[vc_row][vc_column][vc_column_text]Francesco Coco ucciso dalle Brigate Rosse.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]L’8 giugno 1976 viene ucciso a Genova il Procuratore generale Francesco Coco. L’agguato in cui fu ucciso il magistrato e le sue due guardie del corpo facenti parte della scorta fu organizzato dalle Brigate Rosse. L’omicidio di Francesco Coco fu il primo omicidio intenzionale delle Brigate Rosse.
Nel maggio del 1974 Francesco Coco si oppose al rilascio di otto detenuti militanti del Gruppo XXII Ottobre volta a favorire la liberazione del giudice Mario Sossi sotto sequestro dalle Brigate Rosse, dopo che la Corte d’Assise di Genova aveva dato parere favorevole.
La Corte d’appello aveva condizionato il rilascio dei detenuti alla incolumità del Giudice Sossi. Quando Sossi venne liberato Coco si oppose al rilascio dei militanti di XXII Ottobre sostenendo che il giudice Sossi non era incolume in quanto riportava delle leggere contusioni. La notte prima del ricorso in Cassazione, Francesco Coco ricevette una telefonata del Presidente della Repubblica, Leone, al quale il procuratore disse “Farò il mio dovere sino in fondo”.
L’identità dei responsabili dell’omicidio rimane ancora oggi molto dubbia. Secondo il brigatista collaboratore Patrizio Peci avrebbero partecipato all’azione tutti i clandestini principali delle Brigate Rosse: Mario Moretti, Lauro Azzolini, Rocco Micaletto e Franco Bonisoli. Peci fece anche i nomi di Giuliano Naria e Riccardo Dura, riconosciuti poi non presenti il giorno dell’agguato.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”17714″ img_size=”full” alignment=”center” css_animation=”fadeIn”][/vc_column][/vc_row]