Il foraging, la raccolta di alimenti grezzi, selvatici, sempre più di moda in Italia

Il foraging, la raccolta di alimenti grezzi, selvatici, sempre più di moda in Italia. Nei paesi esteri è diventato ben presto una costante abitudine, persino nei migliori ristoranti. La cultura dei cibi spontanei, selvaggi, al passo coi tempi, anche da noi sta cominciando ad essere una tendenza.

Attualmente, anche in Italia, la cultura del foraging, ovvero la raccolta degli alimenti allo stato selvatico, o grezzo, come per esempio  licheni, bacche, corteccia, erbe ma anche pesce quale il salmerino di lago, sta prendendo sempre più piede. D’altronde all’estero è già divenuta una tendenza molto forte, praticata non solo dalla popolazione privata ma anche dai più famosi ristoranti del mondo.

Il foraging, pertanto, grazie ad esperti che stanno diffondendo la cultura di questa particolare raccolta di cibi spontanei, nel rispetto totale della sicurezza personale e della tutela del  territorio sta per divenire una moda che tiene il passo dei tempi, improntati sempre di più alle novità. Con questa nuova tendenza si possono preparare dei piatti assolutamente saporiti e sani che non possono che giovare alla nostra salute.

Ultimamente, a Milano, un noto ristorante ha presentato ai suoi ospiti un pranzo a base di tali alimenti. Per la cronaca il menù comprendeva: brodo di sottobosco, risotto al larice, pane con farina di licheni, castagna confit, biscotti con farina di corteccia, gelato di acetosella, foglie di bardana glassate nel loro sciroppo, fiori canditi e bevande come infuso di sambuco. Si tratta di un menù alquanto singolare che a prima vista potrebbe anche far storcere il naso, viceversa gli avventori che hanno pranzato in quel ristorante, seguendo le ricette del foraging si sono mostrati molto soddisfatti.

In realtà, con la parola inglese foraging si intende l’attività di raccolta di alimenti genuini, ossia allo stato selvaggio, percorrendo il territorio di diversi ambienti naturali, quali  montagne, argini dei fiumi, spiagge, boschi e così via. Occorre però  imparare a riconoscere e selezionare dei vegetali interi o parte di essi  ritenuti commestibili ed adatti al nostro regolare nutrimento. Del resto, il semplice  andare a cogliere  castagne, che so, in  in una domenica di fine ottobre, o raccogliere more, belle mature ai bordi dei sentieri di campagna è già foraging! Basta spostare la nostra attenzione su varietà di cibi meno abitudinarie per alimentarci naturalmente e soprattutto gratuitamente.

Tuttavia per chi volesse iniziare a fare foraging, è consigliabile l’iscrizione a corsi che insegnano  le prime nozioni di riconoscimento degli alimenti utili sul campo, i modi d’utilizzo di prodotti spontanei e le tante regole che dovrebbero comunque stabilire la modalità di  raccolta, allo scopo di tenere sotto controllo la sicurezza, sia personale che ambientale. Concludendo, il fare  foraging ci dà la possibilità di mangiare cibi purissimi dotati peraltro d elevati principi nutritivi, naturalmente se raccolti in ambienti incontaminati.

Inoltre  ci permette di fare la spesa senza spendere soldi, andando alla scoperta di nuovi sapori e nuove sensazioni. Infine il foraging ci consente di approfondire le nostre  conoscenze sul mondo vegetale, delle piante disponibili e del loro uso, permettendoci di capire il modo complesso con cui il cibo è legato alla nostra esistenza.

 

 

Exit mobile version