Compassion and Meditation di Jean-Yves Leloup: buddismo e cristianesimo. Un libro sorprendente.
Compassion and Meditation: The Spiritual Dynamic between Buddhism and Christianity di Jean-Yves Leloup (Edito Inner Traditions), è una profonda riflessione su come temi complementari nel buddismo e nel cristianesimo possano servire come base per una fede veramente ecumenica:
– Il testo confronta la meditazione Zen con la pratica greco-ortodossa dell’Esicasmo (preghiera del cuore);
– Il libro Mostra come Buddha e Gesù rappresentano i valori distinti ma complementari della meditazione e della compassione.
Leloup descrive come Gesù e Buddha siano necessari l’uno all’altro.
Nelle tradizioni spirituali asiatiche la montagna simboleggia tradizionalmente la meditazione, mentre l’oceano significa compassione. Jean-Yves Leloup usa questa metafora per confrontare gli approcci buddisti e cristiani alla meditazione e alla compassione per rivelare le somiglianze e le divergenze di queste pratiche profonde. Sottolineando la loro natura complementare, Leloup descrive come Gesù e Buddha siano necessari l’uno all’altro e come insieme formino un sistema completo: Gesù come risveglio attraverso l’amore e Buddha come risveglio attraverso la meditazione. Dove Buddha rappresenta le foreste, Gesù rappresenta gli alberi. Buddha è fratello dell’universo, mentre Gesù è fratello dell’umanità.
Tuttavia, queste due tradizioni religiose hanno un profondo terreno comune. La compassione è fondamentale per il buddismo e le pratiche di meditazione sono state fondamentali per molte tradizioni cristiane. Entrambe considerano l’omicidio, il furto e l’uso distruttivo della sessualità come grandi barriere alla realizzazione del nostro essere essenziale, ed entrambe concordano sulla necessità di elevarsi al di sopra di esse. Qui, tuttavia, Leloup suggerisce che entrambe le fedi potrebbero trarre beneficio dai precetti dell’altra. Gli aspetti complementari del cristianesimo e del buddismo offrono la possibilità di una religione ecumenica veramente profonda, le cui relazioni interreligiose si basano su una profonda comprensione del vero significato e della pratica della meditazione e della compassione e non su una semplice buona volontà condivisa.Un mondo libero dalla sofferenza.
Compassion and Meditation: La tesi principale del libro che si svolge alla fine del libro è che la vera gioia e il nirvana arrivano quando tutto il mondo è libero dalla sofferenza. Questa tesi contiene gli aspetti del peccato, della redenzione, della santificazione, del perdono, della giustizia sociale e della libertà. Questi rimangono parte integrante della teologia cristiana, e mi ha fatto piacere sapere che fanno parte anche del buddismo.
Ecco alcune delle citazioni più illuminanti del libro:
A proposito dell’accoglienza della sofferenza: “Quando parliamo di sofferenza, di prenderla su di sé, bisogna fare attenzione a qualsiasi suggerimento di adorazione del dolore, o di masochismo. Quando accogliamo la sofferenza, non significa che la consideriamo una cosa buona. Noi possiamo accoglierla perché non la temiamo più, per trasformarla, per sostituirla con la gioia e la pace. Dentro di noi c’è un amore, che è capace di questo”.
Sulla sofferenza: “A volte dobbiamo subire privazioni, rotture e ferite narcisistiche, che distruggono l’immagine lusinghiera che avevamo di noi stessi, per scoprire due verità: che non siamo chi pensavamo di essere; e che la perdita di un piacere caro non è necessariamente la perdita della vera felicità e del benessere”. Sull’influenzare il mondo: “Percorrere la via dell’amore e della compassione è convertire la nostra mente, trasformare il nostro vedere, entrare in un processo di metanoia. Il nostro pensiero influenza il mondo in cui viviamo, non solo il nostro mondo soggettivo, ma anche le strutture oggettive”.
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