Arpa di Viggiano, lo strumento musicale che ha segnato la storia dell’umanità

Arpa di Viggiano, lo strumento musicale che ha segnato la storia dell’umanità. Nel piccolo paese in provincia di Potenza, chiamato la città della musica, il fulcro di una tradizione di grande rilevanza, appunto quella dell’Arpa Popolare Italiana. Per gli abitanti del paesino, l’antichissimo strumento musicale rappresentò una specie di via d’uscita dalle ristrettezze economiche in cui vivevano, che li  portò a viaggiare in tutto il mondo per cercare migliore  fortuna.

Arpa di Viggiano: Una sorta di riscoperta dell’Arpa perduta, parafrasando il famoso film d’avventura,. L’arpa di Viggiano, paesino della Basilicata, in provincia di Potenza è lo strumento musicale  che ha segnato la storia dell’umanità. Il fulcro di una tradizione di grande rilevanza come quella dell’Arpa popolare italiana fu proprio il  piccolo paese della Lucania, chiamato anche  la città della musica. Per gli abitanti di questo paesino, l’antichissimo strumento  rappresentò una specie di via d’uscita dalle ristrettezze economiche in cui vivevano, che li portò a viaggiare per il mondo intero, a cercare migliore fortuna.
Arpa di Viggiano: In verità  le prime testimonianze  dei musicisti viggianesi risalgono alla prima metà del secolo diciottesimo, epoca nella quale la popolazione del posto decise di sfruttare soprattutto economicamente le proprie capacità musicali nel suonare l’arpa popolare al fine di poter vivere dignitosamente e per avere, inoltre, un riscatto sociale. Infatti, sin dal’infanzia quasi tutti gli abitanti di Viggiano  imparavano a suonare l’Arpa, che era molto apprezzata  nel paese, al punto che  una famiglia su tre, aveva in casa un familiare che si dilettava con questo strumento.

Arpa di Viggiano, quindi ha fatto storia. La grande passione per quello strumento, infatti,  non rimase chiusa  tra le mura domestiche ma riuscì perfino a varcare i confini nazionali. I musicisti tornavano in Patria a godersi il focolare della famiglia, soltanto dopo aver incamerato  una ingente somma di denaro. Tra il 1800 ed il 1900, ogni musicante di strada andò all’estero alla ricerca del successo, raggiungendo le piazze delle maggiori città europee ed anche degli Stati Uniti e dell’ Australia, dove si esibivano in piccole compagnie di tre o quattro elementi, presentando un repertorio assai vasto: dalla musica popolare alle più famose canzoni della tradizione operistica italiana, oltre a melodie popolari napoletane od ancora note  folkloristiche nelle quali  affrontavano argomenti come la famiglia, l’amore lontano o il ricordo della guerra. Malgrado l’enorme successo, verso la fine del ventesimo secolo, la tradizione dell’Arpa di Viggiano  cominciò  a scemare.
 In realtà la tradizione dell’arpa passava di padre in figlio, tuttavia non vi era una vera e propria cultura della musica, bensì si suonava solo ad orecchio. Le piccole arpe diatoniche, formate  da meno di venti corde, erano chiamate  “portative” perché erano portate e suonate a tracolla, per cui dovevano essere abbastanza leggere. Ogni singolo pezzo suonato costituiva un autentico capolavoro, risultato di un lavoro molto impegnativo che necessitava di una profonda conoscenza dei materiali, dell’organologia. Per la cronaca un bellissimo pezzo di storia legato alla cittadina di  Viggiano si trova a Napoli, presso il Museo di San Martino, in cui  è possibile ammirare il presepe che ha come protagonisti i suonatori dell’arpa del paese lucano.
Chi invece dovesse capitare in Basilicata,  in estate, dovrebbe visitare la Rassegna dell’Arpa Viggianese, un appuntamento caro alla tradizione musicale del posto in quanto esaltazione del valore dell’arpa popolare.  Uno degli ultimi arpisti viggianesi è il Maestro Luigi Milano che, all’età di 6 anni, cominciò  a suonare questo strumento ereditando la passione per la musica dal nonno Vincenzo Lapenta.
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