La vasta produzione artistica di Mario Vespasiani, ha visto negli anni una costante evoluzione di tecniche e stile, rimanendo fedele alla coerenza di un linguaggio visionario che nella simbologia e nel mondo spirituale ha sempre trovato campo aperto, per intuizioni e ispirazioni, lungo una personale direzione che parla di elevazione e conoscenza. Le sue opere fin dagli esordi hanno rappresentato gli aspetti del quotidiano descritti in chiave mistica e concettuale, dai volti ritratti ai paesaggi, dalle composizioni astratte agli still life, tutto sembra emanare una luce che non racchiude le figure in forme delimitate e immobili, ma le fa vibrare in spazi propri e in un’energia progressiva.
Le nove oscurità degli inferi
In questo nuovo progetto, Mario Vespasiani ha applicato la sua impronta estetica al video, mediante un film in cui ha unito le sue conoscenze cinematografiche a quelle storico-letterarie. Facendo riferimento ai tempi che stiamo vivendo ha messo in dialogo le sue visioni interiori del mondo dell’aldilà, con quelle dei santi e delle anime-vittima che hanno avuto accesso ai piani ultraterreni, ma anche dei poeti e dei musicisti che ne hanno tracciato le metriche, fino agli artisti e ai registi che ne hanno raffigurato la vertigine.
Significativi sono i precedenti cicli pittorici attraverso i quali Vespasiani ha illustrato il passaggio nel mondo ultraterreno e che riconducono a questa nuova produzione: da “Le nove porte celesti” con cui ha rappresentato l’ascensione al cielo in un vortice di nubi e raggi solari, passando ad “Empireo” nella cui descrizione, tele di formato verticale ricostruivano le altezze siderali dove dimorano le anime dei beati, fino alla recente mostra intitolata “Eschatology” nella quale attraverso opere monumentali che sfioravano i dieci metri di lunghezza, ha descritto l’alba di un nuovo mondo attraverso passaggi dimensionali di coscienza.
Ora attraverso il film “Le nove oscurità degli inferi” ci conduce nelle profondità della terra e dell’animo, evocando il senso di assenza e di perdita della speranza da cui non si può evadere. Con un’intenzione ferma e decisa a non aggiungere ulteriore angoscia, bensì nel palesarci una condanna eterna, Vespasiani ci porta a riflettere sul cambio di mentalità, ad operare per il bene e a farsi promotori di giustizia quando siamo in tempo, prima che il destino sia irrevocabile.
Mario Vespasiani profondamente colpito dal dilagare dell’iniquità, della prevaricazione sui deboli e delle false narrazioni, ha concepito un’opera complessa, a nove livelli di intensità, che vuol far meditare sul destino ultimo dell’uomo e a richiamare alla conversione, agli ideali di magnanimità e bontà. Nell’anno delle celebrazioni dell’anniversario di Dante Alighieri, fondamentale è stato l’apporto che il grande poeta ha trasmesso alla fantasia dell’artista e così come lo stesso amore per due donne, Mara e Beatrice diventa motore della creazione e comune strumento d’immaginazione, allo stesso modo la discesa negli inferi indica la purificazione dalle deviazioni, che deturpano la perfezione dell’anima che deve evolvere dalla materia.
Nel titolo si coglie l’interesse per la numerologia, il nove è simbolo dei mondi che compongono la natura e della resurrezione, avendo in sé il concetto di morte e rinascita.
Il film parla della caduta delle stelle, di vortici e squarci che fanno perfino ritirare le acque e che precipitano lo spettatore giù per vari livelli, fino al punto più profondo dove predominano la solitudine, l’immobilità e l’assenza della luce. Le scene dirette e progettate da Mario Vespasiani sono accompagnate dalla colonna sonora di Giovanni Turco, la cui esperienza sul campo musicale ed alchemico, ha guidato la sequenza in maniera ipnotica.
Il film, anticipato dal trailer, è per il regista da intendersi come un’esperienza immersiva, da seguire su un’altra modalità narrativa, che unisce alla progressione del video la veemenza dell’impostazione pittorica. Un racconto epico che esterna sofisticati ritmi, stimoli e considerazioni che, ci si augura, possano proseguire nelle coscienze anche dopo la visione in sala.
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