Alessitimia è un disturbo del linguaggio emotivo, o una difficoltà nell’esprimere e comprendere le emozioni propri e degli altri. La parola “alessitimia” deriva dal greco “a-” (senza) e “lexis” (parola) e “thymos” (emozione).
L’Alessitimia può avere un impatto significativo sulla socialità e sulla vita relazionale soprattutto nei giovani. Le difficoltà nell’esprimere e comprendere le emozioni possono rendere più difficile per i giovani con questa condizione psicologica a stabilire e mantenere relazioni sociali sane.
Ad esempio, i giovani con Alessitimia possono avere difficoltà a comprendere i segnali sociali e le sfumature emotive nella comunicazione verbale e non verbale degli altri, il che può rendere difficile capire cosa gli altri stanno pensando o sentendo. Inoltre, può essere difficile per loro esprimere le proprie emozioni in modo efficace, il che può rendere difficile stabilire una connessione emotiva con gli altri. Queste difficoltà possono aumentare il rischio di isolamento sociale e di bullismo, sia come vittima che come bullo. Inoltre, può essere più difficile per i giovani con Alessitimia gestire conflitti e risolvere problemi in modo efficace, il che può causare ulteriori problemi nella vita relazionale.
Inoltre, questo fenomeno può verificarsi insieme ad alcune condizioni di salute mentale, come la depressione, l’ansia, la schizofrenia e il disturbo borderline di personalità. In questi casi, l’Alessitimia può rendere più difficile per l’individuo gestire le proprie emozioni e per i professionisti della salute mentale gestire il trattamento.
L’Alessitimia può essere causata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e di apprendimento. Alcune ricerche suggeriscono che l’Alessitimia è più comune in persone che hanno subito traumi emotivi o abusi nell’infanzia. Il trattamento dell’Alessitimia può includere la terapia del linguaggio emotivo, che aiuta il soggetto ad imparare a riconoscere e a esprimere le proprie emozioni in modo più efficace. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può anche essere utile per aiutare le persone a gestire i sintomi dell’Alessitimia e a migliorare le relazioni interpersonali. In generale, è importante che i soggetti alessitimici ricevano un supporto e una comprensione adeguati dalle loro famiglie, dagli amici e dai professionisti della salute mentale potendo così imparare a gestire meglio le loro emozioni e migliorare la qualità della loro vita e la loro capacità di gestire le condizioni di salute mentale concomitanti.
Il termine Alessitimia è stato coniato nel 1973 dallo psicoterapeuta Peter Emanuel Sifneos per descrivere i pazienti con malattie psicosomatiche, che avevano diversi sintomi in comune. Questi pazienti mostravano marcate difficoltà nell’identificare i propri sentimenti, nel trovare parole appropriate per descriverli e nel distinguere i sentimenti dalle sensazioni corporee di eccitazione. Inoltre, i pazienti avevano scarse capacità immaginative, che si riflettevano in una scarsità di fantasie, e uno stile di pensiero focalizzato su eventi esterni, insieme a una sorprendente evitamento di concentrarsi sulle esperienze interiori. Sifneos introdusse la parola “alexithymia” [dal greco a (no) – lexis (parole) – thymos (emozione); significato letterale “nessuna parola per le emozioni“] per descrivere “questa specifica difficoltà che sembra essere più probabilmente dovuta a una combinazione di difetti neurofisiologici e psicologici piuttosto che a quelli puramente psicologici“.
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