Sbarco dei mille a marsala

Accadeva oggi 11 maggio 1860

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Accadeva oggi 11 maggio 1860.

Lo sbarco dei Mille a Marsala.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Lo sbarco dei Mille a Marsala avvenne nelle prime ore del pomeriggio dell’11 maggio 1860. Protetti da due navi da guerra della flotta inglese, i due vascelli Lombardo e Piemonte trasportanti i 1089 miliziani di Garibaldi approdarono nel porto della cittadina siciliana senza trovare alcuna difesa, non vi erano infatti truppe di terra borboniche né a Marsala, né nei dintorni.

La partenza dallo Scoglio di Quarto, avvenuta all’alba del 6 maggio, che era stata possibile grazie al finto sequestro di due vaporiere dell’armatore Rubattino, fu caratterizzata da ritardi e approssimazioni tali da costringere gli organizzatori, Cavour, Crispi, Bixio e Garibaldi a partire con carabine di proprietà dei volontari e senza alcun tipo di attrezzatura, tra cui le famose camicie rosse, di cui in realtà ne furono distribuite solo 50.

Nel periodo dal 24 maggio 1860 al 3 settembre 1860, dai porti di Genova e Livorno, salparono altre 20 navi, che in 33 viaggi trasportarono in Sicilia altri ulteriori 21.000 garibaldini. Mentre ulteriori viaggi di altre 7 navi battenti bandiera statunitense e inglese, trasportarono attrezzature e materiale bellico.

La difesa borbonica fu caratterizzata da ritardi e incomprensioni con i comandanti delle due navi da guerra inglesi presenti in rada, Dopo un primo bombardamento effettuato sulle navi vaporiere garibaldine, l’attacco fu fermato per paura di colpire i marinai inglesi presenti sulle banchine del porto. Quando i marinai inglesi furono infine risaliti a bordo, i garibaldini si erano già allontanati verso l’interno e alla marina borbonica non rimase altro che sequestrare le due vaporiere ormai vuote di miliziani.

Entrati nella città di Marsala, i Mille furono freddamente accolti dalla popolazione locale, tanto che il miliziano garibaldino Giuseppe Bandi scriveva che i marsalesi li accolsero “come si accolgono i cani in chiesa”. Il mazziniano Francesco Crispi, consigliere politico di Garibaldi, contattò i rappresentanti del comune marsalese, obbligandoli a dichiarare che la casa reale dei Borbone aveva cessato di regnare sulla Sicilia e ad offrire al generale Garibaldi la dittatura della Sicilia.
Garibaldi accettò immediatamente e, a Salemi, si proclamò dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele Re d’Italia, compiendo il primo atto del suo governo dittatoriale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”15623″ img_size=”full” alignment=”center” css_animation=”fadeIn”][/vc_column][/vc_row]

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