Romanzo storico e popoli italici: interessante libro a cura di Marino Maiorino.
Romanzo storico e popoli italici: Attraverso una attenta e dettagliata rievocazione della Napoli di epoca Greca, Marino Maiorino nel suo romanzo “Neapolis – Il richiamo della sirena“, stupisce con una trama avvincente ed una minuziosa ricostruzione storica. Greca per fondazione, nel 328 a.C. Neapolis ospitava un’enclave sannita, popolo che non si limitò a difendere le mura della città, ma osò incursioni nel territorio dei vicini alleati di Roma. Marino Maiorino ci accompagna nel bellissimo viaggio in un tempo che pulsa fortemente di vita, nonostante siano trascorsi oltre 2000 anni di storia. Ecco alcune domande che abbiamo posto allo scrittore:
Romanzo storico come strumento di recupero della memoria storica dell’Italia preromana? (considerando la presenza dei Sanniti nel suo romanzo).
Romanzo storico e popoli italici: “Penso che il romanzo storico sia uno strumento adatto a tale azione di recupero. Il bello è calare i personaggi nella vita quotidiana del loro tempo, stimolando i lettori a riflessioni ed approfondimenti. Per un autore coscienzioso è un lavoro doppio perché, per riuscire a far immergere il lettore, bisogna diventare il suo mediatore col mondo del romanzo e preparare molta più materia di quanta il lettore possa cogliere a una prima lettura. Inoltre, c’è la fatica di coniugare rigore scientifico (ricerca) e arte (che riesce a rendere comprensibile l’esposizione).
Sulla memoria preromana…direi che si tratta di un argomento complesso. Roma è stata di tale importanza per la storia del mondo, che niente in Italia sembra essere sopravvissuto al suo ruolo dominante. Eppure, ciò non è sempre vero: Roma è diventata grande grazie ai popoli da essa sottomessi perché era un impero inclusivo, assai diversamente da come lo dipingono in tanti, forse perché i nostri riferimenti culturali (impero britannico, Stati Uniti, Francia, Spagna) ne sono stati l’esatto contrario e hanno plasmato quest’idea del concetto di impero. Un romanzo storico, con le incongruenze che è in grado di offrire, è un divertente ambiente nel quale scoprire che i tali tratti di ciò che credevamo prettamente romano sono in realtà eredità di altro. I Sanniti sono un esempio, ma altrettanto si potrebbe dire degli Etruschi o dei galli cisalpini, dei greci italici, dei sicelioti… L’Italia è sempre stata un fantastico agglomerato di popoli, e chi sappia leggerne le tracce, può trovarle persino ai giorni nostri.”
Romanzo storico come strumento efficace di marketing territoriale e turistico?
“Sull’efficacia, non saprei. Oggi il marketing territoriale è una scienza, una tecnica che coinvolge moltissimi aspetti, è soprattutto sinergia. Per un Paese a vocazione culturale e con vestigia del passato, un romanzo storico può avere senso, ma dovrebbe essere elemento di un discorso molto articolato. Se dal romanzo se ne traesse un film, ad esempio, avrebbe un valore di promozione molto più ampio. Possiamo vederlo con clamorosi esempi recenti che hanno creato turismo lì dove era forse impensabile: la Nuova Zelanda trasformata in Terra di Mezzo per gli appassionati del Signore degli Anelli, la Hogwarts di Harry Potter.”
Ci dà un motivo valido per cui valga la pena di leggere “Neapolis”?
“Riprendo dalla risposta precedente: “Neapolis – Il Richiamo della Sirena” è un atto d’amore verso la nostra terra. Per chi ama la nostra terra, non credo di poter offrire motivi di maggior valore. Poi, la curiosità può essere un eccellente motivo! Quando ho cominciato a scrivere “Neapolis” non sapevo la metà delle cose che ho scoperto strada facendo. Spero che un lettore scopra attraverso “Neapolis” quello che ho scoperto anch’io! Infine, sebbene leggendo “Neapolis” si legga tanta storia, esso è anche un modo per parlare dell’attualità, per quanto possa sembrare incredibile, dopo 23 secoli dalla vicenda narrata.”
Progetti per il futuro? Continuerà a scrivere di popolazioni italiche nei suoi prossimi romanzi?
“Eccome! Spero di concludere prestissimo, e dopo una gestazione lunghissima, il sequel di “Neapolis – Il Richiamo della Sirena”. Il titolo, “Neapolis – I Signori dei Cavalli”, suggerisce forse poco, eppure è stato per me un’altra serie di incredibili scoperte!
Questi romanzi coi quali mi sto misurando avevano lo scopo di riscoprire la storia poco nota della nostra terra, perché mi sembrava che ovunque ci fossero grandi eroi che compivano grandi imprese, il che è tragicamente diverso dall’idea che si propaganda del meridionale-tipo. Ho a cuore scrivere di popolazioni italiche in questo modo perché la storia dimostra che in fondo noi italici siamo sempre stati diversi tra noi, ma questo non vuol dire che fossimo divisi! Certo, ci sono stati episodi di divisione, e guerre, ma a ben vedere l’unità di intenti è sempre stato il fattore che ha unito i popoli, e Neapolis è stata in tal senso pragmaticamente più cosciente di questa verità, assai prima che Roma lo fosse. Forse è quello che manca oggi: sentire di partecipare ad un progetto comune.”