iPhone, l’Italia festeggia il decennale del melafonino mettendolo al bando. Presentato il disegno di legge dal senatore Quintarelli che potrebbe causare la messa al bando dell’Apple iPhone sul territorio italiano.
Il senatore Stefano Quintarelli Scelta Civica per l’Italia e noto esperto della tecnologia e della Rete ha presentato un disegno di legge in Senato. La legge, sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle, che prevede il libero accesso a software, contenuti e servizi, andrebbe in netto conflitto con la Apple, che non rende, per sua precisa regola aziendale, compatibili i propri dispositivi con altri sistemi informatici. Una legge, questa, che metterebbe in serie difficoltà la casa di Cupertino che sarebbe, di conseguenza con i suoi dispositivi, fuorilegge in Italia.
Apple è preoccupata, a pochi giorni dalla ricorrenza del decennale della messa in commercio del primo iPhone, dalla notizia di questa legge che nel frattempo è passata in sordina alla Camera e che ora sta per essere calendarizzata al Senato.
All’ Articolo 4 del ddl è spiegato che ” tutti utenti hanno il diritto di utilizzare a condizioni eque e non discriminatorie software, proprietario o a sorgente aperta, contenuti e servizi leciti di loro scelta”. Si renderebbero, quindi, illegali con questa legge, i sistemi operativi definiti “chiusi” come quelli utilizzati da Apple con iPhone e iPad mentre sarebbe previsto il libero accesso a software, contenuti e servizi. Attualmente, su tutti i dispositivi mobili Apple, non è possibile installare software sorgenti liberi. Questa legge vuole mettere al bando ogni tipo di sistema operativo che non permetta la libertà.
Le reazioni del PD, che con Renzi combatte una battaglia per cercare di evitare vincoli troppo rigidi alle multinazionali di Internet, si sono fatte sentire attraverso Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del partito che in una dichiarazione al Corriere.it afferma: “Il fine della legge può apparire giusto, ma se applicata solo in Italia può produrre una distorsione di mercato enorme e incomprensibile. Sarebbe più corretto attendere la definizione di regole precise europee, perché i servizi digitali non hanno confini nazionali. Altrimenti, è come se avessimo deciso da soli di annullare il roaming soltanto in Italia”.
Pieno rispetto del regolamento Europeo. “Non c’è un bisogno assoluto di fare una legge in questa materia, perché è già in gran parte disciplinata dal regolamento”. Afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Sandro Gozi, “Sarebbe improprio procedere. Abbiamo fatto sapere più volte in via informale a Quintarelli che, se vogliono andare avanti, deve esserci un pieno rispetto del regolamento e non si devono creare situazioni di incertezza giuridica e discipline diverse. Anche perché, in caso di contenzioso, la primazia sarebbe del regolamento europeo».