Virgin Mary art and cultural syncretism. Fin dai tempi più remoti la figura della Madonna ha ispirato gli artisti di tutti i paesi del mondo. Meravigliosa anche l’arte Māori con il tekoteko “Madonna and child”.
Virgin Mary art: I più bei volti della Vergine Maria: fin dai tempi più remoti la figura della Madonna ha ispirato gli artisti di tutti i Paesi del mondo. Infatti i migliori pittori e scultori italiani e stranieri le hanno dedicato sculture, affreschi, dipinti, mosaici ed altri oggetti devozionali. Ma vediamo, secondo la critica, quali sono i più bei volti della Vergine Maria raffigurati nell’arte pittorica e scultorea. Iniziamo dal volto della Madonna tra il Battista e S. Sebastiano del Perugino risalente al 1493.
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Il dipinto della Vergine del Perugino raffigura una donna sul volto della quale sono presenti tutte le sofferenze del mondo: infatti si nota quello sguardo quasi assente nel vuoto, che dà forma ai suoi pensieri. Molto probabilmente sono riflessi i dolori del martirio, ma non solo quello futuro di Gesù, ma anche quello di San Sebastiano, immagine verso la quale la Madonna rivolge il capo. In contrapposizione l’abbigliamento assai luminoso che l’avvolge; si tratta di un abito turchese e corallo, su cui posa un mantello di colore blu scuro. Infine appare con dei riccioli dorati e con un foulard della medesima tinta della gonna.
Virgin Mary art: I più bei volti della Vergine: Passiamo ora all’Annunciazione di Leonardo da Vinci del 1475: l’affresco ritrae Maria nel mentre viene interrotta nella lettura dall’arrivo dell’Arcangelo Gabriele. Ella apprende con sorpresa la notizia della sua gravidanza di fonte divina. Leonardo raffigura la Vergine con i capelli biondi sciolti, e vestita con molta eleganza. Sebbene un pò meravigliata Maria non appare turbata, ma tranquilla e serena con la mano sinistra alzata.
Veniamo adesso al Polittico del Giudizio Universale di Van der Weyden del 1450. In questo dipinto la Vergine viene raffigurata in uno dei 9 pannelli di questo polittico monumentale. Ella è rivolta verso il Cristo Giudice mentre prega con un’espressione orgogliosa e dolce alla stesso tempo. La vergine è abbigliata alla fiamminga, con una veste blu ed un velo bianco che copre la fronte ed il collo; il volto è di colore roseo incarnato.
Virgin Mary art: E’ la volta del Cristo benedicente e Vergine orante di Campin del 1424. Questa magnifica opera, in realtà, non è molto celebre. Il Maestro di Flemalle, questo lo pseudonimo dell’artista, ritrae Maria in preghiera dinnanzi al Cristo, verso cui rivolge il viso colmo d’amore. I lineamenti sono incredibilmente realistici, i riccioli biondi ricadono morbidi sulle sue spalle e sono avvolti da un meraviglioso mantello blu forte. Quindi parliamo adesso della Vergine Annunciata di Antonello da Messina del 1476.
Il volto della Vergine è collocato su di uno sfondo nero, che rimanda alla pittura fiamminga. Tale sfondo offre maggior vigore al modello, che di conseguenza appare luminoso. La Madonna è avvolta in un velo blu cobalto dallo sguardo dolce ed ammaliante.
Passiamo invece alla Madonna del Magnificat del Botticelli del 1481. La Madonna appare come la Regina del Cielo, incoronata da due Angeli. Ella è rappresentata quasi a grandezza naturale. Si tratta di un autentico capolavoro di oreficeria, composto completamente da stelle per richiamare uno degli appellativi della Vergine, ossia Stella del mattino.
Virgin Mary art: Vediamo ora la Madonna dei Palafrenieri del Caravaggio del 1605. La donna che si presta ad impersonare Maria, in verità è Maddalena Antognetti, una cortigiana ben conosciuta nella capitale per essere stata l’amante di molti potenti. L’affresco venne esposto presso l’altare maggiore della chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri in Vaticano, ma vi rimase soltanto un mese. In questo ritratto la Madonna non viene idealizzata bensì viene vista come una popolana con un abito color corallo che accentua il pallore della donna.
Madonna del Belvedere di Raffaello del 1506. Qui la figura della Vergine viene posta in un incantevole scenario paesaggistico, che ricorda gli sfondi leonardeschi; ella è assieme al figlio ed a S. Giovannino e l’espressione del suo volto è assai aggraziata. Una bellezza più che mai osannata: per Raffaello la Vergine, rappresenta l’essenza stessa della bellezza e della purezza.
Ora è la volta della Madonna della Seggiola, ancora di Raffaello del 1514. In quest’opera l’autore ostenta ’affetto di una madre nei confronti del figlio, immortalandolo in un tenero abbraccio. Molto Interessanti le scelte cromatiche realizzate da Raffaello, quei colori caldi al centro dell’opera e quelli freddi verso l’esterno sono un connubio perfetto. Le spalle della Vergine Maria sono avvolte da una sciarpa multicolore, mentre intorno al capo indossa un panno rigato bianco ed oro.
Infine troviamo la Madonna con Bambino e due Angeli di Filippo Lippi del 1465. Il pittore sceglie di dare alla Madonna il volto della sua amata, tale Lucrezia Buti, dapprima monaca, quindi madre dei suoi figli senza mai sposarsi. Il volto della donna è raffigurato con un’espressione malinconica: come se stesse pensando al destino del figlio, Importante anche l’ acconciatura assai complicata con cui il pittore decide di rappresentarla. Questo dipinto ha affascinato molte persone ed in particolare il poeta D’Annunzio che, dopo averlo ammirato, si proclamerà il secondo amante di Lucrezia Buti.
Māori.
Oltre a queste bellissime opere di matrice europea, ci piace menzionare un bellissimo tekoteko Māori “Madonna and child”. Tekoteko è un termine in lingua Māori per che indica una forma umana scolpita (tutto il corpo o soltanto la testa). Questo tekoteko è stato probabilmente scolpito per essere appeso ad una parete. L’intagliatore ha suggerito il concetto della Vergine Maria mettendo un moko (tatuaggio) completo sul viso di Maria. Così facendo, l’ha paragonata a un Ariki Tapairu – la primogenita di una famiglia di alto rango. Le Ariki Tapairu erano investite di uno speciale tapu (sacralità). Non era loro permesso sposarsi o essere toccate dagli uomini, e il loro moko completo indicava il loro status. La Vergine Maria appare anche in piedi su una testa. Nel simbolismo Māori, ciò ricorda che l’uomo viene dalla donna.
I Māori furono originariamente introdotti ai concetti cristiani dai cacciatori di balene e mercanti all’inizio del XIX secolo. L’adozione del cristianesimo da parte dei Māori fu dapprima lenta, ma aumentò con l’arrivo di altri missionari. Nel 1838, quando il primo vescovo cattolico romano (Jean Baptiste Francois Pompallier) arrivò a Hokianga, nell’estremo nord, la chiesa cattolica romana era già stabilita qui. Il meraviglioso tekoteko “Madonna and Child” (1890), è conservato al Te Papa museum di Wellington, in Nuova Zelanda.
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