Vedanta and Vishvatomukham: focus sul Coral Reef. Un dialogo sulla resilienza dei “super-organismi.
Un dialogo sulla resilienza dei “super-organismi” e lo Spirito dai Volti in ogni direzione.
A prima vista, la Khaled bin Sultan Living Oceans Foundation e il Vedanta Institute Hyderabad sembrano abitare mondi inconciliabili. L’una è dedicata alla conservazione scientifica delle barriere coralline attraverso l’ecologia marina; l’altro allo studio della coscienza umana attraverso la filosofia antica. Eppure, mettendoli in dialogo, emerge una convergenza sorprendente: il linguaggio della sopravvivenza negli oceani è straordinariamente simile al linguaggio della saggezza nelle scritture.
In una recente conversazione che ha visto protagonisti due nostri invitati: l’ecologa marina Renée Carton e il filosofo Jayashankar Krishnamurthy, sono emerse due mappe della realtà apparentemente distinte sono state sovrapposte, rivelando un territorio sottostante comune. Il tema era la resilienza, ma la conclusione è stata l’Unità.
La Barriera come Super-Organismo
La moderna biologia marina ha superato da tempo lo studio delle specie in isolamento. Come spiega Renée Carton, una barriera corallina non è semplicemente una collezione casuale di rocce, pesci e alghe; è un “super-organismo“. Opera attraverso un patto non negoziabile di interdipendenza.
La resilienza della barriera — la sua capacità di resistere alle tempeste e al riscaldamento delle acque — dipende interamente dalla cooperazione fluida delle sue parti. Le praterie di alghe modificano la composizione chimica dell’acqua, sequestrando carbonio per permettere ai coralli di costruire il loro scheletro calcareo. Microbi, pesci e alghe mantengono una precisa omeostasi. In questa realtà biologica, l’indipendenza è un’illusione; la sopravvivenza dello squalo è legata chimicamente e strutturalmente alla salute dell’alga.
Carton indica nell’acidificazione degli oceani la minaccia primaria a questa unità. Quando la linea di base chimica dell’ambiente si sposta a causa di pressioni esterne (CO2), i legami cooperativi si dissolvono. Il corallo sbianca, la struttura collassa. Il sistema fallisce non perché le singole parti siano deboli, ma perché la connessione tra loro si spezza.
Vishvatomukham: Lo Spirito con Volti su ogni lato
Questa descrizione biologica trova un’eco profonda nella Bhagavad Gita. Jayashankar Krishnamurthy introduce il concetto di Vishvatomukham, un termine sanscrito che si traduce come “Lo Spirito che ha volti su tutti i lati”.
Se la biologia descrive il meccanismo dell’interconnessione, il Vedanta descrive la visione necessaria per percepirlo. Vishvatomukham sfida l’osservatore a guardare oltre la diversità delle forme — il minerale, la pianta, l’animale, l’umano — per riconoscere il singolo principio vitale onnipervadente che le anima tutte.
Questo richiede uno spostamento nella prospettiva cognitiva. L'”egoismo ottico” di vedere il mondo come una collezione di entità separate è, in termini vedantici, la radice del conflitto e della decadenza. Proprio come la barriera agisce come un corpo unico, Vishvatomukham suggerisce che il cosmo stesso funzioni come un’entità unificata. Danneggiare un “volto” di questa entità ferisce inevitabilmente l’osservatore, poiché non esiste una reale separazione tra i due.
L’Occhio della Saggezza
La convergenza di questi due campi offre un quadro pratico per navigare le crisi moderne. Che si tratti di collasso ecologico o di frammentazione sociale, la soluzione richiede ciò che il Vedanta chiama Jnana Chakshu, o “L’Occhio della Saggezza“.
Non si tratta di una trance mistica, ma di una forma di profondo pensiero sistemico (systems thinking). È la capacità di vedere il “super-organismo” dietro le parti individuali.
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Per l’ecologo, questo significa comprendere che proteggere una barriera richiede la gestione della chimica dell’intero oceano.
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Per il filosofo, significa capire che vivere eticamente non è una regola imposta dall’alto, ma un allineamento naturale con la realtà che “ogni cosa si affida a ogni altra cosa”.
Giustapponendo la realtà tangibile dell’acidificazione oceanica con la verità metafisica dello “Spirito Universale”, emerge una narrazione potente: la resilienza non è una caratteristica individuale. È una proprietà collettiva che deriva dal riconoscere, e proteggere, l’Unità all’interno della Diversità.
Ecco il podcast. Buon ascolto!
