Tour de force della verità per la squadra di Sarri, undici giorni per giocarsi tutto!
Un autentico tour de force sta per calare sulle spalle dei giocatori azzurri. A partire da sabato, contro la squadra rivelazione della stagione, l’Atalanta di Gasperini, per finire al retour match con i campioni del Real Madrid, il Napoli dal 25 febbraio al 7 marzo prossimo, nell’arco di soli undici giorni, si gioca: campionato, Coppa Italia e Champions League. La Sarri Band, dovrà, infatti vedersela, oltre che con i bergamaschi e gli spagnoli, al San Paolo, con la Juventus, martedì 28 allo Stadium per la gara di andata della semifinale di Tim Cup, quindi sabato 4 far visita alla Roma di Spalletti all’Olimpico per dar vita ad uno scontro diretto in chiave secondo posto. Quindi, dulcis in fundo, martedì 7 ci sarà il tanto atteso match di ritorno in casa contro il Real, per tentare di ribaltare il risultato del Bernabeu.
Quattro partite clou della stagione azzurra che ci diranno tutta la verità su questo Napoli. Finalmente, alla fine del tour de force, sapremo fin dove può arrivare questa squadra, di cui conosciamo i grandi pregi ed i soliti difetti. Il Napoli gioca senza dubbio il miglior calcio d’Italia, si diverte e fa divertire i suoi tifosi. Gioca sempre a viso aperto, facendo dell’attacco la sua arma migliore, già 60 finora le reti realizzate nel solo campionato e fin qui tutto bene. Ora però arrivano le note dolenti: alla compagine napoletana manca la capacità di saper gestire la partita, di rallentare il gioco. Manca la capacità di saper difendere ad uomo, manca la freddezza ed il furore agonistico.
Ahimè, poi la difesa almeno un gol lo subisce quasi sempre, a prescindere dall’avversario che incontra. Facile prendersela con Koulibaly o Albiol, i due centrali titolari ma la colpa non è tuttavia della sola retroguardia. Nelle altre squadre o per meglio dire nelle grandi squadre, a partita congelata, come per esempio sul 3-0, le maglie della difesa sono nettamente più chiuse. Se sbaglia un difensore, ce n’è un altro vicino, pronto a rimediare. Davanti, poi, una big, ha una protezione fatta dai centrocampisti. Al Napoli, questo non accade. Per vincere la partite questo team sfrutta troppe energie, perché ha bisogno di girare sempre a mille all’ora, altrimenti, come è già successo, perde il bandolo della matassa e subisce il ritorno della squadra avversaria. Anche domenica, al Bentegodi è accaduto, per non parlare di partite come quelle con il Benfica, col Torino, col Milan e via dicendo.
Per essere una vera big il Napoli dovrà imparare la gestione della partita, dovrà imparare ad essere più cattivo, magari commettendo anche più falli o gettare la palla in tribuna. Infine dovrà imparare ad essere più cinico ed a finire l’avversario quando è a terra, senza pietà. Di tutto questo avrà bisogno l’undici di Sarri nelle prossime quattro partite di questo tour de force impietoso cui sarà sottoposto da sabato pomeriggio a Fuorigrotta.