Su Marte c’è vita: la missione Curiosity della Nasa ha dato questo risultato

Su Marte c’è vita: la missione Curiosity della Nasa ha dato questo risultato. A quanto pare il pianeta rosso ha tutti i requisiti per viverci. Ci sono molecole organiche e il metano nell’atmosfera varia ciclicamente: probabilmente questo pianeta ha già ospitato la vita e forse lo farà ancora.

Su Marte c’è vita: questa la scoperta venuta alla luce dopo la missione Curiosity della Nasa sul pianeta rosso. Secondo i dati inviati alla Terra su questo pianeta ci sono molecole organiche ed il metano nell’atmosfera varia ciclicamente: mai come in questo preciso momento Marte sembra avere tutti i requisiti per avere ospitato la vita e forse per accoglierla nuovamente Le risultanze della missione americana  sono state pubblicate su Science e pur non essendoci ancora una prova reale di vita, esiste una grossa probabilità che circa tre miliardi e mezzo di anni fa, sul pianeta rosso, ci fossero tracce di vita.
Su Marte c’è vita. Dopo questa scoperta l’astrobiologa Daniela Billi, dell’università di Roma Tor Vergata ha così commentato sulla rivista Science, l’esistenza di molecole organiche e quella di cicli periodici di metano sul pianeta Marte: “Adesso non ci sono dubbi su Marte si può vivere, l’aver trovato delle molecole organiche sta a significare che il pianeta del dio della guerra è più abitabile; le molecole sono, infatti, fra i tre requisiti della vita, associata alla presenza di acqua nel passato del pianeta ed alla presenza di una fonte energetica come può essere quella solare”.
A sentire l’astrobiologa italiana sembra molto interessante la somiglianza delle molecole organiche trovate su Marte dal robot-laboratorio Curiosity della Nasa con quelle che sul nostro pianeta popolano i deserti che riportano alla mente tutto l’ambiente marziano. In realtà i composti rinvenuti su Marte, nelle rocce di Confidence hill, sono del tutto compatibili con le analisi portate a termine  nelle rocce rossastre ed ossidate del deserto dello Stato della California del Mojave”. Però non ci sono, per ora, elementi che possano dirci se tali molecole  abbiano avuto origine sulla Terra, in virtù di un’azione di organismi viventi, oppure se abbiano un’origine chimica o ancora se si tratti di molecole organiche create nello spazio e poi trasportate sul pianeta rosso da meteoriti.
Su Marte c’è vita. La prossima missione europea chiamata Exomars,  andrà a prelevare alcuni campioni posti a due metri di profondità. Pertanto esiste la concreta opportunità di reperire molecole più complesse di natura biologica. Intanto ieri a Houston Nasa c’è stata una conferenza stampa allo scopo di presentare i dati scientifici delle ricerche fatte da Curiosity su Marte. Fin dal 2012, in pratica, il rover sta raccogliendo dati e informazioni su questo pianeta ed in modo particolare ha studiato gli strati di roccia.
Secondo la NASA, Curiosity è il miglior rover che abbia mai esplorato il suolo marziano: in  sintesi è grande come un’auto, ha 10 strumenti scientifici a bordo, 17 telecamere ed un laser per vaporizzare le rocce, insomma tutto ciò che di meglio possa avere un rover impegnato in una missione del genere.

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