I Professori universitari sono in sciopero da oggi, fino al 31 ottobre prossimo, ma il Garante, pur avallando la legittimità dell’azione, invita i docenti a non intaccare le attività degli studenti, alle prese con prove di ammissione o esami.
Il Garante degli scioperi, a causa della mancata convocazione da parte del Ministero dell’Istruzione dei soggetti reclamanti per tentare di scongiurare l’astensione dal lavoro indetta dai professori universitari, da oggi e fino al 31 ottobre, ha preso atto della legittimità formale della protesta.
Tuttavia nel contempo l’Autorità, al fine di tutelare i diritti di tutti gli studenti dell’Università italiana ha provveduto a tracciare alcuni limiti: è permessa, nel periodo 28 agosto-31 ottobre, la sospensione del primo appello qualora siano previsti più appelli nello stesso periodo; inoltre deve essere garantita l’organizzazione di un appello straordinario non prima del quattordicesimo giorno successivo a quello dello sciopero solo nel caso in cui la sessione d’esame consista in un unico appello.
In più devono essere prese tutte le misure adatte allo scopo di evitare che l’appello straordinario pregiudichi la partecipazione degli studenti in fase di laurea alla sessione di autunnale della stessa, ivi compreso l’eventuale differimento della data di inizio di questa sessione; infine, sostiene il Garante, deve essere offerta la massima diffusione della comunicazione di tale astensione e delle relative modalità attuative, con particolare riferimento all’erogazione delle prestazioni indispensabili, facendo ricorso anche all’ausilio di strumenti informatici come siti web, posta elettronica e internet e similari.
Dunque i professori universitari incroceranno le braccia ed in 79 atenei italiani scatterà il boicottaggio del primo appello della sessione autunnale. Questo per manifestare il loro dissenso verso il blocco degli scatti salariali. I professori universitari lanciano il loro grido: “Finiamola con queste discriminazioni, ora la ministra Fedeli ci dovrà ascoltare per forza”. Di conseguenza saranno almeno 5.444 i professori ed i ricercatori a mettere in atto lo sciopero: tanti quanti hanno firmato la proclamazione dell’astensione, convalidata a fine luglio dalla Commissione di garanzia come “legittimo”.
“Ma ci aspettiamo un’adesione allo sciopero ben più massiccia, perchè tutti possono farlo”, afferma il professor Carlo Ferraro, decano del politecnico di Torino, voce del Movimento per la dignità della docenza universitaria che ha promosso la mobilitazione. Si tratta di Una protesta inedita e clamorosa, che coinvolge quasi 50.000 accademici. Il blocco degli esami infatti non si registrava nelle università italiane dagli anni ’70. La categoria, per la cronaca, sono cinque anni che si attende adeguamenti e modifiche alle retribuzioni, in realtà le più basse di tutta l’Europa.