Dj Fabo ha trovato la pace che cercava, ieri la morte per eutanasia in Svizzera
Dj Fabo si è spento ieri in una clinica in Svizzera realizzando finalmente, il suo desiderio di mettere fine ad una vita per lui senza alcun senso divenuta un vero incubo da quasi tre anni, quando a causa di un incidente stradale avvenuto nel 2014 era rimasto cieco e paraplegico. La battaglia di Marco Cappato, che ha voluto assumersi il compito di accompagnare il noto Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, nella clinica della “dolce morte” al fine di ottenere per l’amico il suicidio assistito, continua senza sosta. Intanto, dopo la missione, Cappato si è presentato alla caserma dei Carabinieri di Milano Duomo, autodenunciandosi per la morte dell’ex deejay.
Il gesto di Cappato era stato però, annunciato già da prima della morte di Dj Fabo, con queste testuali parole: “Al mio rientro in Italia, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità”. Secondo la legge il reato che si configurerebbe sarebbe quello di aiuto al suicidio. Dj Fabo, non potendo muovere le mani, ha premuto con la bocca un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale nelle sue vene. Dj Fabo era molto in ansia dal momento che temeva, essendo cieco, di non riuscire a premere il pulsante.
Il giovane, cieco e tetraplegico da oramai tre anni, ha anche scherzato poco prima di attivare la procedura, infatti rivolgendosi alla madre ed alla fidanzata ha sussurrato: “E se non ci riesco? Vorrà dire che tornerò a casa portando un po’ di yogurt, visto che qui in Svizzera è molto più buono”. Dopo di che, col sorriso sulle labbra e senza esitazione ha fatto quello che desiderava fare da molto tempo. Ai tre amici che lo hanno aiutato a recarsi nella clinica in Svizzera Dj Fabo aveva voluto una promessa. “Non prendetemi per scemo ma devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture quando siete alla guida. Non potete farmi un favore più grande”. Queste le parole ai suoi grandi amici che sono rimasti con lui fino alla fine.