Una donna ecuadoregna ha tentato, ieri di rapire una neonata alla Clinica Mangiagalli di Milano ma è stata fermata rischiando il linciaggio.
Ieri pomeriggio, presso la Clinica Mangiagalli di Milano, nel corso del regolare orario di visita, una donna ecuadoregna di 33 anni ha tentato di rapire una bambina, nata appena dieci giorni fa, ma è stata fermata dal personale sanitario, accortosi di quello che stava accadendo, nel mentre si allontanava furtivamente con la neonata tra le braccia.
La donna ecuadoregna sembra aver raccontato di aver subito recentemente un aborto, perdendo il bambino che aveva in grembo, il che le avrebbe procurato uno stato di shock che sarebbe stato la causa scatenante del tentativo di rapimento della piccola.
Al momento gli inquirenti stanno indagando su quanto raccontato dall’ecuadoregna trentatreenne all’ostetrica che è riuscita a fermarla dopo che aveva preso la neonata alla madre, una giovane di origini moldave, spacciandosi per un’infermiera incaricata di effettuare alcuni esami sulla bambina. La donna però non avrebbe confermato questa versione di fronte agli investigatori dopo essere stata arrestata.
Del resto non pare essere emerso alcun “movente” diverso: la donna non conosceva, infatti. la madre della bambina, che sarebbe stata scelta così a caso, durante il suo raid nella clinica milanese per mettere a segno il suo piano.
Alla clinica Mangiagalli non risultano tuttavia, interventi a seguito di un aborto a nome della donna ecuadoregna di 33 anni. D’altronde è possibile che l’intervento chirurgico possa essere stato operato in un’altra struttura della città di Milano dove la probabile rapitrice viveva.
“È un episodio incredibile, da noi non si era mai verificata una cosa simile” ha commentato il direttore del presidio, il dottor Basilio Tiso. Intanto non risulta, che la donna arrestata avesse mai manifestato disturbi psichiatrici. Per fortuna la vicenda del fallito rapimento non ha avuto alcuna conseguenza né per la piccola né per la mamma felice di riavere la piccola poco dopo.