La sindrome di Stendhal: emozionarsi davanti ad un’opera d’arte.
La sindrome di Stendhal: i primi studi scientifici sulla sindrome di Stendhal furono condotti dalla psichiatra Graziella Magherini nel 1977, che descrisse 106 casi di turisti stranieri, venuti in visita a Firenze, i quali manifestarono sintomi psicofisici riconducibili alla sindrome di Stendhal. Approfondendo il caso, la Magherini trovò numerose caratteristiche comuni tra i soggetti colpiti: sensazione di malessere diffuso, alla quale si aggiungono ansia, palpitazioni, difficoltà respiratorie e sensazione di svenimento.
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Negli anni ‘90 le ricerche sulla sindrome di Stendhal assunsero nuove prospettive. Viene infatti scoperto il ruolo fondamentale dei neuroni-specchio nella fruizione artistica. Trattasi di neuroni responsabili dell’attivazione di determinate aree del cervello che portano il fruitore a uno stato di empatia inconscia con l’opera d’arte e, nei soggetti con una particolare sensibilità artistica ed emotiva, anche con le profonde intenzioni dell’autore. Ed è proprio questa intensa simulazione, che genera nel fruitore tutti i sintomi sopracitati.
Interessante rilevare che secondo la tradizione interdisciplinare della neuroestetica, il nostro cervello non è solo visivo, ma anche creativo. Dunque ogni volta che guardiamo un’opera d’arte, la nostra mente non si limita e contemplarla ma a sua volta crea una nuova opera, mutuata dalla nostra personale sensibilità, dalle nostre esperienze e dalle nostre esigenze di comunicazione.
“L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno.”
(Pablo Picasso)
E’ proprio questa ansia creativa che genera i disturbi psicosomatici i cui sintomi furono per la prima volta accusati da Stendhal. Il fatto che si possa spiegare scientificamente l’insorgere di un’emozione, ad ogni modo, non elimina il valore e l’intima bellezza dell’opera d’arte. Architettura, pittura e scultura continueranno a emozionarci come hanno sempre fatto. La sindrome di Stendhal si presenta, come detto, in soggetti dotati di una grande sensibilità emotiva e se questa è davvero la causa dell’insorgere dei sintomi, riteniamo che tale predisposizione alla sindrome, in un mondo sempre più povero di emozioni, costituirebbe una grandissima fortuna per tutti.
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