Caravaggio - "Incredulità di San Tommaso".

Il Vangelo di Tommaso: Gesù guida Zen, senso di unità e concetto di vuoto

Il Vangelo di Tommaso: Gesù guida Zen, senso di unità e concetto di vuoto. Il Vangelo non è riconosciuto dalla Chiesa.

Il Vangelo di Tommaso fu ritrovato nel lontano 1945 fra i manoscritti di Nag Hammadi. Buona parte degli studiosi sia stato scritto prima dei 4 Vangeli Canonici e che abbia direttamente attinto alla cosiddetta “Fonte Q”, ovvero il compendio di detti di Gesù che circolava in forma orale. Il Vangelo di Tommaso non è riconosciuto dalla Chiesa.

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Perduti per 1600 anni, questi sono conosciuti come i Vangeli gnostici, dalla parola greca “gnosi” che significa “conoscere”, “conoscere se stessi”; avere una visione di se stessi come parte di un’unità, e non di un concetto dualistico.

23. Gesù disse, “Sceglierò fra voi, uno fra mille e due fra diecimila, e quelli saranno come un uomo solo.”

(Vangelo di Tommaso)

Il Vangelo di Tommaso ritrovato nel 1945 fra i manoscritti di Nag Hammadi.

Il vuoto.

97. Gesù disse, “Il regno è come una donna che portava una giara piena di farina. Mentre camminava per una lunga strada, il manico della giara si ruppe e la farina le si sparse dietro sulla strada. Lei non lo sapeva; non si era accorta di nulla. Quando raggiunse la sua casa, posò la giara e scoprì che era vuota.”

(Vangelo di Tommaso)

Rembrandt – “Gesù” (dettaglio).

A questa parabola è stata data una grande varietà di interpretazioni. Interessante mettere in luce quella che la mette in correlazione alla “venuta impercettibile del Regno”. Il vuoto della giara viene quindi considerato in una luce positiva, il liberarsi da tutto, dal superfluo per essere pronti ad accogliere la pienezza spirituale di Dio nella propria vita. L’impero di Dio si manifesta quando non guardiamo ed in modi inaspettati. Questo è anche il significato alla base di alcune delle altre parabole in quella che probabilmente era la loro forma originale: il ladro nella notte, il lievito e il granello di mostarda, per esempio.

20. I discepoli dissero a Gesù, “Dicci com’è il Regno dei Cieli.”
E lui disse loro, “È come un seme di mostarda, il più piccolo dei semi, ma quando cade sul terreno coltivato produce una grande pianta e diventa un riparo per gli uccelli del cielo.”

(Vangelo di Tommaso)

96. Gesù disse, “Il regno del Padre è come una donna. Prese un po’ di lievito, lo nascose nell’impasto, e ne fece grandi forme di pane. Chi ha orecchie ascolti!”

(Vangelo di Tommaso)

Nicolas Poussin – “The Sacrament of Ordination”.

L’inaspettato, il concetto primario di tutte le parabole del Vangelo di Tommaso. Ragionpercui l’impercettibile venuta di Dio, fa si che le parabole siano “costruite” in modo da avvertirci del suo arrivo. Eppure, come Gesù dice più volte: L’impero di Dio è già in mezzo a voi”. Le parabole aprono il mondo all’ascoltatore – “parlano” di un’immagine o di una situazione in un modo che ci fa vedere qualcosa che prima non vedevamo, o ci mette in una posizione in cui dobbiamo dare un giudizio che preferiremmo non dare.

Tornando al concetto di vuoto, la menzione di questo celebra paradossalmente la sua pienezza: è, infatti, il vuoto dei recipienti a rivelarsi ed è lo spazio interno a una abitazione a costituire la realtà vivente della presenza delle persone. Anche il vuoto della cassa armonica del violino è fondamentale per far si che il suono sia splendido. Ciò che è pieno, dunque, non può accogliere altro: l”egoista o il superbo, stracolmi di sé, rimangono isolati da Dio e dagli altri. Secondo il Nuovo Testamento, Gesù trascorse la sua prima infanzia in Egitto, territorio fortemente caratterizzato da diversità religiosa. Fortemente conosciuta era una grande comunità buddista chiamata Therapeutae (Figli degli Anziani) che esisteva ad Alessandria. Oggi, alcuni studiosi ritengono che Gesù possa essere stato fortemente ispirato dalla religione Buddista.

Harry Anderson – “Gesù”.

A tal proposito ci pare interessante concludere con le parole suggestive di un Koan Zen e di un apologo di Lao Tzu, filosofo cinese fondatore del Taoismo, le nostre riflessioni sul concetto di vuoto:

‘Un filosofo giunse un giorno da un Maestro Zen e gli disse: “Sono venuto a conoscere lo Zen, a capire quali sono i suoi principi e i suoi scopi”. “Posso offrirti una tazza di tè?” gli domandò il maestro. E iniziò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò. “Ma cosa fai?» sbottò il filosofo. “Non vedi che la tazza è piena?“. “Come questa tazza” disse il maestro “anche la tua mente è troppo piena di opinioni perché le si possa versare dentro qualcos’altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non svuoti la tua tazza?”.

Lao Tzu.

‘Trenta raggi convergono sul mozzo, ma è il foro centrale che rende utile la ruota. Plasmiamo la creta per formare un recipiente ma è il vuoto centrale che rende utile il recipiente. Ritagliamo porte e finestre nelle pareti di una stanza: sono queste aperture che rendono utile la stanza. Perciò il pieno ha una sua funzione, ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto.’

(Lao Tzu)



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