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Napoli Sirena Parthenope: splendida e sensuale attrazione d’amore

La solitudine è il Karma, curiosa, sazia ma mai soddisfatta.

Napoli Sirena Parthenope: splendida e sensuale attrazione d’amore.La solitudine è il Karma, curiosa, sazia ma mai soddisfatta.

Napoli Sirena Parthenope. Napoli è ninfa plebea che sorge dall’acqua, all’ombra cupa dello sterminator vesevo, splendida e sensuale attrazione d’amore. La sirena ti attrae, ti accoglie con gli occhi, ti ammalia fino alla schiavitù. Ma mai si concede. Prende ma non dà. Ti illude ma non mantiene le ammiccanti promesse. Cristallizza la sua evoluzione in un’adolescenza rigogliosa ma mai passa all’atto, mai diventa davvero adulta. Femmina mai donna. Ricettacolo sterile che fissa la sua attenzione, il suo target, al proprio edonistico piacere; un vero narciso autoreferenziale. Essere fatale che al più si pone come modello, mai in relazione. La solitudine è il Karma, curiosa, sazia ma mai soddisfatta. Al colmo del delirio di onnipotenza diventa suicida: la completa, offensiva, sacrilega quasi, negazione di sé. Ti amo per lei significa ti concedo di amarmi, di adorarmi, di essere posseduto da me. Ma non ti aspettare nulla, non chiedere nulla, non ho nulla da darti.

Come sirena attrattiva, Napoli è inondata da sempre da quella oceanica folla continua che dal resto del mondo arriva e si installa, diventa di qua, diventa nea polis. Come una donna molto desiderata, mantiene però lontane da sé le persone; e le utilizza, senza pietà. Napoli non ha regole: la regola è: si salvi chi può!! Da questa bipolare adolescenza deriva la legge della sopraffazione, quella che partorisce la camorra: lo Stato non c’è e quindi comanda il più forte. Lo Stato non c’è e quindi non ho limiti, faccio quello che voglio. Lo Stato, talvolta, si serve del più forte per governare la massa: è più semplice e non ci si sporca le mani. Ma allora la camorra è fuori dallo Stato o è dentro lo Stato? Se c’è lo stato non c’è la camorra….o no? Mentre rispondiamo a questa secolare domanda i coltelli e le pistole sono le idee più usate per affermare il proprio potere. O per sopravvivere.

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Ben nascosta ai comuni occhi mortali è la Napoli Nobilissima, immagine d’altri tempi, ma estremamente attuale, ricca di artigiani, di industriali geniali, di grandi artisti, di enormi pensatori, di iniziative spontanee di suprema civiltà e di profondo amore; il popolo autentico della Napoli di ogni tempo che come albero senza confini affonda le radici della propria cultura nei millenni greci e romani e di chissà quante altre civiltà. D’altronde la cultura, l’arte, l’ordine ed il rispetto dei valori sono l’unica cura per la guarigione dall’antico cancro del Sud, orfano dei suoi figli migliori.

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Gli eredi attuali dei campieri, portatori del disvalore della legge del più forte, possono essere superati e quindi dimenticati solo dai semi prolifici del sapere, del pensare, del creare il bello in base al valore unico ed unificante del BENE. Il LAVORO, per cui questa terra del sud infangata dalla propaganda post-unitaria veniva denominata, deve tornare a prevalere sull’accidia e la sopraffazione che spesso la nostra pseudo-democrazia ha preferito far prevalere. Se lavori sei autonomo e quindi non servi più il potere; se pensi con la tua testa non sei più un consumatore e quindi non sei funzionale al sistema. Si può dire attualmente: il consumo è l’oppio dei popoli. Chi va via dal Sud fugge e, quindi, ha sempre torto. Qui, a Napoli, dobbiamo restare, lavorare, coltivare le arti, lo sport, la cultura e riprendere finalmente il filo di civiltà che comincia dai greci e non finirà mai… se noi lo vogliamo.

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Mauro Idone

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