Le meraviglie dell’isola di Procida, tra cinema e magìa.
Isola di Procida, perla di adamantina bellezza della “Campania Felix”, si staglia poco lontano dal Golfo di Napoli e sembra dipinta apposta per ispirare racconti magici e far volare alta la fantasia dei numerosi turisti che ogni anno si recano a visitarla. Nata anticamente dall’eruzione di ben quattro vulcani, oggi completamente spenti ed in parte sommersi, per morfologia e modalità di formazione, somiglia tantissimo alla zona dei Campi Flegrei di cui geologicamente fa parte.
Abitazioni multicolore.
Le coste di Procida in alcune zone basse e sabbiose, in altre a picco sul mare, hanno contribuito a fare il resto, rendendola zona ideale per l’attracco delle navi (ci sono ben tre porticciuoli) e differenziandola dalla dirimpettaia Vivara, a cui è collegata da un piccolo ponte. Appena si sbarca sul posto, ad accoglierci ci sono subito le sue caratteristiche abitazioni multicolore che ci danno subito l’impressione di essere approdati in un posto ameno e felice, in cui i ritmi della vita scorrono in maniera più lenta rispetto al caos delle grandi città ed in cui ogni suo abitante è disposto ad accoglierci con un sorriso.
Le spiagge più belle di Procida.
Ovviamente, protagonista indiscusso dell’ambiente circostante è il mare con le sue cinque spiagge ad impreziosire il paesaggio; dalla cosiddetta “Chiaiolella”, punto di incontro dei più giovani a quella della Chiaia, più difficile da raggiungere attraverso una scalinata, ma posizionata in un luogo ideale per le famiglie poiché l’acqua bassa e la baia che protegge dal vento e dalle onde, la rendono un luogo sicuro per i bagnanti, sino ad arrivare alla piccola ed accogliente spiaggia del Pozzo Vecchio.
Una piccola insenatura a forma di ferro di cavallo detta anche spiaggia del “Postino”, perché proprio qui fu girata l’indimenticabile pellicola del commovente film di Michael Radford, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore cileno Antonio Skarmeta e interpretato dal famoso poeta Pablo Neruda e da un sontuoso Massimo Troisi, in quello che fu, purtroppo, il suo ultimo film (fu colpito da un infarto, verso la fine delle riprese).
Calette nascoste.
Ma non bisogna ugualmente dimenticare le numerose calette, quasi nascoste nella macchia mediterranea e raggiungibili attraverso scoscese discese ma che una volta raggiunte, permettono di godere di un vero e proprio paradiso, bagnato da un mare limpidissimo. Il Faro in fondo alla via Faro, è sicuramente una di queste e da qui ci si può affacciare direttamente sulla Marina Grande.
“L’isola di Arturo” di Elsa Morante.
Non solo l’azzurro dell’acqua però, ma anche il verde rigoglioso della vegetazione e dei suoi fantastici giardini ombreggiati da pergolati che nel 1938 ispirarono la famosa scrittrice Elsa Morante che ivi partorì uno dei più grandi classici della letteratura italiana, “L’isola di Arturo”, un romanzo che narra la storia del giovane Arturo Gerace, innamorato dell’avventura e che dal suo isolotto sogna di affrontare grande campagne ed eroi, forse un po’ per rifuggire dai pensieri della vita quotidiana che lo attanagliano come per esempio la morte della madre mentre lo dava alla luce.
L’immagine della sua persona, del padre Wilhelm, della fedele cagnetta Immacoletella e della amata Nunziatella, rivivono ormai ogni anno, in occasione della settimana della cultura organizzata dal Comune di Procida, in cui viene conferito anche il prestigioso premio Elsa Morante.
Procida, isola di pace.
Ebbene quei luoghi quasi magici che la scrittrice romana descrive con una vivida abilità, il mix tra animali reali ed immaginari che la popolano, le sue viuzze strette, le case variopinte e le barche in secca sotto un cielo sempre soleggiato e sereno, li possiamo ancora trovare intatti, proprio come allora, come se la lontananza dai grandi centri abitati li avessi preservati dalla contaminazione dell’uomo e dello smog. L’isola di Procida pare dunque essere il luogo ideale per chi ama vivere lontano dalla frenesia della vita quotidiana, per chi vuole sentirsi sempre vivo, guardandosi intorno e ricordandosi che le cose non invecchiano se si prende costantemente cura di esse.