Settembre al Castello 2019. Quattro giorni di teatro al Maschio Angioino di Napoli

Settembre al Castello 2019 rassegna teatrale al maschio angioino di Napoli

Settembre al Castello 2019

Settembre al Castello 2019 Quattro giorni di teatro ed emozioni all’ombra dell’affascinante scena teatrale di un castello, programmati nell’ambito di Estate a Napoli 2019

 Settembre al Castello 2019. E’ un “palcoscenico vuoto”, un’affascinante e versatile scena teatrale, il Maschio Angioino di Napoli, che, per il secondo anno, sarà sfondo naturale della prestigiosa rassegna teatrale per la direzione artistica di Annamaria Russo, organizzata da Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, nell’ambito di Estate a Napoli 2019.

Quattro giorni di teatro ed emozioni all’ombra di un castello, quattro titoli e un unico filo rosso, il destino, che, da giovedì 5 a domenica 8 settembre 2019, regaleranno al pubblico, attraverso le pagine dei libri amati, tutte le suggestioni del tempo. Il destino, la sorte, la predeterminazione e il caso diverranno, nella seconda edizione di Settembre al Castello, protagonisti di un viaggio affascinante al centro della vita e della morte.

Le imperscrutabili e sorprendenti vie della sorte, le ferree leggi del caso – evidenzia Annamaria Russo – si squadernano in ciascuno degli spettacoli proposti per la seconda edizione della rassegna. Dal destino dolente che condanna il commissario Ricciardi a sentire l’ultimo pensiero nella mente dei morti sui quali è chiamato a indagare alla sconcertante  successione di casualità che portano all’assassinio di Santiango Nazar. Dalla sorte già scritta nel palmo della mano del più famoso rivoluzionario di Napoli al caso che trasforma una frase banale in una bomba deflagrante capace di distruggere la vita di Vitangelo Moscarda”.

A inaugurare la programmazione della rassegna, giovedì 5 settembre, sarà Il senso del dolore di Maurizio de Giovanni, con Nico Ciliberti e le voci di Andrea Canova, Gabriele Carraturo, Rosalba di Girolamo, Marcello Magri, Isabella Martino, Marco Palumbo, Fabio Todisco, Ramona Tripodi, nell’adattamento e la regia di Annamaria Russo.

Settembre al castello – IL SENSO DEL DOLORE

È una cartolina della Napoli del 1931, un acquerello rifinito da mani sapienti, a fare da sfondo alla vita del commissario Luigi Alfredo Ricciardi, nella sua prima avventura.

Luigi Alfredo Ricciardi vede i morti che gli parlano ripetendo all’infinito l’ultimo pensiero che li ha tormentati nell’istante del trapasso. Uno straziante grido d’aiuto che solo lui può raccogliere e di cui si fa carico con coscienza e umanità.

Al teatro S. Carlo, durante la rappresentazione della Cavalleria Rusticana, viene trovato il cadavere del tenore Arnaldo Vezzi. Il suo spirito affranto accoglie il commissario Ricciardi con un canto addolorato, un solo verso, sempre lo stesso che guiderà il giovane poliziotto verso una verità dolorosa quanto amara.

Venerdì 6 settembre la scena sarà per Cronaca di una morte annunciata di Gabriel Garcia Marquèz, con Paolo Cresta, Nico Ciliberti, Rosalba di Girolamo, Peppe Romano, nell’adattamento di Annamaria Russo e la regia di Paolo Cresta.

La scrittura caleidoscopica di Marquèz, le suggestioni calde, speziate, feroci e sensuali di un Sud America immaginifico, una storia in bilico tra la cronaca giornalistica e il racconto surreale: Cronaca di una morte annunciata è tutto questo e molto di più. Il realismo fantastico del maestro colombiano guida con rigore cronachistico la telecamera della letteratura al centro di un ideale tribunale. Sul banco degli imputati esiste un solo possibile colpevole: il caso, o meglio il dolente rosario di tragiche fatalità sgranato con pazienza dal destino. E’ un disegno di morte annunciato, sbandierato con la sfacciata protervia che solo la paura può dettare, eppure ineluttabile. Un progetto di vendetta che chiede solo di essere demolito e giunge invece inesorabile a compimento…

La rassegna proseguirà, sabato 7 settembre, con lo spettacolo A te, Masaniello, drammaturgia e regia di Annamaria Russo, interpretato da Nico Ciliberti, Marianita Carfora, Salvatore Catanese, Cristiano Di Maio, Laura Pagliara, Alfredo Mundo, Riccardo Maio, Rita Ingegno, Paolo Rivera, Maya Grasso, Diego Guglielmelli, e la partecipazione dei piccoli Flora, Giulia, Gianluca e Gaia.

Il 7 luglio del 1647 il popolo napoletano, ridotto alla fame dalla pressione fiscale del vice regno spagnolo, scatena una rivolta violentissima, capeggiata da un pescatore, Tommaso Aniello d’Amalfi detto Masaniello. Napoli lo nomina Generalissimo della popolazione, e lo segue con cieca fede per sette giorni, mettendo a ferro e fuoco la città e costringendo i nobili e il viceré a riparare a Castel Sant’Elmo, per sfuggire all’assalto.

Sette giorni dura rivoluzione dei “pezzenti”, durante i quali, il governo si arrende al popolo, accogliendo, senza condizioni, tutte le richieste del generalissimo. Sette giorni durante i quali il popolo è sovrano e l’impossibile. Tra i vicoli, le strade, le piazze riecheggia un solo grido: libertà. Poi, di colpo, tutto finisce. Qualcuno tira giù il sipario, e si fa buio. Si fa buio nella mente di Masaniello che improvvisamente impazzisce, e il popolo non inneggia più al suo comandante, ma a bassa voce ne decreta la morte.

A chiudere la programmazione di Settembre al Castello 2019, domenica 8 settembre, sarà Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello con Paolo Cresta, che firma anche l’adattamento e la regia dell’allestimento.  In scena un uomo, solo, si rivolge direttamente al pubblico, proprio come il romanzo si rivolge direttamente al lettore. Racconta la sua storia, e nel farlo si confida, si confessa, rivive il suo lancinante viaggio interiore, inducendolo ad affermare che, oltre a tutto il resto, non ha più bisogno di un nome, perché i nomi convengono ai morti, a chi ha concluso. Lui è vivo, e non conclude. La vita non conclude, e non sa di nomi. E’ così che, da un semplice specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge per Vitangelo Moscarda, un volto di sé finora ignorato, provocando in lui una profonda crisi, fino all’agghiacciante consapevolezza che la sua immagine negli occhi degli altri è lontana anni luce da quella che ha di se stesso.

 

 

 

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