Roman Imperial Cult: Sacello degli Augustali per Augusto, a Miseno

Dedicato al culto dell’imperatore Augusto. Risalente all’epoca giulio-claudia.

Roman Imperial Cult. Sacello degli Augustali a Miseno, (I sec. d.C.) dedicato al culto dell’imperatore Augusto. Risalente all’epoca giulio-claudia.

Roman Imperial Cult. Il proprietario di un terreno di Miseno, vicino Pozzuoli, tutto si aspettava, fuorchè di scoprire nascosto nelle sue viscere, un vero e proprio tesoro. Quando nel 1968, avviò dei lavori di sbancamento per la realizzazione di due villette private, emerse difatti dal sottosuolo, un edificio di età imperiale. Il luogo di rinvenimento, è ubicato esattamente tra Punta Terone e le pendici sud di Punta Sarparella. I lavori, guidati e diretti dall’allora Soprintendente alle Antichità di Napoli e Caserta, il professore Alfonso de Franciscis, durarono fino al 1972 quando furono improvvisamente sospesi per la situazione statica in cui versava l’edificio e inoltre, per la falda acquifera che ancora oggi sommerge parte della struttura. Ma a cosa corrispondeva esattamente questo edificio? Gli studi successivi, lo hanno identificato, precisamente con la sede del collegio degli Augustali di Miseno, il cosiddetto Sacello degli Augustali che era utilizzato per i riti di culto degli imperatori, curati dai Sacerdotes Augustales (o Sodales Augustales o Augustales), i sacerdoti di Augusto. Il ritrovamento sul luogo di un’epigrafe latina, giustificherebbe appunto l’attribuzione agli Augustali: “Templum augusti quod est augustalium”.

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Sacello degli Augustali, Miseno.

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Risalente all’epoca giulio-claudia.

Roman Imperial Cult. Risalente all’epoca giulio-claudia (I sec. d.C.) e dedicato al culto dell’imperatore Augusto, fu poi modificato in epoca antoniniana (metà del II seolo), da Cassia Victoria in onore del marito L.Laecanius Primitivus, sacerdote augustale dell’epoca di Marco Aurelio. Fu in seguito distrutto, alla fine del secolo, probabilmente a causa di un terremoto ed ciò che ne rimase in piede, è attualmente sommerso a causa dei fenomeni di bradisismo che caratterizzano, tutt’oggi, la zona flegrea. Il santuario è composto da tre ambienti, in parte costruiti in muratura, in parte ricavati dalla roccia. Quello centrale, il vero e proprio sacello, è composto da un tempietto a podio e a pianta rettangolare davanti al quale, è sito un altare. Grazie ad una gradinata fatta in marmo e fiancheggiata da altri due podi in muratura che in origine erano sormontati da statue, si accedeva al pronao tetrastilo (la parte antistante la cella del tempio) a sua volta sormontato da un frontone decorato con alcuni rilievi e con un’iscrizione dedicatoria.

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Un mosaico composto da tessere bianche e nere.

Roman Imperial Cult. Appena varcata la soglia del vestibolo, pavimentato con un bellissimo mosaico composto da tessere bianche e nere, si accedeva all’interno del sacello, costruito a sua volta in opus reticulatum. Le sue pareti, dovevano originariamente essere rivestite da lastre in marmo. Su quella di fondo, c’era un’abside con un podio, fiancheggiato da due nicchie rettangolari e dipinta di rosso sulla parte superiore della fronte, mentre nel catino si poteva ammirare una decorazione in stucco con rilievi rappresentanti soggetti marini. L’ambiente collocato a destra, ovvero il sacello, era decorato con rivestimenti in stucco e dipinti sia sulle pareti che sulla volta a botte ed a crociera. In quello di sinistra, invece, fu rinvenuta la statua equestre in bronzo, raffigurante Domiziano Nerva, oggi esposta al Museo Archeologico dei Campi Flegrei.

Statua femminile acefala del tipo “Piccola Ercolanese”. Museo archeologico dei Campi Flegrei .

 

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Un imponente statua.

Nel museo,è stata allestita una sala che è stata appositamente preparata per ospitare l’imponente statua, il frontone del tempio ed anche le altre statue rinvenute successivamente alla grande scoperta del 1968. Tra esse, figurano Vespasiano, Nerva, Tito, la dea dell’Abbondanza ed anche alcune divinità tra cui Apollo, Asclepio e Venere, una del tipo della “Piccola Ercolanese” ed un’altra, raffigurata su un delfino. Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, inaugurato nel 1993, ospita al suo interno una fortezza di età aragonese, successivamente ristrutturata, collocata precisamente sulla sommità di un alto promontorio che chiude a sud il golfo di Baia e dal quale si può godere una vista strepitosa dell’intero golfo di Pozzuoli, di ischia, Capri e Procida. Al suo interno, tanti sono i resti rinvenuti nei Campi Flegrei, come, per esempio, le numerosi basi marmoree ritrovate nella zona antistante il sacello e sistemate nel cortile della Torre Tenaglia del castello di Baia, grande e preziosa testimonianza per lo studio del collegio e del culto degli imperatori. Vale proprio la pena, senza dubbio, organizzare una bella gita in questo suggestivo luogo, al fine di poter anche godere del meraviglioso paesaggio che comprende l’imponente fortezza aragonese, alla scoperta di un tassello molto importante per la ricostruzione della storia dei nostri territori.

Info:
Museo Archeologico dei Campi Flegrei via Castello, 39 Baia -Bacoli (NA)
Tel. 081/5233797

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