Prato: la polizia ha eseguito quattro misure cautelari per falsa documentazione creata per inserire giocatori migranti minorenni nel calcio, indagate anche 2 società di serie A.
Immigrazione clandestina, documenti falsi e favoreggiamento, sono le accuse a cui dovranno rispondere i presidenti del Prato e della Sestese, un procuratore sportivo e una donna ivoriana. Coinvolte anche squadre di serie A e B.
Gli agenti della polizia di Stato di Prato in queste ore stanno eseguendo quattro misure di custodia cautelare e diverse perquisizioni per l’accusa di immigrazione clandestina, documenti falsi e favoreggiamento. Secondo gli inquirenti i quattro indagati hanno prodotto documentazione falsa per consentire l’arrivo in Italia di giocatori ivoriani minorenni, in modo da farli giocare in squadre italiane ed europee.
Presidenti e procuratori avrebbero facilitato illegalmente l’ingresso in Italia di cittadini di origine africana, in particolare ivoriana al di sotto dei 18 anni, producendo presso l’ambasciata Italiana di Abidjain, e poi presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Prato, documenti falsi attestanti inesistenti parentele, come quella di maternità biologica e filiazione naturale rispetto ai minori, allo scopo di avere il rilascio dei visti di entrata nel nostro paese per motivi di ricongiungimento familiare, con successiva acquisizione dei permessi di soggiorno per motivi familiari.
L’operazione è scaturita alla luce di un sospetto caso di immigrazione clandestina, che ha dato il via alla scoperta di un vero traffico ed illeciti di varia natura. Nell’indagine sembra che ci siano anche due squadre di serie A, una di serie B ed una di Lega Pro. Presso le quattro società è stata disposta l’acquisizione di documentazione.
Nel corso dell’operazione della polizia di Prato, altre undici persone sono state raggiunte da informazione di garanzia sempre per la violazione delle norme connesse all’alterazione dei risultati delle partite. Interessate dall’operazione di polizia le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia, Arezzo.
Nel mirino dei giudici anche impiegati, agenti ed arbitri. A carico di molti degli indagati, sono anche emersi profili di responsabilità per frode sportiva.
L’indagine è coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli con la supervisione del procuratore capo, Giuseppe Nicolosi.