Osci e Maschere Atellane: Fabiana Macaluso ospite di Idee Meravigliose. Spiritualità, arte, teatro e letteratura si sono intrecciate in un episodio speciale del format. In lingua italiana ed inglese.
Osci e Maschere Atellane: Scoprire, Assistere, Partecipare. Questo il nome del progetto web della start-up italiana della comunicazione Curtis & Moore Italia e del web magazine Crono.news. Idee Meravigliose è basato sulla produzione periodica di un event web. Una serie votata alla divulgazione, sviluppata esclusivamente, attraverso la rete internet, di argomenti riguardanti: Spiritualità, Scienza, Tecnologia, Cinema, Arte, Salute, Natura, Crescita personale, Umanità, Società, Identità, Comunità.
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Gli Osci.
L’artista Fabiana Macaluso ha realizzato per noi, una bellissima riproduzione di maschera atellana, un lavoro mirabile che ci ha stimolati a realizzare un episodio del nostro format, raccontando di più degli Osci. Aiutati dallo scrittore ed esperto di storia preromana Stefano Cortese, anche lui ospite in video streaming.
Osci e Maschere Atellane: Gli Osci, detti anche Oschi, erano una popolazione indoeuropea di origine sannitica, appartenenti al gruppo osco-umbro. Si distinguevano dagli altri ceppi del filone, principalmente per la loro lingua, poiché parlavano la lingua osca, idioma indoeuropeo del gruppo osco-umbro. Con gli Osci, si identificano, storicamente, una pluralità di popoli dell’Italia meridionale, dei quali si ha testimonianza in età antica. Dal V secolo a.c, questa popolazione fu inglobata dai Sanniti che erano, rispetto ad essi, stanziati leggermente più a nord e da quel momento, i due gruppi si fusero per divenire una sola cosa. Insieme formarono un gruppo di guerrieri temibili che dettero filo da torcere ai romani, finchè furono definitivamente sconfitti dopo le Guerre sannitiche.
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Fabulae atellanae e maschere.
La Fabula atellana, ovvero, commedia di Atella, era originaria di tale luogo, un’antica città della Campania. Si tratta di un genere di commedia che si diffuse nella regione campana, intorno all’VIII secolo a.C. . Si trattava di una forma molto rozza di spettacolo teatrale alquanto popolare, contadinesco ed in particolare sboccato, in sintonia con la commedia dell’arte e interpretata da attori che improvvisavano usando delle maschere fisse, quali Buccus, Dossennus, Maccus, Pappus, personaggi che rappresentavano un fanfarone, un gobbo furbo, uno sciocco ghiottone ed un vecchio lussurioso. Ispirandosi proprio a Maccus, Fabiana Macaluso, grazie all’attento lavoro di management di Deborah Cattoni, ci ha fatto dono di un manufatto che trasuda storia e tantissima passione per l’arte. “E’ stato bellissimo mettermi a lavoro per realizzare la maschera. Adoro la storia oltre che scoprire e riscoprire culture antiche. Ciò è lampante nel mio modo di fare arte in maniera poliedrica e multiculturale, con un occhio sempre attento alla bellezza della natura che ci circonda. Sento di avere un profondo legame con essa, ed incredibilmente grazie agli Osci, ho avuto ancor più spinta in tale direzione. Da tempo infatti realizzo progetti di beneficenza per sensibilizzare le persone su tematiche come la salvaguardia del pianeta e la lotta contro la violenza sulle donne.” ha dichiarato l’artista.
Rispetto al rapporto uomo-natura, lo scrittore Stefano Cortese ha poi aggiunto: “Ne l’Osco, il mio romanzo storico, il lettore vivrà la contrapposizione di due distinte visioni del mondo. Da una parte, quella animista degli Osci, caratterizzata dalla intensa osmosi con la natura e dal totale abbandono al volere del Fato; dall’altra abbiamo il feroce antropocentrismo degli Elleni. Gli uni vedono l’oblio come necessario ed inesorabile. Gli altri, gloriosi ed infaticabili custodi della memoria, lo vivono con terrore.”
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