facendo più yoga o uno yoga più difficile; si diventa uno yogi migliore alzando l’asticella della propria intenzione per abbracciare qualcosa di simile a permetterti di servire meglio l’insieme più grande.
“Il nostro dovere supremo è quello di avanzare verso la libertà – fisica, mentale e spirituale – e aiutare gli altri a farlo.”
(Swami Vivekananda)
Il tapas è una pratica personale, è uno dei cinque niyama o osservanze personali. Significa che il tapas non ha niente a che fare con l’imporre le tue passioni, i tuoi punti di vista, il tuo yoga a qualcun altro. Tapas non è proselitismo; in effetti, può significare la moderazione di non fare proselitismo. Guardando realmente e dentro di noi, capiamo quali pratiche ci stanno servendo e quali stanno semplicemente generando più delle stesse vecchie impronte karmiche. Ricordando che lo yoga ci porta ad allinearci con l’Altissimo, scegliamo di incanalare la nostra energia in qualcosa di molto più grande dell’incessante costruzione e/o smantellamento del nostro ego limitato.
Il tapas è un grande strumento. Non ci sarebbe lo yoga come lo conosciamo oggi, sui tappeti e negli studi, senza di esso. Ma lo yoga ti invita sempre a dialogare con la sua tradizione millenaria. Cos’è il tapas per te? Cosa accende il tuo fuoco? Contempla la bellezza della nuova stagione autunnale e chiediti come potresti stimolare il tuo calore interiore e cavalcare le sue onde.
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