Gianluca Vacchi - Kierkegaard

Gianluca Vacchi, chi è ? Søren Kierkegaard celebre filosofo danese ci aiuta a comprendere

Chi è Gianluca Vacchi?

Divertendoci a tradurre dal 1843 al giorno d’oggi la famosa opera “Aut Aut” del filosofo danese Søren Kierkegaard, ci accorgiamo che l’interlocutore immaginario del saggio che esplora le modalità esistenziali della vita estetica e della vita etica, chiamato Wilhelm, potrebbe essere Gianluca Vacchi. Lungi da noi fare lezioni di morale ad alcuno, la nostra è una giocosa e decisamente non convenzionale analogia.

Edonismo e social networks.

Ci riferiamo dunque a Gianluca Vacchi, sì, proprio lui… l’imprenditore, tutto edonismo e social network, che tra balletti curiosi, cene da re e yacht pantagruelici, spopola sul web. Portatore sano (o insano?) di bella vita, fisico scolpito e capelli ossigenati, il buon Gianluca, sarebbe l’interlocutore ideale di Kierkegaard che nel suo celebre saggio criticava aspramente il cammino di vita improntato sulla vita mondana e sul piacere.
Ecco un significativo passaggio di “Aut Aut”:

“Sei spiritoso, ironico, buon osservatore, dialettico, esperto nei piaceri, sai calcolare il momento, sei, secondo le circostanze, sentimentale o senza cuore, ma, con tutto questo, vivi sempre solo nel momento, la tua vita si disfa in una serie incoerente di episodi senza che tu possa spiegarla”. 

Gianluca vacchi - Kierkegaard
Gianluca Vacchi

Chi è Gianluca Vacchi? Un moderno maestro zen?

Kierkegaard utilizzando la classica forma dialogica del saggio, si rivolge al suo interlocutore Wilhelm, facendo riferimento soprattutto al concetto di “vivere nel momento”. Quei momenti che a noi piace associare ai numerosi videoclip oltre che alle gettonatissime “instagram stories”, che Gianluca Vacchi propone quotidianamente alla sua folta schiera di adepti. Catene di momenti pressoché simili, fatte di lusso sfrenato, vita godereccia e frotte di belle donne, che riteniamo ben si sposino con la considerazione: “la tua vita si disfa in una serie incoerente di episodi senza che tu possa spiegarla. “ Perché se ci pensiamo bene, il continuo fluire di tali contenuti non propone coerenza alcuna, fermo restando non è detto che debba esserci.

Enjoy!

Stupisce però il seguito enorme di Vacchi, che con il suo motto “enjoy”, quasi da maestro zen dei tempi moderni, augura felicità e divertimento ai suoi estimatori. Felicità però fatta di ostentata ricchezza e opulenza, che ahimè nulla però hanno a che fare con il concetto di zen. A noi piace pensare che si tratti sostanzialmente di puro voyeurismo, alimentato da sana (o insana?) atavica invidia nei confronti di chi abbonda nelle ricchezze, e che trasmette almeno via social l’idea che sia un piacere ed una grandezza non procurati dal “duro lavoro”, in senso stretto.

La bella vita.

Nel senso di :”Beato lui che fa la bella vita, io invece penso solo a lavorare e non potrò mai permettermi tutto ciò!”. Citiamo a tal proposito due interessanti passaggi di “Aut Aut”:

“Appare dunque che ogni concezione estetica della vita è disperazione, e che chiunque vive esteticamente è disperato, tanto se lo sa quanto se non lo sa.”

“Il tuo pensiero ha precorso la vita, hai penetrato la vanità di tutto, ma non sei giunto più in là. All’occasione ti sprofondi nella vita, e mentre in un momento ti abbandoni al godimento, nello stesso tempo ti rendi consapevole che ogni cosa è vana. Così sei costantemente al di fuori di te stesso, cioè nella disperazione.”

Gianluca Vacchi, un simpatico istrione.

Ribadiamo che la nostra non è una critica a Gianluca Vacchi, istrione che fa divertire e si, anche sognare, tante persone. Ecco, trattasi però di divertimento…sogno.

Il nostro è un candido invito a fare attenzione, specie nella caotica era dei social network, ad assurgere a modelli di vita, tutti coloro (ahimè numerosi) che ostentano la cultura del piacere, della ricchezza e del divertimento. La vita è fatta sì di “divertissement”, ma è soprattutto lavoro, voglia di riuscire, sacrificio.

Gianluca Vacchi - Kierkegaard
Kierkegaard – filosofo danese

Vivere eticamente.

Kierkegaard ci insegna che vivere eticamente, anziché esteticamente. Agire secondo valori, inclinazioni ed identità personale, lungi far dipendere l’ego da fattori esterni. Ciò significa che l’uomo desidera avere un controllo attivo sulla vita, e non accetta che questa sia interamente basata su fattori esterni. L’uomo si sforza di diventare una persona migliore, cercando di avere un ruolo vero, “vivo” nella formazione del proprio comportamento e del proprio carattere, partendo dall’assunto che l’esaurimento dei piaceri estetici conduce alla noia e alla disperazione.

Kierkegaard ci insegna a riflettere, a pensare…di più!

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