Le Chiese di Napoli: un patrimonio artistico-culturale della città finito, purtroppo, nel più assoluto degrado. Sono ben duecento le chiese chiuse, abbandonate e spesso depredate delle loro opere d’arte. Alcune sono perfino decadenti ed in rovina, altre addirittura pericolanti.
Le Chiese di Napoli rappresentano il nostro patrimonio artistico-culturale, di cui vantarci. Eppure non è tutto oro quel che luccica. Le stesse chiese, nonché le opere d’arte in esse custodite contengono una storia tutta da raccontare, però ahimè, le abbiamo perse, a causa dell’abbandono e del degrado in cui versano oggi. Molte le chiese di Napoli che sono state teatro di furti e saccheggi, perchè abbandonate a se stesse, senza ragioni plausibili. A testimonianza di ciò, la confessione di un ricettatore uscito dal carcere il quale non molto tempo fa, interrogato sull’argomento, affermò ad un giornalista: “Qua a Napoli nelle chiese hanno fatto stragi, non c’è più niente perché sono state abbandonate ed è stato troppo facile prendersi tutto. Ce ne stanno tantissime chiuse,” e senza alcuna vigilanza. Chiese rimaste abbandonate e di conseguenza depredate totalmente delle opere d’arte di grande valore e degli oggetti sacri che custodivano. Molte decadenti ed in rovina, qualcuna addirittura pericolante. La burocrazia italiana non brilla certo per oculatezza ed economia. Negligenza e cattiva gestione da parte delle autorità locali e nazionali, hanno portato alla chiusura e all’abbandono di circa 200 chiese nella città. Le istituzioni competenti hanno buttato via il denaro dei contribuenti per il recupero dei beni, in alcuni casi i soldi non sono mai giunti a destinazione, oppure arrivati ma dopo qualche piccolo restauro si è fermato tutto lasciando le strutture in balia degli eventi. Una brutta faccenda fatta di sprechi e menefreghismo, una storia di abbandono di un patrimonio artistico culturale assai deprecabile. Ma non finisce qui la reprimenda per quest’andazzo, difatti c’è da dire di chiese mai aperte poiché in corso di restauro, soldi che entrano da anni, ma lavori che non arrivano mai alla conclusione, come per citare un esempio la chiesa di Sant’Agostino alla Zecca. Un vero peccato, visto che Napoli ha il più grande centro storico d’Europa. Nel 1995, è stato elencato dall’ Unesco come sito del patrimonio mondiale è patrimonio dell’Unesco. Il solo pensare che ci sono delle chiese abbandonate a se stesse ad ogni angolo, perfino una di fronte all’altra, come nel caso di San Giovanni Battista delle Monache e di Santa Maria delle Grazie, vengono i brividi addosso. Un esempio sbalorditivo dell’incuria dell’amministrazione comunale di Napoli, rispetto alla perdita della cultura italiana è stata sottolineata dal soprintendente al polo museale, Fabrizio Vona il quale, in una dichiarazione alla stampa, ha parlato in particolare della chiesa della Scorziata, al vico dei Cinquesanti ai Tribunali, una volta splendida e ricca di capolavori, ma oggi ridotta soltanto ad un cumulo di immondizia. Fu depredata dai ladri nel 1993, quando era chiusa già da molti anni a causa dei danni subiti in seguito al sisma del 1980. Sparirono i dipinti della Presentazione al tempio, opera di un allievo di Francesco Solimena, un San Giovannino, che era copia di una tela di Caravaggio, una Madonna che appare a San Romualdo, realizzata da un manierista del primo Seicento, una Madonna del Rosario, di un allievo di Massimo Stanzione, le settecentesche Madonna con Sant’Anna e Sant’Agnello e in ultimo una Madonna col Bambino e Santi. La chiesetta, per motivi sconosciuti e ad opera di ignoti, fu danneggiata ulteriomente da un incendio nel gennaio del 2012.
I problemi delle chiese di Napoli e dintorni, sono molteplici, molte chiese sono state riadattate, altre addirittura occupate, altre adibite a negozi, o case con tanto di citofoni, panni stesi e quant’altro, una addirittura, diventata un’autofficina! Non si dovrebbe assolutamente permettere che la cultura napoletana ultra millenaria venga dispersa, venduta, depredata, abbandonata. Noi cittadini abbiamo il dovere di combattere affinché il patrimonio culturale sia napoletano, che italiano rimanga intatto ed i fondi stanziati per mantenerlo tale vengano realmente impiegati per questo obiettivo.