Amelia Earhart: risolto il mistero della leggendaria pilota americana

Amelia Earhart:  nuovi indizi sulla scomparsa della pilota americana. 

Usando una nuova tecnologia, il professore Richard Jantz, dell’Università del Tennessee USA, sostiene che le ossa trovate nel 1940 su un’isola nell’Oceano Pacifico appartengono alla aviatrice Amelia Earhart, in opposizione ad un’analisi dei resti di quell’epoca che collegava le ossa, invece, ad un uomo.

 

La leggendaria pilota Amelia Eanhart ph. ©cnn

Amelia Earhart. E’ certificato quindi, che i resti trovati nel 1940 sull’ isola di Nikumaororo nell’Oceano Pacifico, appartengono alla leggendaria aviatrice americana che nel 1937 era scomparsa mentre volava sopra il Pacifico, insieme al copilota Fred Noonan, nel tentativo di ultimare gli ultimi undicimila chilometri che l’avrebbero separata dal raggiungimento del primato mondiale di prima donna a circumnavigare il globo in aeroplano.

Amelia Earhart, Fred Noonan ph. AP/AP

La rivista Forensic Anthropology pubblicata a cura del Centro di Antropologia Forense dell’Università del Tennessee USA, ha pubblicato i risultati riferiti alla riesamina delle misurazioni effettuate nel 1940.

Amelia Eanhart Il professore Richard Jantz Antropologo ph. 2017 Flickr

Il Professore Richard Jantz, responsabile della approfondita ricerca, ha utilizzato Fordisc, uno specifico software, da lui compilato, che da la possibilità, partendo da misurazioni su resti ossei, di stabilire con certezza sesso, età e statura. Questa specifica analisi ha portato a raccogliere dati utili a scoprire che la somiglianza dei resti con Amelia Earhart era molto maggiore rispetto al 99% di individui selezionati in un largo campione di riferimento.

Amelia Eanhart ph. ©ABC

Lo scienziato Americano, ha ottenuto la lunghezza delle ossa della Earhart usando anche fotografie e alcuni vestiti appartenuti alla eroina USA. “L’antropologia forense non era ben sviluppata all’inizio del 20 ° secolo, ha dichiarato alla stampa Jantz, infatti esistono molti esempi di valutazioni errate da parte degli antropologi del periodo.”

 

 

 

 

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