Arte dei guantai partenopei del rione Sanità, cuore di Napoli

Arte dei guantai partenopei del rione Sanità, il cuore di Napoli.  Spesso non si dà peso a questa particolare attività  che è la produzione dei guanti. Eppure Napoli ha sempre rappresentato, nel mondo, la capitale dei guanti.

Arte dei guantai partenopei, un’arte di cui, oggigiorno, si parla sempre di meno, mettendo in evidenza solo l’eccellenza nel vestiario, che pure è il vanto della città partenopea. Tuttavia, non dare il giusto e meritato risalto all’arte dei guantai partenopei, peraltro diffusa nel cuore della città di Napoli, ovvero al quartiere Sanità, è certamente sbagliato. Napoli, tutt’oggi, viene definita la capitale dei guanti, non solo d’Italia ma del mondo.

Alla Francia nel’600 viene riconosciuta la grande qualità di fattura di guanti. Nel ‘700, l’arte dei guanti diffusasi anche sul territorio italiano, è proprio a Napoli che inizia ad ottenere importanti risultati di produzione in termini qualitativi. 
Da allora la guanteria partenopea acquista un ruolo pregnante oltre confine, specie nella produzione dei guanti in pelle, che continua a conservare nei secoli successivi fino agli anni’ 60, specie nel sopramenzionato quartiere Sanità.

Arte dei guantai partenopei del rione Sanita, cuore di Napoli-2

L’arte dei guantai partenopei nasce in un punto nevralgico del capoluogo partenopeo, nel ventre della città, nell’unico quartiere che, fortunatamente, non ha risentito, nei secoli, delle demolizioni, del risanamento e delle speculazioni edilizie. Stiamo parlando ovviamente del rione Sanità, quartiere in cui ebbe i natali il grande Totò. In questo rione c’è tutta la storia di una particolare attività tramandata di padre in figlio, fin dai secoli scorsi.

Il cosiddetto distretto dei guantai della Sanità disponeva di un indotto che contemplava le aree metropolitane di Afragola, Casalnuovo e Casavatore. Gli addetti erano circa duemila, senza però contare le concerie, l’imballaggio e le etichette, che  raddoppiavano la cifra suddetta. In Stati Uniti, in Canada, in Russia, in Giappone ma pure durante gli inverni freddi di Germania, Inghilterra e Francia, gran parte della popolazione di questi paesi, si coprivano le mani con i guanti prodotti dall’arte dei guantai partenopei del rione Sanità.

In verità, persino i guanti indossati dagli interpreti del famoso film “Titanic” erano stati lavorati nel cuore pulsante di Napoli. Col trascorrere dei secoli, però, visto anche il notevole cambiamento delle temperature verso l’ alto, nonchè la tremenda ed agguerrita concorrenza dei cinesi vi stata una netta diminuzione delle commissioni, al punto che molti opifici hanno dovuto chiudere. Gli ultimi rappresentanti dell’arte dei guantai partenopei hanno deciso di reinventare la produzione seguendo quell’imput dato dai Borbone all’arte del vestiario napoletano, cioè: lusso, raffinatezza e fantasia per far fronte alle nuove esigenze di questi tempi.

Ancora oggi, dunque, nel rione Sanità possiamo notare l’esistenza di fabbriche di guanti, come per esempio quella di Mauro Squillace. Guantaio da oltre  tre generazioni, rappresenta uno degli ultimi autentici artigiani che confezionano guanti fatti a mano, attraverso una lunga  lavorazione che conta ben 25 passaggi. Mauro Squillace si mette in giacca e cravatta quando tratta con clienti stranieri e griffe importanti ma si veste dei panni di  artigiano dalle mani callose e lavoratore indefesso, tutti i santi giorni della settimana, ovviamente tranne la domenica,  alle prese con il taglio e la cucitura nella sua azienda del Rione Sanità.

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